Sul debito greco l’intesa resta lontana Le Borse affondano
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MILANO Tra tensioni e accuse si allunga la strada per trovare un’intesa che metta d’accordo la Grecia e i creditori internazionali. Tra i pochi ma significativi punti fermi di ieri ci sono le rate che Atene deve rimborsare al Fondo monetario internazionale: un miliardo circa entro il 12 maggio. C’è poi la pesante reazione delle Borse: Milano ha perso il 2,76%, Francoforte il 2,51%, Parigi il 2,12% e Atene il 3,85%, con lo spread ellenico tornato sopra i 1.000 punti e quello italiano salito a quota 132. Ma qualcosa si muove, proprio sull’infuocato asse greco-tedesco: non quello politico, bensì l’economico. Atene sarebbe infatti pronta a chiudere presto un accordo da 1,2 miliardi di euro con l’operatore tedesco Fraport per la gestione degli aeroporti regionali: così ha detto un funzionario greco secondo l’agenzia Reuters .
Sulle note ufficiali cresce invece lo scontro. Stando al governo ellenico, «le serie divergenze e le contraddizioni tra i creditori, Ue e Fmi, — su riforme ed eventuali tagli al debito, ndr — ostacolano i negoziati» con la Grecia e, a causa di «questa impossibilità di intesa tra le istituzioni, non può esserci un compromesso». La versione ellenica riceve però la smentita dal fronte dei creditori, mentre si continua a trattare con l’obiettivo sempre più lontano. Nel tour di incontri tra il ministro greco delle finanze Yanis Varoufakis e i colleghi Ue oggi tocca a Roma, con la visita al responsabile dell’Economia Pier Carlo Padoan. Ieri Varoufakis è stato a Parigi e Bruxelles, dove il commissario Pierre Moscovici ha parlato di «progressi significativi» ma ha anche insistito sulla necessità di consistenti riforme. E a Francoforte il vice premier greco Yannis Dragasakis ha visto il presidente della Bce Mario Draghi, alla vigilia di un euro-consiglio direttivo che dovrà decidere se concedere ulteriore liquidità di emergenza (Ela) alle banche elleniche. Il premier greco Alexis Tsipras ha poi telefonato alla cancelliera tedesca Angela Merkel, mentre il suo ministro Wolfgang Schaeuble — che ha definito chiusa la questione delle riparazioni di guerra, cara ad Atene — ribadiva lo scetticismo sulla possibilità di un’euro-intesa a breve. Senza evidentemente quel taglio al debito che il Fondo monetario, pur tra mille distinguo, non esclude. Intanto si avvicina l’Eurogruppo di lunedì.
In questa continua incertezza la situazione dell’economia greca si è di nuovo «deteriorata», ha avvertito la Commissione Ue, con le stime di crescita giù dal 2,5% allo 0,5%. Non a caso è arrivato il monito della Casa Bianca, per cui è «nell’interesse dell’economia mondiale che l’Eurozona resti intatta» e che la crisi greca si risolva «in un modo che non si infligga un ulteriore dramma all’economia internazionale». È invece già realtà il dramma della sanità greca: secondo «Greekreporter» peggiora sempre più la situazione degli ospedali, che hanno contratto un debito con i fornitori da 900 milioni.
Giovanni Stringa
Sulle note ufficiali cresce invece lo scontro. Stando al governo ellenico, «le serie divergenze e le contraddizioni tra i creditori, Ue e Fmi, — su riforme ed eventuali tagli al debito, ndr — ostacolano i negoziati» con la Grecia e, a causa di «questa impossibilità di intesa tra le istituzioni, non può esserci un compromesso». La versione ellenica riceve però la smentita dal fronte dei creditori, mentre si continua a trattare con l’obiettivo sempre più lontano. Nel tour di incontri tra il ministro greco delle finanze Yanis Varoufakis e i colleghi Ue oggi tocca a Roma, con la visita al responsabile dell’Economia Pier Carlo Padoan. Ieri Varoufakis è stato a Parigi e Bruxelles, dove il commissario Pierre Moscovici ha parlato di «progressi significativi» ma ha anche insistito sulla necessità di consistenti riforme. E a Francoforte il vice premier greco Yannis Dragasakis ha visto il presidente della Bce Mario Draghi, alla vigilia di un euro-consiglio direttivo che dovrà decidere se concedere ulteriore liquidità di emergenza (Ela) alle banche elleniche. Il premier greco Alexis Tsipras ha poi telefonato alla cancelliera tedesca Angela Merkel, mentre il suo ministro Wolfgang Schaeuble — che ha definito chiusa la questione delle riparazioni di guerra, cara ad Atene — ribadiva lo scetticismo sulla possibilità di un’euro-intesa a breve. Senza evidentemente quel taglio al debito che il Fondo monetario, pur tra mille distinguo, non esclude. Intanto si avvicina l’Eurogruppo di lunedì.
In questa continua incertezza la situazione dell’economia greca si è di nuovo «deteriorata», ha avvertito la Commissione Ue, con le stime di crescita giù dal 2,5% allo 0,5%. Non a caso è arrivato il monito della Casa Bianca, per cui è «nell’interesse dell’economia mondiale che l’Eurozona resti intatta» e che la crisi greca si risolva «in un modo che non si infligga un ulteriore dramma all’economia internazionale». È invece già realtà il dramma della sanità greca: secondo «Greekreporter» peggiora sempre più la situazione degli ospedali, che hanno contratto un debito con i fornitori da 900 milioni.
Giovanni Stringa
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