by redazione | 25 Giugno 2015 13:41
Erano 31 miliardi nel 2005, sono scesi a quota 26 nel 2014 (nonostante le sollecitazioni Nato). Ma solo 2,9 miliardi sono per i Paesi in via di sviluppo. L’incidenza del decreto missioni è minima: appena il 4 per cento. Il dibattito in parlamento: durante gli ultimi quattro governi non ha mai rappresentato la priorità, appena 26 ore di discussione contro le 70 del decreto Imu, le 81 del Jobs Act e le 133 della legge di Stabilità
ROMA – Trentuno miliardi nel 2005. Poi la cifra ha cominciato a scendere. E nel 2014 si è fermata poco sopra quota 26. A tanto ammonta – secondo la banca dati Sipri[1] – la spesa stanziata per la Difesa in Italia. Numeri che tengono dentro sia i soldi destinati agli interventi militari[2] sia quelli dedicati alla cooperazione (decreto missioni incluso). Ma senza alcun equilibrio tra le due componenti. In percentuale, quel che emerge è che la seconda incide sul totale in maniera decisamente lieve: dieci anni fa rappresentava il 14%, oggi non più dell’11 per cento. In cifre assolute si tratta di 2,9 miliardi contro 23,3: a voler semplificare, è come dire che quasi 9 euro su 10 sono stati incanalati verso attività militari. Il resto – briciole al confronto – alla cooperazione allo sviluppo.
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Stanziamenti, quelli ai militari, su cui pesa – al di là dei risultati – la sollecitazione della Nato (proprio in questi giorni è in corso il vertice dei ministeri della Difesa) che ha sempre invitato i propri membri a raggiungere un rapporto del 2% fra spesa militare e Pil (Prodotto interno lordo). Obiettivo sottolineato ancora nel summit che si è tenuto in Galles lo scorso anno[4], visto che molti Paesi – fra cui l’Italia – stanno lentamente scivolando nella direzione opposta. In quei giorni il premier Matteo Renzi[5] se la cavò replicando in conferenza stampa: “Se l’Europa considera la spesa per la Difesa strategica, allora andrebbe tolta dal patto di Stabilità[6]“.
Un altro monito, però, è di queste ore e arriva dal nuovo segretario alla Difesa Usa, Ashton Carter[7]. Giunto in questi giorni in Europa per partecipare a Bruxelles al vertice dell’Alleanza, Carter ha promesso più armi contro la Russia[8] di Vladimir Putin[9] e ribadito che spetta agli europei fornire il grosso delle truppe terrestri non senza dimenticare che la maggior parte degli Stati membri non sta onorando i propri impegni di spesa.
Secondo i dati Openpolis[10] (col contributo di ActionAid[11]) per Repubblica.it, nel 2014 solamente in sei raggiungevano la soglia. Nell’ordine: Stati Uniti, Francia, Grecia, Turchia, Regno Unito ed Estonia. Per quanto riguarda l’Italia, rispetto al primo anno di riferimento (2004), la percentuale del Pil dedicata alla spesa è costantemente scesa, passando dal 2% all’1,5 per cento (nel computo è inclusa l’Arma dei Carabinieri).
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(fonti: OpenAid, Ocse, Sipri, ministero della Difesa, Openparlamento)
Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2015/06/politica-estera-e-spesa-per-la-difesa-9-euro-su-10-destinati-a-militari-briciole-alla-cooperazione/
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