Quote rifu­giati: addio alla solidarietà

Quote rifu­giati: addio alla solidarietà

Loading

Addio soli­da­rietà sulle “quote” per la distri­bu­zione del cosid­detto “far­dello” dei rifu­giati tra i paesi della Ue, che rischiano di essere nate morte. Que­sta pro­po­sta della Com­mi­si­sone divide e ormai è scop­piata la pole­mica. Ad aprire il varco è stata la Fran­cia, che dopo alcuni giorni di ambi­guità si è chia­ra­mente schie­rata con la Gran Bre­ta­gna, l’Ungheria e la Polo­nia, i primi a rifiu­tare chia­ra­mente la poli­tica delle quote. La Spa­gna ha subito seguito. La ripar­ti­zione dei rifu­giati tra paesi Ue è stata pre­sen­tata solo in Ita­lia come una deci­sione già accet­tata nella Ue, addi­rit­tura come una vit­to­ria di Roma, di Renzi e di Mrs Pesc, Fede­rica Mogherini.

L’intenzione del pre­si­dente della Com­mis­sione, Jean-Claude Junc­ker, era di alleg­ge­rire il “far­dello” per l’Italia e la Gre­cia. Ma il primo mini­stro Manuel Valls, sabato a Men­tone, ha gelato il clima. La scelta del luogo della dichia­ra­zione di Valls non è neu­tra: nell’ultima set­ti­mana, la fron­tiera con l’Italia è stata tea­tro di un aumento dei ten­ta­tivi di pas­sag­gio di clan­de­stini. E nel sud della Fran­cia il Fronte nazio­nale è molto forte, l’Ump deriva sem­pre più a destra e Sar­kozy ha defi­nito le quote “una fol­lia”. “Sono con­tro l’instaurazione di quote di migranti, que­sta non è mai stata la posi­zione fran­cese”, ha pre­ci­sato Valls, con­trad­di­cendo il mini­stro degli interni, Ber­nard Caze­neuve, che lunedi’ scorso aveva tro­vato “nor­male” che “ci sia una ripar­ti­zione dei migranti tra i diversi paesi della Ue”.

Ma Valls adesso spiega: “con il pre­si­dente della Repub­blica abbiamo con­si­de­rato che biso­gnava par­lare molto forte per evi­tare qual­siasi ambi­guità. Non biso­gnava far cre­dere che avremmo accet­tato delle quote. Nel dibat­tito nazio­nale biso­gnava essere chiari”. Valls accetta l’idea che “i rifu­giati devono essere ripar­titi tra i paesi mem­bri in modo più equo”. Ma aggiunge: “que­sto pre­sup­pone di tener conto degli sforzi fatti da ognuno”. E cioè: “oggi, Fran­cia, Ita­lia, Ger­ma­nia, Gran Bre­ta­gna e Sve­zia accol­gono il 75% dei rifu­giati”. La Fran­cia, in altri ter­mini, potrebbe accet­tare la ripar­ti­zione dei 20mila inden­ti­fi­cati dall’Onu – una cope­ra­zione “volon­ta­ri­sta” nei ter­nini di Valls — ma non intende farsi det­tare cri­teri da Bru­xel­les per gli sbar­cati in Ita­lia. Inol­tre, la Fran­cia è deci­sa­mente con­tra­ria ad ogni riforma della con­ven­zione di Dublino, come invece richiede Roma: per Valls, tocca al paese di primo sbarco fare “lo smi­sta­mento” tra can­di­dati all’asilo e irre­go­lari (da rin­viare nel paese di ori­gine) e esa­mi­nare le domande dei rifu­giati. La Fran­cia sta rifor­mando il diritto d’asilo, per velo­ciz­zare le pra­ti­che, ma que­sto diritto resta “nazionale”.

Anche la Ger­ma­nia è molto riser­vata sull’obbligatorietà delle quote, non prede posi­zione ma pre­fe­ri­sce scelte nazio­nali. Secondo i cal­coli della Com­mis­sione, basati su pil, popo­la­zione, disoc­cu­pa­zione, numero di acco­glienze, la Fran­cia dovrebbe accet­tare il 14% di rifu­giati in più. Ma “la Fran­cia fa già tanto”, insi­ste Valls (5mila rifu­giati siriani e 4500 ira­cheni accolti dal 2012). La Spa­gna ieri ha detto la stessa cosa. Per il mini­stro degli esteri, José Manuel Gar­cia Mar­gallo, “lo sforzo di soli­da­rietà deve essere pro­por­zio­nato, giu­sto e rea­li­stico, cosa che i cri­teri pro­po­sti dalla Com­mis­sione non sono”. Bru­xel­les deve tener conto degli “sforzi gigan­te­schi” già fatti finora dalla Spagna.

Il mini­stro degli esteri unghe­rese, Sza­bolcs Takacz, ha spie­gato: “la posi­zione del mio governo è chiara: siamo con­trari alle quote obbli­ga­to­rie, e credo lo siano anche altri paesi, Repub­blica ceca, Slo­vac­chia, Bal­tici, Polo­nia, Gran Bre­ta­gna, e se non sba­glio ora si è aggiunta anche la Fran­cia” e la Spa­gna ha seguito. Gran Bre­ta­gna, Irlanda e Dani­marca si tirano fuori da que­sto tipo di poli­ti­che gra­zie all’opt out.

Il mini­stro ita­liano Paolo Gen­ti­loni si ram­ma­rica: ad aprile ”c’è stato un risve­glio, sarebbe molto amaro con­sta­tare che quella ini­zia­tiva e la dispo­ni­bi­lità di con­di­vi­dere, di ren­dere il pro­blema euro­peo e non solo ita­liano, facesse dei passi indie­tro”. Per Moghe­rini, “le quote sono uno dei tas­selli” di un’azione euro­pea “effi­cace”, per­ché “la con­di­vi­sione delle respon­sa­bi­lità e cosa fac­ciamo delle per­sone che sal­viamo è parte inte­grante della strategia”



Related Articles

La malaccoglienza ai migranti in Italia

Loading

La nostra Africa. Oltre il 77 percento dei circa 180 mila profughi entrati nel sistema di asilo italiano vive in un limbo, ammassato in mega strutture inadatte

Onu all’unanimità: sanzioni dure ma non letali per la Corea del Nord

Loading

Crisi coreana. Pechino e Mosca mediano con Usa: colpite le esportazioni del tessile, tetto sul petrolio

Turchia, ucciso lo scrittore Dink era il difensore degli armeni

Loading

Migliaia in piazza a Istanbul e Ankara: “Siamo tutti come lui” (la Repubblica, Pagina 16 – Esteri)

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment