La Spagna promessa di Pode­mos

by redazione | 12 Maggio 2015 9:45

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Le domande

1. Per­chè hai scelto di soste­nere Podemos?

2. Qual è la misura pro­po­sta da Pode­mos che ti ha moti­vato mag­gior­mente a farne parte, quella che vor­re­sti veder appro­vata subito dopo essere saliti al governo?

3. Rispetto ai primi mesi di vita del par­tito, sem­bra che Pode­mos stia gra­dual­mente ridi­men­sio­nando le pro­po­ste più rivo­lu­zio­na­rie, a par­tire dal suo pro­gramma eco­no­mico. È così?

4. Pensi che le idee più radi­cali di Pode­mos, come la ristrut­tu­ra­zione del debito, siano effet­ti­va­mente realizzabili?

5. Le dimis­sioni di Juan Car­los Mone­dero da diri­gente del par­tito hanno messo in luce l’ampiezza di vedute e l’eterogeneità che carat­te­rizza i soste­ni­tori di Pode­mos. È da con­si­de­rarsi un segnale d’allarme delle divi­sioni interne al partito?

6. I son­daggi sulle inten­zioni di voto danno risul­tati alta­le­nanti: a volte siete il primo par­tito, a volte addi­rit­tura il terzo. Alle ultime regio­nali in Anda­lu­sìa non avete rag­giunto il 15%. Pensi seria­mente che Pode­mos possa vin­cere le pros­sime ele­zioni generali?

Le rispo­ste

Eduardo, 38 anni, stu­dente dot­to­rando di scienze politiche

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1. Pode­mos ha aperto uno spa­zio poli­tico che non s’era mai visto prima in Spa­gna. Vuole dare rispo­ste con­crete a nume­rose riven­di­ca­zioni sul piano dell’educazione, della sanità e delle poli­ti­che abi­ta­tive. Il par­tito vuole ope­rare quel cam­bio nelle isti­tu­zioni che tanta gente desi­dera vedere, che non è un rin­no­va­mento ma una tra­sfor­ma­zione. La strut­tura orga­niz­za­tiva di Pode­mos, anche que­sta com­ple­ta­mente ine­dita, ha atti­rato molto la mia curio­sità.
2. Che si metta fine al sistema clien­te­lare che da decenni carat­te­rizza la poli­tica spa­gnola.
3. Quello che ha fatto Pode­mos è stato avvi­ci­nare le grandi pro­po­ste fatte per le ele­zioni euro­pee dell’anno pas­sato ai “sem­plici” cit­ta­dini. Le grandi idee restano le stesse. Forse ci sarà o c’è stato qual­che cam­bio, qual­che rimo­del­la­mento, ma la sostanza rimane quella.
4. È nor­male che si ridi­men­sio­nino gli obiet­tivi in corso d’opera, non siamo pro­fes­sio­ni­sti della poli­tica. L’importante è man­te­nere la stessa dire­zione e gli stessi obiet­tivi.
5. È ancora pre­sto per capire cos’è dav­vero suc­cesso e cosa com­por­terà l’abbandono della dire­zione di Mone­dero. Non credo ci siano crepe interne al par­tito, anche se siamo uniti attorno a degli obiet­tivi e non a una ideo­lo­gia, il che rende il tutto molto più dif­fi­cile. Forse que­ste sono solo insi­nua­zioni dei media nemici.
6. I risul­tati in Anda­lu­sìa non danno un’idea delle reali poten­zia­lità di Pode­mos, l’Andalusìa è la roc­ca­forte sto­rica del PSOE, era tec­ni­ca­mente impos­si­bile vin­cere. Mi aspetto risul­tati sor­pren­denti alle pros­sime ele­zioni locali, anche se i media nazio­nali vin­co­lati all’èlite poli­tica la pen­sano diversamente…

Paloma, 61 anni, disoc­cu­pata e in pre-pensionamento e suo marito Car­los, 65, arti­sta plastico

