Profughi, cresce la tensione con la Francia
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ROMA Scena di ieri: tra i profughi della Stazione Tiburtina, a Roma, alcuni ragazzi eritrei riescono a collegarsi via cellulare con dei loro connazionali ancora in Libia e pronti a salpare verso le nostre coste. Arrivano testimonianze drammatiche: «Il mare è calmo, qui ci sono almeno diecimila persone in fila, siamo quasi tutti eritrei e aspettiamo di essere imbarcati, dobbiamo scappare sennò i libici ci ammazzano…». Vuol dire che la situazione, già critica, rischia di peggiorare nelle prossime ore per i nuovi sbarchi. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, lo sa e annuncia: «Martedì (domani, ndr ) sarò in Lussemburgo con gli altri ministri dell’Interno e dirò con chiarezza: o facciamo l’equa distribuzione dei migranti in Europa, o organizziamo i campi profughi in Libia, o organizziamo una seria politica dei rimpatri».
Il cruccio maggiore è la Libia: «La comunità internazionale ha bombardato la Libia — dice Alfano —. Tutti quelli che scappano da lì arrivano da noi: quindi o la comunità si fa carico di risolvere il problema e monta lì le tende e organizza lì lo screening tra chi ha diritto all’asilo e chi no, oppure non può scaricare su di noi questo peso» e «se l’Europa non darà seguito alla propria responsabilità e solidarietà, si troverà di fronte un’Italia diversa». Per esempio, le frontiere chiuse dalla Francia a Ventimiglia per non far passare i migranti hanno già provocato grande irritazione al Viminale, che ci vede una chiara violazione del trattato di Schengen. Alfano è durissimo: «Le scene di Ventimiglia sono l’antipasto di quanto succederebbe se si chiudesse Schengen». La situazione, si spera, dovrebbe migliorare già oggi, quando la Germania, che aveva sospeso Schengen per il G7 in Baviera, consentirà di nuovo libero accesso alle sue frontiere. Dalla Francia, però, arriva una netta precisazione: «Il confine italo-francese non è mai stato chiuso, Schengen non è mai stato sospeso — ha dichiarato un alto responsabile della prefettura delle Alpes-Maritimes —. L’unica eccezione risale a ieri (sabato, ndr ) per un’ora o due, sulla strada tra Ventimiglia e Mentone, dove la circolazione è stata interrotta su richiesta della stessa polizia italiana, nel momento in cui ha lanciato le operazioni di sgombero dei migranti. Ma chiunque abbia il diritto di circolare nello spazio Schengen può continuare a farlo liberamente». Per quanto riguarda, invece, il controllo e il riaccompagnamento alla frontiera italiana «degli stranieri in situazione irregolare», essi continuano sulla base «degli accordi franco-italiani di Chambéry».
Infine, il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, lancia un segnale di distensione al governo: «Renzi ha detto che vuole vedermi, ne sono contento. Non sono contro a prescindere, a condizione che ci sia un’equa distribuzione dei migranti tra le Regioni e il governo fermi i flussi».
D’accordo anche sulla Libia: «Il governo deve chiedere la convocazione immediata del Consiglio di Sicurezza dell’Onu — prosegue Maroni — e invocare l’intervento dei caschi blu affinché si facciano lì i campi profughi e si creino dei corridoi umanitari per chi ha i requisiti di profugo. Questa è l’unica soluzione. Fare i campi in Libia, fermare le partenze, salvare vite umane ed evitare un’invasione per l’Italia».
Fabrizio Caccia
Il cruccio maggiore è la Libia: «La comunità internazionale ha bombardato la Libia — dice Alfano —. Tutti quelli che scappano da lì arrivano da noi: quindi o la comunità si fa carico di risolvere il problema e monta lì le tende e organizza lì lo screening tra chi ha diritto all’asilo e chi no, oppure non può scaricare su di noi questo peso» e «se l’Europa non darà seguito alla propria responsabilità e solidarietà, si troverà di fronte un’Italia diversa». Per esempio, le frontiere chiuse dalla Francia a Ventimiglia per non far passare i migranti hanno già provocato grande irritazione al Viminale, che ci vede una chiara violazione del trattato di Schengen. Alfano è durissimo: «Le scene di Ventimiglia sono l’antipasto di quanto succederebbe se si chiudesse Schengen». La situazione, si spera, dovrebbe migliorare già oggi, quando la Germania, che aveva sospeso Schengen per il G7 in Baviera, consentirà di nuovo libero accesso alle sue frontiere. Dalla Francia, però, arriva una netta precisazione: «Il confine italo-francese non è mai stato chiuso, Schengen non è mai stato sospeso — ha dichiarato un alto responsabile della prefettura delle Alpes-Maritimes —. L’unica eccezione risale a ieri (sabato, ndr ) per un’ora o due, sulla strada tra Ventimiglia e Mentone, dove la circolazione è stata interrotta su richiesta della stessa polizia italiana, nel momento in cui ha lanciato le operazioni di sgombero dei migranti. Ma chiunque abbia il diritto di circolare nello spazio Schengen può continuare a farlo liberamente». Per quanto riguarda, invece, il controllo e il riaccompagnamento alla frontiera italiana «degli stranieri in situazione irregolare», essi continuano sulla base «degli accordi franco-italiani di Chambéry».
Infine, il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, lancia un segnale di distensione al governo: «Renzi ha detto che vuole vedermi, ne sono contento. Non sono contro a prescindere, a condizione che ci sia un’equa distribuzione dei migranti tra le Regioni e il governo fermi i flussi».
D’accordo anche sulla Libia: «Il governo deve chiedere la convocazione immediata del Consiglio di Sicurezza dell’Onu — prosegue Maroni — e invocare l’intervento dei caschi blu affinché si facciano lì i campi profughi e si creino dei corridoi umanitari per chi ha i requisiti di profugo. Questa è l’unica soluzione. Fare i campi in Libia, fermare le partenze, salvare vite umane ed evitare un’invasione per l’Italia».
Fabrizio Caccia
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