Siria, forze speciali Usa uccidono capo Isis
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WASHINGTON Un’operazione nel cuore della notte nel nord est della Siria. A condurla la Delta force americana piombata sull’obiettivo a bordo di velivoli Osprey ed elicotteri Black Hawk — versione silenziosa — dell’unità speciale Night Stalkers. I commandos volevano catturare Abu Sayyaf, presunto responsabile dei traffici di petrolio dell’Isis, ma non sono riusciti a prenderlo vivo. Il dirigente jihadista è morto combattendo, in arresto la moglie Umm Sayyaf. Nessun danno per gli incursori americani, a parte qualche foro di proiettile sui velivoli.
L’assalto è stato autorizzato e seguito dal presidente Barack Obama dopo che il Pentagono ha raccolto informazioni sufficienti per infiltrare un nucleo in un’area saldamente in mano allo Stato Islamico. La regione di al Omar, vicino a Deir ez Zour, dove vi sono molti campi petroliferi e i militanti hanno una delle loro roccaforti. Un piano iniziato con il «pedinamento» del target, condotto da agenti locali sul terreno e ricognizione aerea (satelliti, droni, aerei spia). Quindi il Centcom ha condotto una serie di raid per «ammorbidire» il settore e disarticolare le difese. Una dozzina di guerriglieri eliminati. Infine si sono mossi i soldati.
Abu Sayyaf è stato sorpreso all’interno di un’abitazione insieme alla moglie. Secondo le fonti non si è arreso ed è stato abbattuto. Nella casa c’era anche una schiava yazida, rapita probabilmente in estate dall’Isis, che è stata liberata. Finito l’attacco, la Delta force è rientrata in Iraq portandosi dietro Umm Sayyaf, l’ostaggio, computer, apparati di comunicazione e carte ora oggetto di analisi.
La Casa Bianca ha esultato per il successo. I generali hanno parlato di colpo serio. Gli osservatori hanno invece discusso sulla reale importanza dell’attacco. E uno specialista della regione non ha escluso che il vero bersaglio non fosse «l’emiro del petrolio», bensì Abu Mohammed al Adnani, il propagandista capo dell’Isis.
Notizie che si sono incrociate con quelle di Palmira. I jihadisti sono riusciti a entrare nella zona nord della cittadina siriana che ospita importanti reperti archeologici e impianti petroliferi. Su alcuni edifici sventola già la bandiera nera del califfato.
L’assalto è stato autorizzato e seguito dal presidente Barack Obama dopo che il Pentagono ha raccolto informazioni sufficienti per infiltrare un nucleo in un’area saldamente in mano allo Stato Islamico. La regione di al Omar, vicino a Deir ez Zour, dove vi sono molti campi petroliferi e i militanti hanno una delle loro roccaforti. Un piano iniziato con il «pedinamento» del target, condotto da agenti locali sul terreno e ricognizione aerea (satelliti, droni, aerei spia). Quindi il Centcom ha condotto una serie di raid per «ammorbidire» il settore e disarticolare le difese. Una dozzina di guerriglieri eliminati. Infine si sono mossi i soldati.
Abu Sayyaf è stato sorpreso all’interno di un’abitazione insieme alla moglie. Secondo le fonti non si è arreso ed è stato abbattuto. Nella casa c’era anche una schiava yazida, rapita probabilmente in estate dall’Isis, che è stata liberata. Finito l’attacco, la Delta force è rientrata in Iraq portandosi dietro Umm Sayyaf, l’ostaggio, computer, apparati di comunicazione e carte ora oggetto di analisi.
La Casa Bianca ha esultato per il successo. I generali hanno parlato di colpo serio. Gli osservatori hanno invece discusso sulla reale importanza dell’attacco. E uno specialista della regione non ha escluso che il vero bersaglio non fosse «l’emiro del petrolio», bensì Abu Mohammed al Adnani, il propagandista capo dell’Isis.
Notizie che si sono incrociate con quelle di Palmira. I jihadisti sono riusciti a entrare nella zona nord della cittadina siriana che ospita importanti reperti archeologici e impianti petroliferi. Su alcuni edifici sventola già la bandiera nera del califfato.
Guido Olimpio
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Abu Mohammed al AdnaniAbu SayyafDelta forceguerra in SiriaIsisjihadistiNight StalkersRelated Articles
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