Congresso Usa, schiaffo a Lagarde e al Fmi

Congresso Usa, schiaffo a Lagarde e al Fmi

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Un docu­mento del con­gresso Usa ha cri­ti­cato — in modo duro — il Fmi, soste­nendo una sorta di difesa delle ragioni gre­che. La let­tera, indi­riz­zata a Chri­stine Lagarde, Diret­tore Ope­ra­tivo del Fmi, dai toni tutt’altro che con­ci­lianti, inti­mava a Lagarde di tro­vare un accordo con la Gre­cia per con­ti­nuare ad avere il sup­porto del Con­gresso degli Usa.

Si tratta di un’improbabile difesa della Gre­cia da parte degli Usa. La Gre­cia vive una peri­co­losa reces­sione; la ripresa diventa più fati­cosa ogni set­ti­mana e la popo­la­zione ha già sof­ferto grandi per­dite in ter­mini di Pil e disoc­cu­pa­zione. Non fosse suf­fi­ciente, il pro­gramma di auste­rità impo­sto in que­sti anni non ha fatto che esa­cer­bare la situa­zione. L’idea di chie­dere alla Gre­cia un avanzo pri­ma­rio del 4% è ora «ampia­mente rico­no­sciuta come un errore». In breve, il Con­gresso degli Stati uniti intima a Lagarde di tro­vare una solu­zione. «È urgente che si dimo­stri la fles­si­bi­lità pro­messa ai fini di evi­tare un default o altre impre­ve­di­bili conseguenze».

Una impre­vi­sta gene­ro­sità, da parte del Con­gresso? Natu­ral­mente no, i con­flitti interni al Fondo e i con­flitti tra i cre­di­tori stanno diven­tando mani­fe­sti. I pro­blemi sono mul­ti­pli. I governi euro­pei, in par­ti­co­lare la Ger­ma­nia, hanno sem­pre respinto con durezza l’ipotesi di una ristrut­tu­ra­zione del debito greco: una ristrut­tu­ra­zione del debito greco cree­rebbe un pre­ce­dente e potrebbe legit­ti­mare l’Italia e la Spa­gna a chie­dere a loro volta tagli, cosa che la Ger­ma­nia intende impe­dire. È evi­dente tut­ta­via che il pugno duro della Ger­ma­nia dà fasti­dio a Washing­ton, che ora minac­cia Lagarde di tro­vare un accordo per­ché se que­sto non avve­nisse vi sarebbe il rischio di una crisi ben più seria, non solo in Gre­cia ma in Europa e nell’economia glo­bale. Del resto in que­sti giorni, la domanda che tutti si sta­vano ponendo è que­sta: ma per­ché il Fmi ha atteso il 2 luglio per pub­bli­care un’analisi della soste­ni­bi­lità del debito greco che dà ragione al governo greco?

La mat­tina del 3 luglio ne par­la­vano tutti: si sot­to­li­neava come l’analisi del Fondo fosse il più impor­tante docu­mento da leg­gere per chi volesse com­pren­dere la crisi greca. Il Fondo in quel docu­mento ammette ciò che molti dicono da tempo: che il debito greco è inso­ste­ni­bile. La Gre­cia non può pagare. Non solo, affin­ché il debito greco diventi soste­ni­bile, le poli­ti­che nei con­fronti della Gre­cia devono cam­biare. Biso­gna esten­dere le sca­denze dei paga­menti e por­tare il periodo di gra­zia a 20 anni; biso­gna ese­guire una ristrut­tu­ra­zione del debito con tagli del 30% e serve un nuovo finan­zia­mento euro­peo di almeno 50 miliardi nei pros­simi tre anni. La noti­zia del docu­mento greco era stata subito ripresa dal governo greco. Yanis Varou­fa­kis, com­men­tando ieri la noti­zia sul suo blog soste­neva con un certo com­pia­ci­mento che l’analisi del Fondo dava ragione a Syriza.

L’analisi evi­den­ziava in par­ti­co­lare due punti impor­tanti. Primo, non è mai suc­cesso che una isti­tu­zione di quel cali­bro abbia por­tato avanti poli­ti­che che con­tra­sta­vano così impie­to­sa­mente con tutte le con­clu­sioni del pro­prio isti­tuto di ricerca. Secondo, non è mai suc­cesso prima che il Fondo si sia tro­vato d’accordo con l’analisi eco­no­mica del paese che inten­deva devastare.

L’ironia di Varou­fa­kis sot­ten­deva aspetti della que­stione che sono diven­tati chiari nel corso della gior­nata. Nel primo pome­rig­gio Reu­ters ha fatto sapere che i paesi euro­pei ave­vano ten­tato in tutti i modi di impe­dire la pub­bli­ca­zione dell’analisi del Fmi.



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