Gli impresentabili

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«Assurdo, assurdo, ho avuto diecimila e novantasette voti, un’enormità per Benevento, in percentuale sono la più votata di Forza Italia, ma per colpa di un meccanismo vergognoso il seggio non lo prendo», si sfoga Alessandrina Lonardo ovvero Lady Mastella, battuta ma non doma. «Ho fatto una campagna strepitosa, sono serena, vado avanti, anche se sono ventiquattr’ore che non dormo». Non perde certo il sonno per delle regionali il consorte Clemente, che tante ne ha viste: «E pazienza, va così. I piccoli centri sono penalizzati, i seggi qui sono solo due, uno va al Pd e uno a Caldoro, questa legge elettorale è un po’ vigliacca. Dispiaciuto per la sconfitta? Beh, non è che uno poi se ne va a ballare».
Ecco, visto com’è andata, tre seggi presi su sedici, parecchi impresentabili potevano anche fare a meno di presentarsi. Suggestionati o meno dalla «lista nera» dell’Antimafia, gli elettori li hanno rispediti a casa. Vincenzo De Luca a parte, il Super Vincitore, ce l’hanno fatta solo in due, Luciano Passariello e Alberico Gambino, entrambi in lista con Fratelli d’Italia, in appoggio a Caldoro. «Festeggiare? Macché, ho solo voglia di tornare a casa e riabbracciare mia moglie», confessa Passariello, ringraziando i suoi 8.500 elettori «che malgrado tutto si sono fidati di me. Di sicuro adesso non partirò per una crociera con la “Morning Star”, la barca da 200 mila euro per cui sono finito sotto inchiesta e che mi è costata quel marchio d’infamia. Pensavano i magistrati che me la fossi comprata, la barca, così come un terreno in Sardegna a Villasimius, con soldi avuti abusando dei miei poteri di consigliere regionale. E invece erano solo soldi miei. Ma adesso parlerò coi miei avvocati…».
Perché il punto è questo: vincenti o perdenti, pugliesi o campani, quasi tutti ora coltivano propositi bellicosi nei confronti di Rosy Bindi e della Commissione Antimafia: «Credo proprio che le chiederò i danni», annuncia Antonio Agostino Ambrosio, primario chirurgo a Nola, ex sindaco di San Giuseppe Vesuviano, Comune sciolto per mafia nel 2009 e 7.500 voti inutili presi con Forza Italia. «E con i soldi che avrò, allargherò l’ospedale per bambini che abbiamo aperto a Togoville, in Africa». «Io ci vorrei proprio parlare con la Bindi, Rosy era democristiana come me, poi è diventata della sinistra più giustizialista», dice Sergio Nappi, 59 anni, medico di Monteforte Irpino, non eletto con la lista “Caldoro presidente”. «Mi dispiace soprattutto perché certe accuse, infondate, hanno fatto male ai miei figli, Marco, che lavora a Milano con Dolce&Gabbana, e Giulia che studia giornalismo alla Iulm».
«Non è che la botta mi passa subito», racconta Carmela Grimaldi, 46 anni, assistente sociale di Salerno, in lizza per De Luca. «Era la mia prima esperienza, non ci contavo, però non mi aspettavo di finire sui giornali trattata come una delinquente, con tutti i soldi che ho speso di avvocato. Sa che mi hanno detto gli amici? Carmé, eri un mito, ci sei caduta. Ora denuncio tutti».
È mogio l’otorinolaringoiatra di Cisternino Enzo Palmisano. «E come dovrei stare dopo tutto questo sputtanamento a 360 gradi? Al paese ho preso 730 voti, ma tutta la lista è andata male. Ora smonto gli uffici e poi penserò a chi mi ha diffamato». Il suo seggio campano l’avrebbe anche conquistato, Fernando Errico di Ncd, «ma per la legge se lo prende Caldoro, sono crollato ad un centimetro dal traguardo». Se lo sentiva Massimiliano Oggiano, commercialista brindisino pro Fitto. «Eh, si vince e si perde». La seconda, per lui. «Molta gente ha pensato che non mi si potesse votare e non c’è proprio andata». Fabio Ladisa, 32 anni, Popolari con Emiliano, promette che si ripresenterà: «Tra 4 anni farò la campagna elettorale attaccando ai muri il mio casellario giudiziale pulito». Infine, Domenico Elefante, 57 anni, che appoggiava De Luca ma ha la tessera di Forza Italia: «Ho preso 1.200 voti, me ne aspettavo 5 mila — dice —. Tutto per colpa della Bindi e dell’Antimafia. Impresentabili saranno loro. Io vengo dall’Azione Cattolica!».
Fabrizio Caccia
Giovanna Cavalli


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