Di certo la crisi ha comportato un aumento della vulnerabilità finanziaria percepita dagli italiani. Il 30% delle famiglie interpellate da Consob-Eurisko, vale a dire un terzo, afferma, infatti, di essere in grado di risparmiare «qualcosa» o «a sufficienza », mentre il 45% dichiara che il reddito disponibile basta appena a coprire le spese, il 15% ha intaccato i risparmi e il restante 11% si trova costretto a indebitarsi. Sono soprattutto gli individui con basso livello di istruzione, del centro-sud, e, tra gli occupati, i lavoratori autonomi ad avere più difficoltà a mettere da parte denaro.
Tuttavia, dal rapporto emerge che, nell’ultimo biennio, la ricchezza netta delle famiglie italiane è cresciuta del 3,4%, mentre il tasso di risparmio, sebbene a fine 2014 risultasse ancora inferiore ai valori ante crisi del 2008, registra «un’inversione di tendenza rispetto alla dinamica calante» innescata dalle turbolenze economiche.
E’, inoltre, inevitabile che la crisi continui a influenzare le scelte di investimento delle famiglie. Dall’indagine Consob- Eurisko, emerge, nel 2014, un aumento nei portafogli di liquidità e depositi, a scapito di fondi comuni, obbligazioni e azioni. Qualunque prodotto scelga, però, l’italiano medio, a dispetto di quel che crede, appare tendenzialmente ignorante in finanza. «Nonostante la diffusa percezione positiva delle proprie competenze in materia di scelte economiche e di investimento – si legge nel rapporto Consob-Eurisko – le conoscenze finanziarie e le capacità logico- matematiche degli italiani rimangono basse. Inflazione, diversificazione, relazione rischio- rendimento, interesse semplice e rendimento atteso di un investimento continuano a essere nozioni poco note e di difficile applicazione». Per esempio, quasi la metà delle famiglie dichiara di non conoscere o definisce in modo errato il concetto di inflazione.
Il rapporto Consob-Eurisko sottolinea poi una correlazione tra genere, istruzione e area di residenza, da una parte, e scelte finanziarie, dall’altra. In pratica, gli uomini ne sanno più delle donne, i laureati più dei diplomati e i residenti al Nord più di chi sta al Sud Italia. Non a caso, l’identikit dell’investitore più diffuso è: uomo tra 45 e 64 anni, con un livello di istruzione elevato, e inserito in una famiglia abbiente delle regioni settentrionali. Un’altra tendenza che emerge dal rapporto Consob- Eurisko è quella degli investitori italiani di seguire il “passa parola” e in generale un approccio “fai da te” per la scelta dei prodotti finanziari. Nel dettaglio, il 44% degli intervistati sceglie come investire dopo aver consultato familiari e conoscenti, il 22% si affida ai consigli di un esperto o gli delega direttamente la gestione del portafoglio, mentre il 15% decide in autonomia.