MILANO . Potrebbe essere, se non la fine, il rinvio dei sogni di gloria russi per il trasporto del gas: arrivare nel sud Europa senza essere più essere costretti a passare attraverso l’Ucraina? E’ una delle domande che gli addetti ai lavori si stanno facendo nelle ultime ore. Da quando il consorzio per la costruzione del South Stream, il gasdotto che dovrebbe trasportare sotto il Mar Nero il metano del colosso Gazprom nei paesi della Ue, ha cancellato il contratto assegnato quasi due anni fa al gruppo italiano Saipem.
La società controlla da Eni (che ne possiede una quota superiore al 43 per cento) ha fatto sapere ieri di aver ricevuto a sorpresa una notifica di “termination for convenience”. Si tratta – si legge in una nota ufficiale – di una «clausola contrattuale standard che prevede la possibilità di recedere dall’accordo in assenza di violazioni dello stesso, a fronte di un compenso determinato in coerenza con i termini e le condizioni del contratto ».
In sostanza, Gazprom acetta di pagare una sostanziosa penale, pur di stracciare il contratto che, comunque, avrebbe portato nelle casse di Saipem 2,2 miliardi di dollari. Che la rescissione del contratto sia arrivata a sopresa, lo dimostrerebbe il fatto che proprio in queste ore uno dei mezzi navali della società italiana per la posa dei cavi sul fondo marino aveva iniziato le manovre per l’ormeggio nelle acque russe nel Mar Nero.
In realtà, il progetto originario del South Stream, il cui approdo europeo era stato fissato in Bulgaria, era già stata abbandonato a suo tempo da Gazprom, in seguito ai contrasti con Bruxelles e alle sanzioni imposte dalla Ue a Mosca dopo gli scontri in Ucraina. Il nuovo progetto prevedeva lo sbarco dell’infrastruttura in Turchia e da qui in Grecia. Non per nulla, proprio ieri è stato firmato un accordo tra Mosca e Atene per il passaggio di una fornitura di gas da 47 miliardi di metri cubi all’anno. Ma il Cremlino dovrà fare i conti con le resistenze europee e con le pressioni che gli Usa potrebbero fare su Ankara, visto che la Turchia è un asse importante della Nato nella regione. Saipem pensava di essersi assicurata la commessa anche secondo il nuovo tracciato, ma Mosca ha deciso altrimenti. La Borsa ha reagito male alla notizia della cancellazione del contratto: Saipem ha perso il 2,4 percento mentre Piazza Affari ha guadagnato oltre il 3,5%. La prima grana per Stefano Cao, l’ex manager Eni appena nominato amministratore delegato della società di ingegneria.