Schiaffo greco alla Ue il “no”vince con il 61% Tsipras: “La democrazia ha sconfitto la paura”

by redazione | 6 Luglio 2015 7:39

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Syriza festeggia in piazza Syntagma la bocciatura del nuovo piano di riforme preparato dai creditori internazionali. Risultato analogo in tutto il Paese, il “sì” è andato meglio solo nei quartieri benestanti. Samaras si dimette
ATENE. Una vittoria i naspettata, viste le dimensioni: la Grecia dice “no” alla proposta di accordo con l’Europa, e lo fa in modo netto. Alla fine il testa a testa paventato dai sondaggi si è trasformato in un 61 per cento di “oxi”. Per Alexis Tsipras, che si era giocato tutte le sue carte sul referendum, è una prova di forza sia sul fronte interno sia nei confronti di una Ue che soprattutto negli ultimi giorni non ha fatto nulla per nascondere la propria ostilità al suo governo. Il “no” ha prevalso in tutto il Paese, senza troppe differenze tra Atene e il resto della Grecia. Numeri alla mano, il “sì” è andato meglio solo nei seggi dei quartieri benestanti. Ora resta da capire come si risolverà la crisi interna, quando cioè le banche riusciranno a riaprire e se la liquidità degli istituti di credito verrà ripristinata. Soprattutto, quando (e se) la Grecia troverà un nuovo accordo con l’Europa per ridare fiato ad una economia messa a dura prova. Per questo a seggi aperti c’era stato un incontro tra il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis e i rappresentanti del sistema bancario ellenico per verificare se la chiusura delle banche, che termina stasera, sarà prolungata e per quanto. Nel frattempo il portavoce del governo Gavriil Sakellaridis ha confermato che la Banca centrale greca ha presentato alla Bce la richiesta per innalzare la liquidità di emergenza «non ci sono ragioni per non aumentare l’accesso all’Ela». «Questo è un giorno di festa, perché la democrazia è una festa – aveva detto Alexis Tsipras dopo aver votato al proprio seggio, nel quartiere popolare di Kypseli – perché si può ignorare la decisione di un governo, ma non la decisione di un popolo. Ora apriamo la strada per tutti i popoli d’Europa. La democrazia ha battuto la paura». Appena si è capito l’esito del voto, da Syriza è partito un messaggio conciliante nei confronti delle opposizioni. Si parla di un rimpasto nel governo, magari allargando la maggioranza. Chi esce con le ossa rotta è, per la seconda volta nel giro di sei mesi, il centrodestra di Nuova Democrazia e i socialisti del Pasok. La fronda dentro Nd contro l’ex premier Antonis Samaras, alla fine, ha portato ieri sera il leader a dare le dimissioni.
«Dopo questo risultato cercheremo di cooperare ancor di più con la Ue – il commento a caldo di Varoufakis – di certo noi crediamo che la guarigione dell’Europa sia cominciata con il voto di oggi». La giornata si è chiusa con la festa spontanea in piazza Syntagma e il comizio di Tsipras di fronte all’università della Capitale. Anche se oggi comincia un’altra settimana di passione per la Grecia.
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I RISULTATI
Si sono espressi 5,6 milioni di greci, il 62,3% degli aventi diritto. Contro l’ipotesi di accordo con i creditori 3,4 milioni di persone il 61,3% per il “si” 38,6%, oltre 2 milioni
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