Whirl­pool, sospiro di sollievo

by redazione | 3 Luglio 2015 9:33

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L’accordo. Nessun licenziamento, solo esodi incentivati. Landini (Fiom): «Ora sì che è fantastico». Nuovi investimenti e un rimpasto delle commesse tra estero e Italia permettono il «miracolo». Alcuni siti verranno comunque ridimensionati. Soddisfatto il premier Renzi

Dopo cin­que mesi di trat­ta­tive e due di lotta dei lavo­ra­tori, ieri al mini­stero dello Svi­luppo eco­no­mico è stato siglato l’accordo tra Whirl­pool e sin­da­cati sul piano indu­striale che por­terà alla fusione dell’azienda Usa con l’Indesit, acqui­stata l’anno scorso dai Mer­loni. L’intesa pre­vede 513 milioni di inve­sti­menti in tre anni, la ces­sione di None al gruppo pie­mon­tese Mole, il ridi­men­sio­na­mento di Cari­naro nel caser­tano (per il quale era pre­vi­sta la chiu­sura), un ammor­bi­di­mento dei tagli (rispetto ai 2.060 esu­beri dichia­rati) attra­verso esodi e tra­sfe­ri­menti incentivati.

Rien­tre­ranno 650 mila pezzi da Tur­chia, Cina, Polo­nia e ver­ranno con­cen­trati in Ita­lia il 75% degli inve­sti­menti di ricerca e svi­luppo dell’area Europa, Medio Oriente e Africa. Oggi sono pre­vi­ste assem­blee nei siti, il 13 e 14 luglio i lavo­ra­tori vote­ranno l’accordo.
Nes­sun licen­zia­mento fino al 2018, quindi, e via libera a ricol­lo­ca­zione della mano­do­pera e riqua­li­fi­ca­zione pro­fes­sio­nale per gli impie­gati, le cui fun­zioni ven­gono tra­sfe­rite in altra regione. Soprat­tutto incen­tivi agli esodi volon­tari: 50 mila euro per due anni per tutti e 18 men­si­lità per i col­letti bian­chi; 85 mila per i lavo­ra­tori dei siti di Napoli e Cari­naro e 24 men­si­lità più 10 mila euro per gli impie­gati. Chi accet­terà di spo­starsi dal caser­tano a Varese avrà 32 mila euro per due anni per il soste­gno all’affitto e il coniuge potrà soste­nere un col­lo­quio di lavoro.

«Il piano Whirl­pool — spiega Andrea Amen­dola, segre­ta­rio gene­rale della Fiom di Napoli — ha pro­spet­tive di svi­luppo per Lom­bar­dia e Mar­che, per la Cam­pa­nia invece mira a difen­dere un sito che lo stesso pre­mier Mat­teo Renzi con­si­de­rava già chiuso. Qui si misura tutta la debo­lezza del ceto poli­tico locale».

Cari­naro non chiude ma viene dimez­zato: degli 815 lavo­ra­tori, reste­ranno sulle linee 320 su 18 turni (200 fissi, 120 a rota­zione). Ulte­riori cento potranno essere spo­stati nello sta­bi­li­mento di Napoli, dove arri­verà la lava­trice a carica fron­tale, ma dove ci sono già i con­tratti di soli­da­rietà per 240 esu­beri. Ulte­riori 350 andranno via tra pen­sio­na­menti e incen­tivi alla mobi­lità volon­ta­ria. Nes­suna pro­du­zione a Cari­naro ma il tra­sfe­ri­mento della logi­stica che prima veniva fatta a Varese e Fabriano, tra­sfor­mando il sito nell’hub dell’area euro­me­di­ter­ra­nea per lo smi­sta­mento dei componenti.

«Chi lavora verrà tute­lato — con­clude Amen­dola — ma non ci saranno nuovi posti di lavoro per chi è fuori e per le nuove gene­ra­zioni. L’unica è spe­rare che si svi­lup­pino le pro­du­zioni su Napoli e si muova qual­cosa per Teve­rola». L’altro sito caser­tano era stato chiuso dai Mer­loni nel 2013, la Whirl­pool si è impe­gnata a inve­stire 2 milioni di euro per age­vo­larne la rein­du­stria­liz­za­zione. Scon­tenti a Fabriano, le pro­du­zioni di Alba­cina (600 lavo­ra­tori) ver­ranno spo­state a Melano: «È una scelta det­tata dal numero degli elet­tori: la Cam­pa­nia ne ha milioni, le Mar­che solo 1,5. Siamo stati sacrificati».

«Lo ave­vamo pro­messo ai lavo­ra­tori. Nes­suna chiu­sura, nes­sun licen­zia­mento», ha com­men­tato su Twit­ter il pre­mier Renzi. Scor­dando di aggiun­gere che per due mesi c’è stata bat­ta­glia in tutti i siti ita­liani del gruppo, soli­dali da nord a sud, e 2 mila per­sone in cor­teo a Varese a metà giu­gno. Felice anche il mini­stro Fede­rica Guidi, che ha seguito la ver­tenza: «Il piano indu­striale è solido e robu­sto. Meglio di così non ci pote­vamo augu­rare». Sod­di­sfatto anche l’ad di Whirl­pool Ita­lia, Davide Casti­glioni: «Sono orgo­glioso del per­corso fatto: con i sin­da­cati abbiamo fatto squadra».

Anche i con­fe­de­rali riven­di­cano l’accordo come un suc­cesso: «I con­te­nuti dell’intesa sono la dimo­stra­zione che è pos­si­bile con­ci­liare svi­luppo e razio­na­liz­za­zione pro­dut­tiva pun­tando su inve­sti­menti e inno­va­zione, le vere leve di poli­tica indu­striale per affron­tare la fase di sta­gna­zione dei mer­cati», com­menta il respon­sa­bile Set­tori pro­dut­tivi della Cgil nazio­nale, Sal­va­tore Barone. Ci scherza su il lea­der Fiom, Mau­ri­zio Lan­dini: «È a que­sto punto che si può dire che gli inve­sti­menti e la pre­senza di Whirl­pool in Ita­lia è fan­ta­stica», allu­dendo alla bat­tuta fatta da Renzi al momento dell’acquisizione dell’azienda ita­liana da parte della mul­ti­na­zio­nale Usa.

«Aver impe­dito la chiu­sura di Cari­naro — è la posi­zione del segre­ta­rio gene­rale della Cisl, Anna­ma­ria Fur­lan — è una vit­to­ria e un suc­cesso del sin­da­cato. Una bella noti­zia per tutto il Mez­zo­giorno per­ché dimo­stra che nel sud si può inve­stire in atti­vità stra­te­gi­che e in inno­va­zione». Marco Ben­ti­vo­gli, segre­ta­rio gene­rale Fim, sot­to­li­nea il suc­cesso della lotta «che ha con­vinto alla retro­mar­cia gli ame­ri­cani. Con il nuovo piano indu­striale si passa da un bol­let­tino di guerra a un piano di rilancio».

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