«Modifiche insufficienti». Sulla scuola i sindacati non cedono

by redazione | 13 Maggio 2015 10:50

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Blocco degli scru­tini e pos­si­bile nuovo scio­pero. Sulla riforma della scuola i sin­da­cati non mol­lano e, anzi, rilan­ciano la pro­te­sta, insod­di­sfatti dalle — poche — modi­fi­che appor­tate al testo ori­gi­na­rio del dise­gno di legge. A dif­fe­renza di quanto acca­duto con­tro il Jobs act, que­sta volta anche la Cisl — seb­bene più cauta — si alli­nea. Una unità che fa spun­tare dal governo la pro­messa di un altro incon­tro dopo il pas­sag­gio al Senato.

A palazzo Chigi, ma senza Renzi. A otto mesi dall’ora e 47 minuti dell’ultimo incon­tro — l’ormai lon­ta­nis­simo 7 otto­bre — Susanna Camusso, Anna­ma­ria Fur­lan e Car­melo Bar­ba­gallo sono tor­nati alla mitica Sala Verde della sede della pre­si­denza del con­si­glio. Nes­suno parla più di con­cer­ta­zione. Però il governo ha dovuto fare — una pic­cola — mar­cia indie­tro dovuta alla stra­ri­pante pro­te­sta con­tro la Buona scuola di Renzi e al suc­cesso — almeno il 70 per cento di ade­sione — dello scio­pero di mar­tedì scorso. Asse­con­dando la richie­sta di Cgil, Cisl e Uil (più Gilda e Snals) di non accon­ten­tarsi dell’incontro della scorsa set­ti­mana al Naza­reno con il vice­se­gre­ta­rio e pre­si­dente del Pd.

La cifra di quanto il sin­da­cato abbia comun­que otte­nuto una trat­ta­tiva la dà il duetto finale al tavolo fra Susanna Camusso e il neo sot­to­se­gre­ta­rio alla pre­si­denza del Con­si­glio — ed esperto in rap­porti col sin­da­cato — Clau­dio De Vin­centi. Al momento del con­gedo il segre­ta­rio gene­rale Cgil chiede: «Ma come? Ci lasciate rin­vian­doci alle com­mis­sioni par­la­men­tari per le audi­zioni? E non date rispo­ste?». De Vin­centi allora è costretto a pro­met­tere un nuovo incon­tro a palazzo Chigi: «Le cate­go­rie incon­tre­ranno il mini­stro Gian­nini e dopo il pas­sag­gio al Senato tor­ne­remo ad incon­trarci qui».

Fuori da palazzo Chigi dun­que l’insoddisfazione per le man­cate rispo­ste fa il paio con l’inizio di una pos­si­bile trat­ta­tiva. «L’incontro con i sin­da­cati è dovuto al fatto che la mobi­li­ta­zione ha col­pito anche il governo e reso evi­dente che non c’è con­di­vi­sione» sul ddl scuola. «Ora è tutta nel governo la respon­sa­bi­lità di deci­dere se con quel mondo vuole con­di­vi­dere le rispo­ste o se tira dritto. Il fatto che abbiano pro­po­sto un calen­da­rio dice che non sono sicuri di tirare dritto», com­menta Susanna Camusso. «È ancora come se aves­simo la pistola pun­tata alla tem­pia», è la meta­fora forte usata dal lea­der Uil Car­melo Barbagallo.

Se all’uscita i toni della Cisl sono stati più con­ci­lianti — «deci­derà la cate­go­ria ma il dia­logo è posi­tivo e i pas­saggi par­la­men­tari pos­sono con­sen­tirci molte modi­fi­che» — non meno dura è stata Anna­ma­ria Fur­lan. Nel suo inter­vento al tavolo ha attac­cato fron­tal­mente il governo: «Le modi­fi­che che sono state intro­dotte in par­la­mento non sono suf­fi­cienti per­ché non rimuo­vono i punti cri­tici che noi non con­di­vi­diamo. Se si fos­sero fatti prima altri incon­tri con il Governo sicu­ra­mente avremmo costruito un per­corso più utile per cam­biare la scuola», ha attaccato.

Sul merito saranno le cate­go­rie ad incon­trare il mini­stro Gian­nini — che ha comun­que dovuto ammet­tere che «restano diver­genze forti, ma c’è la volontà di dia­logo» — e le richie­ste riman­gono sem­pre le stesse: stral­cio delle assun­zioni dal ddl con un appo­sito decreto che tenga conto di tutti i pre­cari; can­cel­la­zione delle assun­zioni a chia­mata e degli albi ter­ri­to­riali; meno pre­sidi «sce­riffi» o «sin­daci» e più col­le­gia­lità nelle deci­sioni su assun­zioni e piano for­ma­tivo triennale.

Per rimet­tere le cose al pro­prio posto e non far fare voli pin­da­rici ai sin­da­cati, il governo oggi comun­que incon­trerà anche le asso­cia­zioni dei geni­tori. Tra le quali spicca il Moige.
Nelle stesse ore dell’incontro governo-sindacati, il pre­si­dente del Con­si­glio por­tava avanti il suo per­so­na­lis­simo dia­logo sulla scuola. Su Twit­ter. Prima ha rispo­sto ad un tiro­ci­nante (Tfa), cate­go­ria ora esclusa dalle assun­zioni: «Com­prendo la rab­bia, ma lei sa che noi siamo chia­mati ad appli­care la legge», ha rispo­sto a Gae­tano. Poi ha con­cluso con un giu­di­zio ulti­ma­tivo: «Il dia­logo su La buona scuola è utile» e con un più pro­saico: «Torno alle riu­nioni», pro­met­tendo però per i «pros­simi giorni» «un #mat­teo­ri­sponde». La con­cer­ta­zione 2.0.

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