Castiglione indagato in Sicilia Il boss Carminati e l’import di droga
ROMA Il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione (Ncd) è indagato a Catania per la gestione del Cara di Mineo. La conferma è nella seconda puntata di Mafia Capitale. È accusato di turbativa d’asta e turbata libertà di scelta del contraente. Nel 2014, su indicazione di Luca Odevaine, membro del Tavolo nazionale immigrazione e, secondo i pm, pedina di Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, avrebbe favorito la coop «La Cascina» in un appalto da 100 milioni. «Ora basta, sia fatta luce. Escludo ogni mia responsabilità», dice Castiglione. In sua difesa, l’ex ministro e oggi capogruppo di Area Popolare alla Camera, Maurizio Lupi: «Non vedo perché dovrebbe dimettersi. Un’indagine non è una sentenza». Ieri il Ros ha perquisito le sedi di alcune coop e onlus e le abitazioni di nuovi indagati di peso. Tra questi l’ex assessore all’Ambiente della giunta Alemanno, Marco Visconti, che avrebbe ricevuto 200 mila euro da Buzzi. E poi Antonio Pulcini, costruttore e padre di Daniele, già ai domiciliari, Calogero Salvatore Nucera, ex capo segreteria di Francesco D’Ausilio quando era capogruppo del Pd in Campidoglio, tre funzionarie del Comune di Roma, e i presidenti delle onlus, tra cui Maurizio Marotta, di Capodarco. Al via anche gli interrogatori di garanzia. L’ex assessore alla Casa Daniele Ozzimo: «Se ho fatto assumere una persona è per motivi umanitari». Il capogruppo Pd Mirko Coratti: «I rapporti di Figurelli (suo braccio destro ndr ) con Buzzi sono affari suoi». E nuovi elementi di prova sul ruolo di Massimo Carminati nella malavita organizzata arrivano dal faccendiere pentito Roberto Grilli, riascoltato dopo gli arresti di dicembre. Grilli racconta che nel 2008 viene contattato da Carmine Fasciani — boss di Ostia, 28 anni in 1° grado per associazione mafiosa — che vuole coinvolgerlo in una partita di cocaina dal Marocco. Grilli si rifiuta. Tre giorni dopo, al bar, Carminati gli dice: «So che hai incontrato un nostro comune amico, quello che sta al mare… a me non devi da’ spiegazioni, sai te quello che devi fare». Grilli mette a verbale: «Rimasi stranito, era come se Fasciani si fosse rivolto a Carminati per farmi arrivare il suo malcontento». Poi, nel 2011, 503 chili di cocaina dal Sudamerica costano il carcere al faccendiere. È Carminati a convincerlo e a «sbloccare» il viaggio, ma è l’unica persona che Grilli tiene fuori dalla confessione: «Perché con gli altri, insomma, è un diverso tipo di… Mi sono tenuto una polizza con la persona più influente e pericolosa». Il Cecato non tratta di persona la droga e rifiuta una «ricompensa». «Ma se ti vuoi comporta’ da ragazzo regolare — dice a Grilli — metti 20-30 (chili, ndr ) in una cantina per Riccardo Brugia (il braccio violento di Carminati, ndr ) e ci penserà lui». A pagarla e a rivenderla per guadagnarci.
Fonte: Fulvio Fiano, Corriere della Sera
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