L’accordo non c’è, ultimatum alla Grecia Weekend decisivo per i destini dell’euro
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BRUXELLES L’Eurogruppo straordinario si è chiuso senza progressi decisivi nella trattativa sul salvataggio della Grecia dall’insolvenza. Una quinta riunione dei 19 ministri finanziari in soli dieci giorni è stata convocata per domani «probabilmente», cioè se il governo greco avrà prima accettato la proposta/ultimatum delle istituzioni rappresentative dei creditori (Commissione europea, Bce e Fmi di Washington).
La linea dura della cancelliera tedesca Angela Merkel ha allontanato l’aspettativa del premier greco Alexis Tsipras di un compromesso politico nella due giorni del summit dei capi di Stato e di governo dell’Ue in corso a Bruxelles. I negoziati tecnici continuano a oltranza, di fatto avendo sul tavolo solo il testo gradito a Berlino.
«Il Consiglio europeo non se ne occuperà», ha sentenziato Merkel all’inizio del vertice dei 28 leader, rinviando «ai ministri finanziari di trovare una soluzione» perché la Grecia avrebbe fatto «piccoli passi indietro». La cancelliera, nella riunione pre-summit del suo europartito di centrodestra Ppe, aveva escluso di subire «il ricatto» del governo di estrema sinistra di Tsipras.
Nell’Eurogruppo il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha ribadito la linea Merkel con un «non siamo molto ottimisti». Il presidente della banca centrale tedesca Jens Weidmann ha rafforzato la posizione della Germania ammonendo la Bce di Mario Draghi e «tutti quelli che stanno negoziando» che «il sistema delle banche europee non deve fornire finanziamenti ponte alla Grecia anche come anticipazioni di futuri pagamenti assicurati».
Merkel ha condiviso le preoccupazioni generali sulle conseguenze per i mercati finanziari qualora il fallimento del negoziato sullo sblocco dei prestiti portasse all’insolvenza di Atene, che deve pagare la rata da 1,6 miliardi del debito con il Fmi entro il 30 giugno. «Ci deve essere un accordo prima che lunedì riaprano i mercati», ha dichiarato la cancelliera, intendendo l’accettazione delle sue proposte.
Il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, ha relazionato i 28 leader nella prima parte del summit, spiegando i principali punti di contrasto e l’invito alla Grecia ad «accettare la proposta delle istituzioni» dei creditori entro la riunione di domani.
Il presidente francese Francois Hollande e il premier Matteo Renzi, che hanno i conti pubblici nazionali in difficoltà, sostengono la ricerca di una soluzione rapida e conciliante con Atene. «La crisi greca sarà risolta non all’interno di questo vertice, ma nelle prossime ore», ha affermato Renzi.
Merkel, consapevole dei contrasti interni al partito ellenico di governo Syriza, pretende che qualsiasi accordo raggiunto con Tsipras sia approvato dal Parlamento di Atene prima di passare alla ratifica di quello tedesco. Esponenti della maggioranza ellenica hanno accusato la cancelliera di avere come obiettivo «l’umiliazione della Grecia e la caduta del governo Tsipras», modello di altri movimenti europei fondati sull’opposizione alle politiche di austerità.
Ivo Caizzi
La linea dura della cancelliera tedesca Angela Merkel ha allontanato l’aspettativa del premier greco Alexis Tsipras di un compromesso politico nella due giorni del summit dei capi di Stato e di governo dell’Ue in corso a Bruxelles. I negoziati tecnici continuano a oltranza, di fatto avendo sul tavolo solo il testo gradito a Berlino.
«Il Consiglio europeo non se ne occuperà», ha sentenziato Merkel all’inizio del vertice dei 28 leader, rinviando «ai ministri finanziari di trovare una soluzione» perché la Grecia avrebbe fatto «piccoli passi indietro». La cancelliera, nella riunione pre-summit del suo europartito di centrodestra Ppe, aveva escluso di subire «il ricatto» del governo di estrema sinistra di Tsipras.
Nell’Eurogruppo il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha ribadito la linea Merkel con un «non siamo molto ottimisti». Il presidente della banca centrale tedesca Jens Weidmann ha rafforzato la posizione della Germania ammonendo la Bce di Mario Draghi e «tutti quelli che stanno negoziando» che «il sistema delle banche europee non deve fornire finanziamenti ponte alla Grecia anche come anticipazioni di futuri pagamenti assicurati».
Merkel ha condiviso le preoccupazioni generali sulle conseguenze per i mercati finanziari qualora il fallimento del negoziato sullo sblocco dei prestiti portasse all’insolvenza di Atene, che deve pagare la rata da 1,6 miliardi del debito con il Fmi entro il 30 giugno. «Ci deve essere un accordo prima che lunedì riaprano i mercati», ha dichiarato la cancelliera, intendendo l’accettazione delle sue proposte.
Il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, ha relazionato i 28 leader nella prima parte del summit, spiegando i principali punti di contrasto e l’invito alla Grecia ad «accettare la proposta delle istituzioni» dei creditori entro la riunione di domani.
Il presidente francese Francois Hollande e il premier Matteo Renzi, che hanno i conti pubblici nazionali in difficoltà, sostengono la ricerca di una soluzione rapida e conciliante con Atene. «La crisi greca sarà risolta non all’interno di questo vertice, ma nelle prossime ore», ha affermato Renzi.
Merkel, consapevole dei contrasti interni al partito ellenico di governo Syriza, pretende che qualsiasi accordo raggiunto con Tsipras sia approvato dal Parlamento di Atene prima di passare alla ratifica di quello tedesco. Esponenti della maggioranza ellenica hanno accusato la cancelliera di avere come obiettivo «l’umiliazione della Grecia e la caduta del governo Tsipras», modello di altri movimenti europei fondati sull’opposizione alle politiche di austerità.
Ivo Caizzi
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