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1. Con l’età che ho non ho biso­gno di tante cose ma penso ai miei figli e ai miei nipoti. Credo che far parte di Pode­mos sia la unica solu­zione per cam­biare la situa­zione ter­ri­bile in cui ci hanno por­tato i poli­tici in que­sti ultimi anni. For­tu­na­ta­mente, siamo ancora in tempo per cam­biare le cose e costruire una società migliore. Voglio un cam­bia­mento radi­cale, non si può con­ti­nuare a vivere in una società così cor­rotta. Sono pro­fon­da­mente delusa dagli altri par­titi, inclusa Izquierda Unida, com­plice del sistema che ci ha por­tati fino a qui.
2. Prima di tutte le altre cose urgenti da fare, che si fer­mino gli sfratti una volta per tutte. Che si abbassi asso­lu­ta­mente il livello di disoc­cu­pa­zione, che i gio­vani smet­tano di emi­grare e che non suc­ceda più che delle per­sone come me, con un lavoro digni­toso, si ritro­vino a 61 anni con un sus­si­dio di 400 euro al mese.
3. No, non mi sem­bra affatto. Ora abbiamo biso­gno di otte­nere ruoli di potere per dimo­strare che si pos­sono cam­biare le cose, dob­biamo essere più “poli­tici” e coin­vol­gere uno spet­tro più ampio del popolo spa­gnolo, non solo i mili­tanti “radi­cali”. Il pro­gramma e la poli­tica del par­tito sono ancora quelli appro­vati l’ottobre scorso alla fine dell’assemblea pub­blica. Esi­stiamo da solo un anno, siamo soprav­vis­suti alla grande con tutto il sistema con­tro!
4. Io mi chiedo: per­chè no? Quel che non è più fat­ti­bile è spen­dere dieci milioni di euro in pub­bli­cità come ha fatto il Par­tito Popo­lare nella Comu­nità di Madrid, o che una squa­dra di cal­cio debba pagare l’affitto a una signora anziana per evi­tarle lo sfratto. A 61 anni non credo più nei grandi cam­bia­menti, per ben che vada pro­ba­bil­mente non vi assi­sterò.
5. Non mi sor­prende che ci siano discus­sioni interne e dif­fe­renze di vedute. Io per esem­pio ho smesso di par­te­ci­pare alle riu­nioni del mio cir­colo locale per­chè non mi pia­ceva come lavo­ra­vano. Anche Mone­dero, seb­bene non sia più diri­gente del par­tito, con­ti­nua ad essere uno di noi.
6. Ho smesso di fidarmi della stampa e dei media spa­gnoli. Ciu­da­da­nos è una pla­teale inven­zione dell’IBEX 35 per pro­teg­gere lo sta­tus quo e ripu­lire il Par­tito Popo­lare. I media sono mani­po­lati e Pode­mos è for­te­mente svan­tag­giato da questo.

Car­los — 1. Ho sem­pre mili­tato in par­titi e movi­menti di sini­stra, anche nel PSOE. Quando mi sono accorto che le poli­ti­che del fon­da­tore del PSOE Pablo Igle­sias erano pra­ti­ca­mente iden­ti­che a quelle che si appli­cano ora in Pode­mos, sono entrato senza esi­ta­zione.
2. Mi accon­ten­te­rei di vederli lavo­rare fin dal primo giorno sulla redi­stri­bu­zione della ric­chezza nel paese.
3. Que­sto lo dicono i gior­nali e quelli di Ciu­da­da­nos, che mi ricor­dano tanto l’UCD (Uniòn de Cen­tro Demo­crà­tico), par­tito fon­dato ad hoc per “ripu­lire” i volti dei fasci­sti subito dopo la morte di Franco. Ma noi non arre­triamo di un solo passo.
4. Cam­biare la men­ta­lità della gente è l’utopia più grande che si possa avere. Per otte­nere risul­tati devi sognare e andare in que­sta dire­zione.
5. Pode­mos vuole rima­nere fuori dalle eti­chette con­ven­zio­nali. Difatti siamo un par­tito tra­sver­sale, c’è anche gente bene­stante e gente di destra che appog­gia Pode­mos. Quello che uni­sce per­sone così diverse è la lotta all’ingiustizia. Que­sto non signi­fica che vada tutto bene: nei cir­coli a volte si discute ani­ma­ta­mente, ci sono casi in cui la poli­zia è dovuta inter­ve­nire per pla­care gli animi.
6. Le ele­zioni non sono il fine. Lo scopo di Pode­mos è pri­ma­ria­mente cam­biare la men­ta­lità della società per poi poter fare la rivo­lu­zione, come diceva Gram­sci. Pode­mos è un pro­getto, non è un par­tito.
Alla fine non credo che Ciu­da­da­nos ci stia rubando voti.

