La Ue litiga sulle quote. Renzi: siate solidali
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BRUXELLES «Se questa è la vostra idea d’Europa tenetevela. O c’è solidarietà o non fateci perdere tempo. Se volete la redistribuzione su base volontaria potete cancellare. Faremo da soli» dice duro il premier Matteo Renzi al Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo. La discussione sul piano immigrazione messo a punto dalla Commissione Ue per far fronte all’emergenza nel Mediterraneo comincia solo durante la cena (a base di asparagi in salsa mousseline, branzino, polenta, dessert di fragole e lamponi) e prosegue nella notte fra scontri tra i leader e tensioni. I 28 hanno prima affrontato la crisi greca, data l’urgenza della situazione, anche se non era inizialmente in scaletta.
Il confronto aspro, riferisce chi era presente, si è concentrato, secondo le attese, sul ricollocamento dei 40 mila migranti richiedenti protezione internazionale approdati sulle coste italiane e greche, sull’obbligatorietà della solidarietà e delle «quote» di redistribuzione. Spagna e Gran Bretagna hanno criticato l’obbligatorietà, mentre Lituania (con la cui presidente Grybausakaite Renzi ha avuto un durissimo scontro), Repubblica Ceca e Slovacchia hanno insistito perché fosse esplicitamente menzionata la volontarietà della ridistribuzione. «Non accettiamo nessuna concessione ¬– ha detto Renzi . O fate un gesto anche simbolico oppure non preoccupatevi: l’Italia può permettersi di fare da sola». Per il premier «è l’Europa che non può permetterselo»: «Mi emoziono davanti all’Europa – ha proseguito -. Sono figlio di questa storia. Non accetterò mai che questa discussione sia così meschina ed egoista». Renzi ha poi ricordato gli “ideali” che hanno portato a fondare la Ue. «Ho pianto per il muro di Berlino, ho pianto per Srebrenica. Credo in un ideale — ha concluso —. Non accetterò mai un compromesso al ribasso».
Anche l’Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Federica Mogherini, ha difeso con forza la proposta della Commissione: «Se siete tutti come dite entusiasti della parte esterna della nostra strategia – ha detto – dovete sapere che senza decisioni sulla solidarietà interna la nostra credibilità esterna crolla».
Il punto è sempre la disponibilità a redistribuire tra gli Stati i 60 mila migranti richiedenti asilo (40 mila arrivati in Italia e Grecia, 20 mila ospitati nei campi profughi dei Paesi terzi). La proposta della Commissione è «rivoluzionaria» aveva detto Mogherini entrando al vertice. Il meccanismo temporaneo, spiegava ieri una fonte diplomatica Ue, potrebbe rappresentare il punto di partenza per «l’evoluzione del Regolamento di Dublino che sta affrontando informalmente la Commissione, anche se non si tratta di una cosa semplice, ma il concetto di solidarietà e di gestione collettiva dei richiedenti asilo può prefigurare un cambio dell’attuale regolamento».
Prima dell’inizio del vertice era stato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ad anticipare che «non c’è consenso tra i Paesi sulle quote obbligatorie per i migranti» e a sottolineare che «la nostra priorità dovrebbe essere quella di contenere l’immigrazione illegale». Il premier Renzi prima di volare a Bruxelles aveva spiegato ai presidenti delle Regioni: «I richiedenti asilo vengano accolti, i migranti economici siano rimpatriati». E almeno sui rimpatri i Ventotto concordano, così come sulla necessità di sviluppare politiche adeguate nei Paesi d’origine dei migranti e di transito.
Francesca Basso
Il confronto aspro, riferisce chi era presente, si è concentrato, secondo le attese, sul ricollocamento dei 40 mila migranti richiedenti protezione internazionale approdati sulle coste italiane e greche, sull’obbligatorietà della solidarietà e delle «quote» di redistribuzione. Spagna e Gran Bretagna hanno criticato l’obbligatorietà, mentre Lituania (con la cui presidente Grybausakaite Renzi ha avuto un durissimo scontro), Repubblica Ceca e Slovacchia hanno insistito perché fosse esplicitamente menzionata la volontarietà della ridistribuzione. «Non accettiamo nessuna concessione ¬– ha detto Renzi . O fate un gesto anche simbolico oppure non preoccupatevi: l’Italia può permettersi di fare da sola». Per il premier «è l’Europa che non può permetterselo»: «Mi emoziono davanti all’Europa – ha proseguito -. Sono figlio di questa storia. Non accetterò mai che questa discussione sia così meschina ed egoista». Renzi ha poi ricordato gli “ideali” che hanno portato a fondare la Ue. «Ho pianto per il muro di Berlino, ho pianto per Srebrenica. Credo in un ideale — ha concluso —. Non accetterò mai un compromesso al ribasso».
Anche l’Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Federica Mogherini, ha difeso con forza la proposta della Commissione: «Se siete tutti come dite entusiasti della parte esterna della nostra strategia – ha detto – dovete sapere che senza decisioni sulla solidarietà interna la nostra credibilità esterna crolla».
Il punto è sempre la disponibilità a redistribuire tra gli Stati i 60 mila migranti richiedenti asilo (40 mila arrivati in Italia e Grecia, 20 mila ospitati nei campi profughi dei Paesi terzi). La proposta della Commissione è «rivoluzionaria» aveva detto Mogherini entrando al vertice. Il meccanismo temporaneo, spiegava ieri una fonte diplomatica Ue, potrebbe rappresentare il punto di partenza per «l’evoluzione del Regolamento di Dublino che sta affrontando informalmente la Commissione, anche se non si tratta di una cosa semplice, ma il concetto di solidarietà e di gestione collettiva dei richiedenti asilo può prefigurare un cambio dell’attuale regolamento».
Prima dell’inizio del vertice era stato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ad anticipare che «non c’è consenso tra i Paesi sulle quote obbligatorie per i migranti» e a sottolineare che «la nostra priorità dovrebbe essere quella di contenere l’immigrazione illegale». Il premier Renzi prima di volare a Bruxelles aveva spiegato ai presidenti delle Regioni: «I richiedenti asilo vengano accolti, i migranti economici siano rimpatriati». E almeno sui rimpatri i Ventotto concordano, così come sulla necessità di sviluppare politiche adeguate nei Paesi d’origine dei migranti e di transito.
Francesca Basso
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