Dresda, il balzo della destra anti islamica di Pegida
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Non solo gente in piazza, come è accaduto molte volte, ma anche consensi elettorali. Il successo del movimento di estrema destra Pegida (Patrioti europei contro l’islamizzazione dell’Occidente) nelle amministrative di Dresda è un segnale preoccupante che conferma l’esistenza in Germania di sentimenti antistranieri e antisistema.
Tatjana Festerling, candidata sindaco dell’organizzazione nata proprio nel capoluogo sassone, ha ottenuto il 9,6 per cento, piazzandosi al quarto posto, non lontano dalla Cdu di Angela Merkel che perde così un’altra grande città. La specificità locale di questo voto è un fattore che non diminuisce, ma anzi accentua la necessità di una riflessione per il mondo politico. In Sassonia gli immigrati sono meno che in altri Länder (circa il 2,8 per cento). Ma, nonostante questo, una parte dell’elettorato condivide gli slogan di una «rinascita» tedesca, fondata sull’egoismo, forse anche perché si sente inascoltata dal governo di Berlino, e sceglie il voto di protesta, mischiando i rancori di ieri ai risentimenti di oggi. Un fenomeno, questo, che trova nell’est del Paese un terreno più fertile. Vietato sottovalutare questo malessere, perché l’estremismo è in agguato. Festerling è stata allontanata dal partito antieuro Alternative für Deutschland per aver aderito al gruppo «Hooligans contro i salafisti». Ritiene che chi chiede asilo «lascia la famiglia e la patria perché ha trovato un luogo dove vivere gratis». Non è l’unica, ce ne sono altre come lei.
Paolo Lepri
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