Cova­donga, 36 anni, disoccupata

Covadonga

1. Mi sem­bra un pro­getto emo­zio­nante, sono d’accordo con i valori del par­tito e reputo fon­da­men­tale un cam­bia­mento forte in que­sto paese per­chè non ne posso più.
2. Esclu­dere dalla gestione della cosa pub­blica i par­titi tra­di­zio­nali.
3. Vedi, a me fa ridere che si defi­ni­scano come “rivo­lu­zio­na­rie” delle misure che addi­rit­tura si rife­ri­scono alla nostra Costi­tu­zione, come quella sugli sfratti. Il pro­blema forse è che non siamo abi­tuati a vederle messe in pra­tica.
4. Non mi sem­brano uto­pie, credo siano idee social­de­mo­cra­ti­che di base. Rimango sor­presa quando certe pro­po­ste ven­gono bol­late come “non attua­bili”, come suc­cede con il red­dito di base.
5. Una delle ric­chezze di Pode­mos sono le sue diverse “anime”. La deci­sione di Mone­dero è stata corag­giosa. Vuole par­te­ci­pare dalla base, non è un uomo di par­tito come lui stesso ha ammesso. Que­sto però non è asso­lu­ta­mente un pro­blema per Pode­mos.
6. Sono otti­mi­sta, un cam­bio ci sarà sicu­ra­mente. Non so se Pode­mos potrà dav­vero godere della mag­gio­ranza a cui punta.

Luis, 49 anni, dise­gna­tore gra­fico, con i suoi due figli

Luis

1. Pode­mos sostiene un rie­qui­li­brio della ric­chezza e sta lavo­rando a pro­po­ste inte­res­santi in mate­ria di giu­sti­zia sociale, di cui il paese ha un gran biso­gno. Ci sono den­tro prin­ci­pal­mente per que­sto, con i miei figli.
2. La revi­sione del debito pub­blico, senza dub­bio.
3. È vero che il mes­sag­gio che si sta per­ce­pendo e che i can­di­dati stanno lan­ciando alla cit­ta­di­nanza è un pò più mode­rato e rea­li­sta. Spero che quando sarà il momento di gover­nare restino ferme le grandi idee, le grandi “uto­pie”, sem­pre che siano rea­liz­za­bili ovvia­mente…
4. Se c’è volontà poli­tica e gente con que­sto corag­gio, si pos­sono rea­liz­zare. Per esem­pio, quando parlo di “revi­sione del debito pub­blico” non mi rife­ri­sco al non pagare, ma esigo che si ana­lizzi da dove nasce e in che modo stiamo pagando soldi che qual­cun altro si è preso.
5. Pode­mos è una for­ma­zione poli­tica molto aperta e tra­spa­rente e quindi quando suc­ce­dono cose come quella di Mone­dero se ne fa un dramma, anche se è il fatto più pre­ve­di­bile del mondo. Mone­dero è l’anima pro­gres­si­sta, aggres­siva, base del par­tito. Pode­mos si sta tra­sfor­mando in un appa­rato poli­tico orga­niz­zato per gover­nare, pro­ba­bil­mente Mone­dero non voleva far parte di que­sta tra­sfor­ma­zione neces­sa­ria.
6. È un pro­getto a medio ter­mine, però chissà….Con il fal­li­mento degli altri par­titi si sta aprendo uno spa­zio che pos­siamo riem­pire, a livello locale come a livello nazionale.

