Zyed e Bouna, tensione dopo l’assoluzione dei poliziotti

by redazione | 20 Maggio 2015 11:25

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Forte ten­sione, ma nes­sun inci­dente grave né arre­sto, alle mani­fe­sta­zioni che hanno fatto seguito, lunedi’ sera, alla sen­tenza defi­ni­tiva del tri­bu­nale di Ren­nes, che ha assolto due poli­ziotti, giu­di­cati per “non assi­stenza a per­sona in peri­colo” nel caso che aveva cau­sato la morte, dieci anni fa, il 27 otto­bre 2005, di Zyed e Bouna a Clichy-sous-Bois. I due ragaz­zini erano morti ful­mi­nati in una cen­tra­lina elet­trica, dove si erano rifu­giati per sfug­gire alla poli­zia, che li rin­cor­reva sospet­tan­doli di un furto. La morte di Zyed e Bouna era stata all’origine di tre set­ti­mane di rivolta nelle ban­lieues, il governo aveva impo­sto lo stato d’emergenza, per la prima volta in Fran­cia dopo la guerra d’Algeria.

“E’ scan­da­loso, la parola di due poli­ziotti bian­chi ha avuto ragione su ogni altra con­si­de­ra­zione”, ha com­men­tato Jean-Pierre Mignard, avvo­cato delle fami­glie delle due vit­time. Ma per il giu­dice, que­sto pro­cesso non doveva essere “il pro­cesso della poli­zia nel suo insieme, né quello delle rivolte del 2005, né quello dei vari inter­venti poli­tici su que­sti avve­ni­menti”. A Bobi­gny ha avuto luogo la mani­fe­sta­zione più impor­tante, 400 per­sone indi­gnate, con momenti di ten­sione con la poli­zia. La rab­bia cova anche a Clichy-sous-Bois. Ad avve­le­nare il clima è scesa in campo la destra in tutte le sue com­po­nenti. A comin­ciare da Marion Maré­chal Le Pen (la nipote), già in cam­pa­gna elet­to­rale per le regio­nali di dicem­bre (in Pro­venza), che ha twit­tato con pro­vo­ca­zione: “que­sta sen­tenza prova che la fec­cia ha messo a fuoco e san­gue la ban­lieue per pia­cere e non a causa di un abuso della poli­zia”. Per il rivale alle regio­nali Chri­stian Estrosi (Ump), “le fami­glie devono sol­tanto edu­care i figli e fare in modo che non diven­tino delin­quenti”. Il depu­tato Ump delle Alpi Marit­time Eric Ciotti è sod­di­sfatto dell’assoluzione dei due poli­ziotti “ingiu­sta­mente accu­sati per dieci anni”. La sini­stra ha rispo­sto con indi­gna­zione a que­ste prese di posi­zione, che difen­dendo il com­por­ta­mento dei poli­ziotti accu­sando i ragazzi. “Un pen­siero forte per le fami­glie di Zyed e Bouna, per que­sti due gio­vani morti per niente dieci anni fa”, ha affer­mato l’ex mini­stro delle Aree urbane, il socia­li­sta Fra­nçois Lamy, men­tre la segre­ta­ria di Europa Eco­lo­gia, Emma­nuelle Cosse ha ribat­tuto alla Le Pen: “rara­mente si è visto un atteg­gia­mento più schi­foso”. Rispo­sta a Marion Maréchal-Le Pen anche da parte del comu­ni­sta Ian Bros­sat: “cosi’ gio­vane, cosi’ stu­pida, cosi’ piena di odio”.

Il tri­bu­nale non ha accolto la difesa dell’avvocato Mignard, che ha sot­to­li­neato che la poli­zia non ha solo un com­pito di repres­sione, ma anche un dovere di “pro­te­zione”, che non è stato rispet­tato nel caso di Zyed e Bouna. I poli­ziotti non si sono resi conto che i due ragaz­zini anda­vano incon­tro alla morte rifu­gian­dosi nella cen­tra­lina Edf? C’è una regi­stra­zione delle con­ver­sa­zioni tra agenti: “se entrano li’ den­tro, non scom­met­te­rei sulla loro vita”, aveva detto uno all’altro. Ma per il tri­bu­nale, non è pro­vato che i due agenti aves­sero “una coscienza chiara di un peri­colo grave e immi­nente”. Dieci anni dopo, le rela­zioni tra gio­vani e poli­ziotti nelle ban­lieues non è cam­biata: dif­fi­denza, paura, con­trolli con­ti­nui sulla base del colore della pelle, sfida. Basta un cerino per sca­te­nare un nuovo incen­dio, dicono edu­ca­tori e poli­tici locali. Ma la poli­tica non si muove e incro­cia le dita, spe­rando che la situa­zione non esploda.

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