Così Buzzi pagava tutti «Ci mangiamo Roma»

by redazione | 5 Giugno 2015 8:54

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ROMA «A proposito di Coratti… c’ho una cosa per… 10.000 euro, eccolo qua, prima ancora di parlare, 10.000 euro» raccontava Salvatore Buzzi il 15 gennaio 2014. Due giorni dopo, il 17 gennaio, su un conto corrente della Unipol Banca intestato alla cooperativa 29 giugno, una di quelle che fanno capo a Buzzi, veniva registrato un bonifico di 10.000 euro su un altro conto della stessa banca, in favore dell’Associazione Rigenera. Causale del versamento: «Erogazione liberale». Il problema è che Rigenera è stata fondata da Mirko Coratti — consigliere comunale del Pd, presidente dell’assemblea fino a dicembre scorso —, il quale la utilizzava «anche in funzione delle sue specifiche esigenze politiche», e disponeva di una «informale rendicontazione sulla gestione delle risorse economiche». Ecco perché, secondo le indagini del Ros e della Procura di Roma, quei soldi non sono altro che una parte del prezzo della corruzione pagata all’amministratore locale.
«Tutti chiedono soldi,
cifra impressionante»
Dall’ex presidente del Consiglio comunale in giù, il nuovo capitolo del malaffare in Campidoglio racconta di denari e assunzioni di parenti e amici (o amiche) elargiti con generosità dalla presunta associazione criminale guidata da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. Per fare «mangiare la mucca», attraverso gli appalti, che poi garantiva ai politici l’adeguata «mungitura», cioè le tangenti. Così parlava Buzzi. Fuor di metafora, accusano gli inquirenti, «le erogazioni di utilità di Buzzi, esecuzione della linea strategica delineata di concerto con Carminati, avevano l’evidente funzione di asservire agli interessi del gruppo politici che gravitavano nei segmenti delle istituzioni» di maggiore interesse .
Della disinvoltura con la quale i consiglieri comunali accettavano i pagamenti in cambio dell’«asservimento» delle loro funzioni, si stupivano gli stessi personaggi accusati di corruzione, come Buzzi e i suoi collaboratori. «Ieri abbiamo preso altri due appartamenti — dice Buzzi —, ormai oh …, io arrivo in un consiglio comunale vengono i consiglieri da me …, mi dai il documento…». «Certo che non stanno messi troppo bene ‘sti consiglieri in termini di moralità», gli fa eco Alessandra Garrone. E Buzzi insiste: «È venuto Panecaldo (capogruppo pd, ndr ), me fa “ ahò quando fai lavora’ …”, “ quando tu mi dai il lavoro”, j’ho detto». In un’altra circostanza il «re delle cooperative» si lamenta col suo commercialista: «Mi stanno a chiede tutti i soldi… è una cifra impressionante».
Stessa operazione
fatta con il centrodestra
Per far approvare dall’assemblea comunale gli stanziamenti del Debito fuori bilancio, attraverso i quali finanziare attività come l’assistenza ai minori stranieri non accompagnati, Buzzi promette 130.000 euro complessivi più qualche assunzione, e nelle intercettazioni compaiono i nomi di diversi consiglieri. Non solo quelli arrestati: «Vogliono trentamila, quindici Luca (Giansanti, eletto con la lista Marino, ndr ) e quindici Ferrari (esponente pd, ndr ), extra del pacchetto di cento… dietro gli altri, perché non mi va di dire agli altri che Luca e Ferrari pigliano i soldi…». Secondo gli inquirenti il gruppo di «Mafia Capitale» realizza nel 2014, con la maggioranza di centrosinistra e l’interessamento anche dell’ex capogruppo pd in Campidoglio Francesco D’Ausilio, ciò che aveva incassato nel 2012 con la giunta di centrodestra. E proprio riferendosi a D’Ausilio, poi allontanato da quel ruolo per via dei dissapori con Marino, Buzzi dice «lui (Marino ndr ) se resta sindaco altri tre anni e mezzo, con il mio amico capogruppo ci mangiamo Roma».
«Quanto si guadagna?»
Dipende, dal 5 al 10»
In questo e altri contesti si inserisce l’accusa di corruzione per Massimo Caprari, 45 anni, eletto nella coalizione di maggioranza con il Centro democratico. Il quale la sera del 30 ottobre scorso, subito dopo il «sì» al Fuori Bilancio, spedì un messaggio telefonico a Buzzi: «Delibera debiti fuori bilancio approvata. Ho votato favorevole. Ciao. Caprari». Venti giorni dopo, in una conversazione tra i due, lo stesso Caprari s’informa: «Senti… almeno ‘sta cosettina …». Buzzi lo rassicura: «Poi te ricambio, non te preoccupà … Siamo riconoscenti». Caprari domanda: «Lo so… voi come… rapportate… di solito… coi consiglieri», e Buzzi risponde: «Pranzi… tutto… qualunque cosa che a te va bene». Il politico sembra non accontentarsi: «Ma c’è il guadagno, no? C’è la percentuale…». Buzzi: « Dipende se ce se guadagna … Dal cinque al dieci». Caprari pare tranquillizzarsi: «Vabbè… se me voi mette al cinque me va più che bene …». Poi sembra azzardare una cifra: «Mille euro al mese», e Buzzi replica: «Io guarda, c’ho io… co’ te, co’ Pedetti e co’ Giansanti », finché Caprari riassume: «Vabbè, tu quand’è… insomma sai… poi se s’apre uno spazio… dobbiamo cercà de fa cose più solide …».
«Se segue il lavoro si ripaga lo stipendio»
Pierpaolo Pedetti è il consigliere arrestato per le «condotte intese a costruire il consenso, in sede di assemblea capitolina, al fine di consentire il rinnovo dei servizi per l’emergenza alloggiativa a favore della Eriches (altra coop di Buzzi, ndr ) a valori sovradimensionati». Sull’ex assessore Daniele Ozzimo, anche lui arrestato per il «sostegno fornito» al rinnovo dello stesso contratto per la Eriches, i pedinamenti effettuati dai carabinieri hanno accertato che «dopo la nomina ad assessore supportata da Buzzi e approvata da Carminati, e prima della prima riunione di giunta, si è recato a trovare Buzzi» nel suo ufficio. Parlando di lui l’uomo delle cooperative dice: « Vedemo se riuscimo a trovà qualcuno… e soprattutto Ozzimo… il contratto migliore che abbiamo è lui… basta che segue il lavoro e s’è ripagato lo stipendio».
Giovanni Bianconi
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