Ilva, «violati» i sigilli dell’altoforno killer. Denunciati 19 operai

by redazione | 18 Luglio 2015 9:36

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È guerra aperta tra la magi­stra­tura taran­tina e il governo. Nel primo pome­rig­gio di ieri i cara­bi­nieri del Nucleo di poli­zia giu­di­zia­ria hanno iden­ti­fi­cato e denun­ciato 19 ope­rai per vio­la­zione dei sigilli nel reparto dell’altoforno  2, seque­strato senza facoltà d’uso dalla Pro­cura di Taranto e riat­ti­vato dall’intervento del governo con un decreto ad ho lo scorso 3 luglio.

Ini­zia­tiva che ha spinto il gip Rosati ad inviare l’intero pro­ce­di­mento alla Corte Costi­tu­zio­nale, rac­co­gliendo i sospetti del pm De Luca, sull’incostituzionalità del decreto del governo. È infatti ancora in corso l’inchiesta per omi­ci­dio col­poso a carico di dieci per­sone, tra cui il diret­tore dell’Ilva Rug­gero Cola, dopo che lo scorso 12 giu­gno si spense in ospe­dale la vita del 35 ope­raio Ales­san­dro Mor­ri­cella, dece­duto dopo 4 giorni di ago­nia a causa delle ustioni gra­vis­sime ripor­tate sul 90% del corpo a causa di una fiam­mata vio­len­tis­sima spri­gio­na­tasi dal campo di colata dell’altoforno  2 men­tre era intento nell’operazione di veri­fica della tem­pe­ra­tura della ghisa. Secondo la Pro­cura, l’impianto non avrebbe i requi­siti minimi di sicu­rezza e per que­sto va fer­mato. Per l’azienda invece, l’incidente è stato cau­sato da un’errata mano­vra umana.

Ieri, inat­teso, è arri­vato il blitz dei cara­bi­nieri. Sedici dipen­denti dell’Ilva e tre della ditta d’appalto Semat sono stati denun­ciati dai cara­bi­nieri per vio­la­zione di sigilli a con­clu­sione dei con­trolli effet­tuati dai mili­tari nell’ara dell’Altoforno2: non sono ancora chiare le moti­va­zioni che hanno spinto i mili­tari a pro­ce­dere alla con­te­sta­zione della vio­la­zione di sigilli a tutti i 19 ope­rai tro­vati oggi in ser­vi­zio al primo turno, visto che il giu­di­zio sull’intera vicenda dovrebbe essere comun­que sospeso fino alla pro­nun­cia della Corte costituzionale.

I sin­da­cati hanno subito incon­trato l’azienda per chie­dere infor­ma­zioni su quanto acca­duto. La diri­genza, secondo le Rsu, ha fatto pre­sente che la linea azien­dale è quella di atte­nersi al decreto legge: secondo Fim, Fiom e Uilm, peral­tro, il numero di denun­ciati potrebbe anche aumen­tare se gli inve­sti­ga­tori doves­sero com­pren­dere anche gli ope­rai degli altri turni. L’Ilva in una nota «riba­di­sce di aver ope­rato nel pieno rispetto della lega­lità in ottem­pe­ranza alle pre­vi­sioni del decreto legge 92/15. I dipen­denti iden­ti­fi­cati — pro­se­gue l’azienda — hanno ese­guito le pre­vi­sioni di un decreto Legge nor­mato su pre­sup­po­sti di urgenza. Al momento resta garan­tita la con­ti­nuità pro­dut­tiva». Allo stesso tempo, l’Ilva annun­cia che «garan­tirà la tutela legale dei pro­pri dipen­denti for­nendo loro la più ampia assistenza».

Fim, Fiom e Uilm di Taranto, hanno rea­gito dura­mente all’iniziativa dei cara­bi­nieri, e in una nota con­giunta affer­mano che «nella vicenda i lavo­ra­tori siano privi di qual­siasi respon­sa­bi­lità diretta e, per quanto tali, non deb­bano essere coin­volti da prov­ve­di­mento alcuno anche e soprat­tutto in ter­mini di sicu­rezza e sal­va­guar­dia impian­ti­stica». I sin­da­cati annun­ciano che «garan­ti­ranno la costante infor­ma­zione sugli svi­luppi e ogni even­tuale azione neces­sa­ria sul piano giu­ri­dico indi­vi­duale di ognuno». Non spetta ai lavo­ra­tori «garan­tire l’attuazione delle pre­scri­zioni o degli ordini dell’autorità giu­di­zia­ria. Non è pos­si­bile, anzi è allu­ci­nante che i lavo­ra­tori siano iden­ti­fi­cati come respon­sa­bili. È l’Ilva che deve farlo e allora o l’Ilva ci dice che gli impianti sono sicuri, oppure — con­clu­dono — siamo noi a fer­mare il side­rur­gico. In que­sto caos gestio­nale non si può più stare».

In effetti appare quanto meno strano quello acca­duto ieri all’Ilva: è impen­sa­bile e ingiu­sto che alla fine siano gli ope­rai a pagare il pezzo più alto di que­sto scon­tro che dura ora­mai da tre lun­ghi anni. Per que­sto nella serata di ieri i sin­da­cati sono stati con­vo­cati dal Pre­fetto di Taranto, che ha assi­cu­rato tran­quil­lità sulla posi­zione degli ope­rai iden­ti­fi­cati e denun­ciati ieri. Sicu­ra­mente le pros­sime ore saranno deci­sive per capire il da farsi. Per ora l’Ilva con­ti­nua a pro­durre, sep­pur al minimo. Ma non è escluso un nuovo inter­vento del governo nelle pros­sime ore.

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