Whirl­pool, adesso Renzi ha un fantomatico “piano B”

by redazione | 23 Maggio 2015 19:25

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Cin­que­mila lavo­ra­tori del distretto indu­striale caser­tano hanno scio­pe­rato in soli­da­rietà con i col­le­ghi dell’Indesit di Cari­naro: 815 ope­rai che la Whirl­pool vuole licen­ziare. Sono arri­vati anche tre pull­man di col­le­ghi da Napoli, dove si pro­du­cono lava­trici diret­ta­mente con il mar­chio sta­tu­ni­tense. Ma c’erano anche i metal­mec­ca­nici della Fca e dell’Avio di Pomi­gliano d’Arco e dell’Alenia di Capo­di­chino. E poi tanti lavo­ra­tori caser­tani che hanno attra­ver­sato crisi dif­fi­cili: da Jabil a Firema, fino alle ormai chiuse Ixfin e Finmek.

Alla Inde­sit pro­te­stano da quando la mul­ti­na­zio­nale Usa ha pre­sen­tato il piano indu­striale, con loro ave­vano le croci: ognuna con la data di assun­zione e quella della fine, il 16 aprile. La Whirl­pool aveva annun­ciato allora di voler chiu­dere Cari­naro e il cen­tro di ricerca e svi­luppo di None, in pro­vin­cia di Torino, più il tra­sfe­ri­mento delle pro­du­zioni di Alba­cina a Melano per un totale di 1.350 esu­beri. Tre giorni fa al mini­stero dello Svi­luppo è venuta fuori la cifra reale: il taglio è di 2.060 unità, quasi un terzo dei 6.700 lavo­ra­tori ita­liani, e riguarda anche impie­gati e addetti alla ricerca. «Chi non sta con i lavo­ra­tori sta con i camor­ri­sti. Renzi scelga da che parte stare» ha urlato ieri dal palco il segre­ta­rio nazio­nale della Fim Cisl, Marco Ben­ti­vo­gli. L’ex segre­ta­rio nazio­nale della Fiom, Gior­gio Cre­ma­schi, si è augu­rato che «i poli­tici, impe­gnati a rac­co­gliere soste­gno elet­to­rale, con la Whirl­pool non pren­dano nean­che un voto».

Lunedì sono pre­vi­ste due ore di scio­pero nei siti delle Mar­che con pre­si­dio davanti agli uffici cen­trali di Fabriano, il 12 giu­gno ci sarà lo scio­pero gene­rale di otto ore in tutto il gruppo con mani­fe­sta­zione nazio­nale a Varese.

Ter­mi­nata la mani­fe­sta­zione, una dele­ga­zione di Rsu di Cari­naro ha rag­giunto Mat­teo Renzi a Salerno, impe­gnato a pro­muo­vere la can­di­da­tura a gover­na­tore di Vin­cenzo De Luca. «Il pre­si­dente del Con­si­glio non è riu­scito ad assu­mere un impe­gno forte sul futuro della Whirl­pool — hanno rac­con­tato — Ci ha detto che chie­derà all’azienda di met­tere le carte in tavola. Si è impe­gnato con noi sul man­te­ni­mento della mis­sione pro­dut­tiva del sito di Cari­naro. Se non sarà pos­si­bile man­te­nere la pre­senza della Whirl­pool ci ha assi­cu­rato il pre­mier si ten­terà un’altra pro­du­zione indu­striale, ma non si costrui­ranno super­mer­cati». A luglio Renzi aveva defi­nito l’acquisizione «un’operazione fan­ta­stica», il mese scorso a Pom­pei aveva ras­si­cu­rato tutti: «Tele­fo­nerò agli ame­ri­cani». Ieri i lavo­ra­tori hanno letto nell’intervista rila­sciata dal pre­mier al Mat­tino: «Vor­rei essere chiaro: Cari­naro era spac­ciato anche prima dell’arrivo degli ame­ri­cani. Adesso noi abbiamo tre anni al mas­simo per man­te­nere aperto lo sta­bi­li­mento e, allo stesso tempo, per difen­dere una desti­na­zione indu­striale in quell’area del casertano».

Così le trat­ta­tive del 2013 sono state una sorta di presa in giro, il taglio del 30% al per­so­nale messo sul tavolo allora è rispun­tato adesso, ma nel frat­tempo la riforma degli ammor­tiz­za­tori sociali rende gli esu­beri più dolorosi.

Il segre­ta­rio della Fiom caser­tana, Mas­si­mi­liano Guglielmi, è netto: «Il governo con­ti­nua a improv­vi­sare oppure non rac­conta come stanno le cose. Due anni fa fu la Fiom a dire che il piano Inde­sit non andava bene e l’esecutivo invece spin­geva per fir­mare l’accordo. Adesso ci dicono che abbiamo but­tato 24 mesi e che dif­fi­cil­mente la Whirl­pool tor­nerà indie­tro quindi ci vuole un piano B, con una dif­fe­rente mis­sione pro­dut­tiva per Cari­naro. Il giorno prima il piano degli sta­tu­ni­tensi era “inqua­li­fi­ca­bile” per la mini­stra Fede­rica Guidi, poi sco­priamo che hanno delle idee nuove. Lo diciamo chiaro: per noi la mis­sione pro­dut­tiva resta questa».

Cri­tico anche il segre­ta­rio gene­rale Uil, Car­melo Bar­ba­gallo: «Non è ancora chiaro quello che ha in mente il Primo mini­stro. Se pensa a una sorta di euta­na­sia di Cari­naro, noi non saremo asso­lu­ta­mente d’accordo». Secondo la Fiom, la sal­vezza passa attra­verso il rien­tro di ulte­riori pro­du­zioni, come le asciu­ga­trici dall’Inghilterra o le lava­sto­vi­glie da Polo­nia e Tur­chia. Pro­dotti che non si fanno in Ita­lia: «Saremo tutti a Varese – con­clude Guglielmi — per­ché quello che suc­cede a Caserta oggi, potrà capi­tare poi a Napoli, nella Mar­che o in Lombardia».

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