Rimborsati Bce e Fmi sportelli bancari aperti Atene prova a rialzarsi

Rimborsati Bce e Fmi sportelli bancari aperti Atene prova a rialzarsi

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Nessun panico. Zero assalti agli sportelli. La Grecia ha superato ieri a pieni voti il primo esame del ritorno alla normalità. Le banche hanno aperto i battenti dopo tre settimane di chiusura. Atene però – su consiglio della Banca Centrale europea – ha evitato di cancellare i controlli di capitali e il primo giorno di riapertura, grazie anche a questo accorgimento, se ne è andato in archivio senza problemi. Le regole d’ingaggio per i risparmiatori, in realtà, sono cambiate poco. Resta il limite ai prelievi in contanti (60 euro al giorno), sono ancora bloccati i pagamenti all’estero per evitare il trasferimento di liquidità.
L’unica vera novità, comunque una boccata d’ossigeno, è la possibilità di cumulare i prelievi. Non è più necessario – come succedeva fino a ieri – mettersi in coda ogni mattina ai bancomat per mettere le mani sui preziosissimi 60 euro ma si può passare allo sportello (anche a quello automatico) una volta ogni sette giorni e ritirare 300 euro – questa settimana – o 420 dalla prossima. La riapertura delle agenzie di oggi non risolve nemmeno uno dei problemi dell’industria e del commercio. Molte aziende – con le mani legate dai controlli sui capitali – non possono più pagare i fornitori. Che, visto lo stato di salute della Grecia, pretendono di essere pagati in anticipo al 100% e in contanti. Poco alla volta così il sistema si sta bloccando, senza che ci sia davvero la speranza di risolvere la situazione in tempi brevi. «In banca ci sono solo i soldi dei piccoli risparmiatori – ha detto nella sua ultima conferenza stampa il governatore della Bce Mario Draghi – . Meglio quindi essere prudenti prima di allentare i controlli per evitare un assalto agli sportelli». I depositi nei conti correnti sono scesi in una anno da 250 miliardi a 125. E un’altra mini-fuga potrebbe essere il colpo di grazia per un sistema creditizio che già in queste condizioni ha bisogno di 25 miliardi per essere ricapitalizzato. Soldi che in parte, teme qualcuno, potrebbero arrivare anche dai conti correnti più ricchi. Il via libera al primo pacchetto di riforme ha consentito ieri di dribblare sena problemi la data del 20 luglio, giorno segnato su tutti i calendari di Ue e dintorni con il cerchietto rosso come potenziale appuntamento con il default. Atene invece è miracolosamente riuscita a rimborsare 6,7 miliardi: all’Fmi oltre 2 e più di 4 alla Bce, in una partita di giro che è la fotografia più impietosa del surreale e incestuoso rapporto tra La Grecia e i suoi creditori: il fondo salva Stati ha annunciato in mattina di aver girato 7,16 miliardi alla Grecia, un acconto in attesa della discussione del terzo memorandum che dovrebbe garantirne altri 83. Cinque minuti dopo però, accertato l’arrivo dei contanti in cassa, il ministero delle Finanze ellenico ha dato mandato per girare quasi tutto il tesoretto a Washington e Francoforte.
Tenendo 400 milioni in un conto vincolato a garanzia di altri prestiti.


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