Eduardo, 26 anni, gior­na­li­sta precario

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1. È neces­sa­rio un pro­fondo cam­bia­mento. Da sem­pre siamo un paese pieno di risorse e [i poli­tici attuali] sono riu­sciti a rubare tutto ciò, lasciando fuo­ri­gioco tan­tis­sime per­sone. Non pos­siamo lasciare che con­ti­nuino ad aumen­tare le dif­fe­renze tra chi ha tanto e chi poco: è ora di met­tere que­ste risorse al ser­vi­zio di tutti e Pode­mos sa come fare.
2. Che si sap­pia come ven­gono spesi i soldi pub­blici, soprat­tutto nelle comu­nità auto­nome. Tra­spa­renza!
3. Prima o poi arriva il momento di misu­rarsi con­cre­ta­mente con le neces­sità del ter­ri­to­rio. E que­sto è il momento in cui biso­gna fare pro­po­ste rea­liz­za­bili.
4. Fac­cio un esem­pio. Il pro­blema grande è la disu­gua­glianza. Non si può pro­met­tere di fer­mare gli sfratti, biso­gna dire come inten­diamo farlo, ricol­lo­cando, inter­ve­nendo nel mer­cato immo­bi­liare… Biso­gna far capire che non sono pro­cessi che durano un giorno. E credo che il pro­gramma di Pode­mos que­sto lo comu­ni­chi in maniera chiara.
5. È estre­ma­mente com­pli­cato gestire un par­tito come Pode­mos. Fa molto più rumore Mone­dero che lascia la dire­zione – ma non il par­tito – di migliaia di per­sone che entrano a far parte di Pode­mos.
6. Ma quest’anno in Anda­lu­sìa abbiamo tri­pli­cato i voti otte­nuti alle euro­pee! Con­fido in quel 30–40% di inde­cisi che non si espone nelle inten­zioni di voto. In ogni caso, l’importante sarà avere anche solo una tren­tina di per­sone che par­te­ci­pano ai lavori isti­tu­zio­nali e dicano le cose nero su bianco, ope­rando come il brac­cio della cit­ta­di­nanza nelle isti­tu­zioni. Cam­bie­rebbe anche il modo di par­te­ci­pare della gente e la poli­tica non sarebbe più come quella di prima.
Sicu­ra­mente, qual­siasi risul­tato otter­remo, si defi­nirà “al di sotto delle aspettative”.

Ester, 38 anni, impie­gata nel set­tore orga­niz­za­zione eventi

Ester

1. Non mi defi­ni­sco una vera e pro­pria mili­tante, sem­pli­ce­mente ritengo inte­res­sante il pro­getto di Pode­mos, diverso da tutti gli altri. Sto alla fine­stra a vedere che ne sarà di tutte que­ste grandi aspet­ta­tive, visto che quelli che hanno gover­nato finora non sono riu­sciti a risol­vere i pro­blemi che ci afflig­gono. Aspetto come andranno le cose e in un certo “scom­metto” su Pode­mos.
2. Poli­ti­che eco­no­mi­che a favore di quelli che hanno meno.
3. Pro­ba­bil­mente all’inizio era­vamo accie­cati dall’emozione di qual­cosa di com­ple­ta­mente nuovo. Sicu­ra­mente si è un pò “sgon­fiato” col pas­sare dei mesi e col matu­rare del par­tito. Ma que­sta è più una per­ce­zione per­so­nale, molta gente lo crede solo per­chè lo legge sui gior­nali…
4. Ho sem­pre la netta sen­sa­zione che in Spa­gna ci sia una sorta di cul­tura della paura del nuovo, paura di cam­biare. Sì, siamo popu­li­sti, ma allora anche PP e PSOE lo sono sem­pre stati. Non posso dire se le misure del pro­gramma eco­no­mico siano rea­liz­za­bili o no, non capi­sco nulla di numeri. Mi fido di coloro, eco­no­mi­sti e ed esperti, che ci stanno lavo­rando nel par­tito.
5. È vero che forse non andiamo tutti nella stessa dire­zione, ma que­sti sono pro­blemi a cui pen­sare una volta al governo.
6. Rimango scet­tica, pro­ba­bil­mente non è ancora il momento di Pode­mos, per­chè non si sta ancora abba­stanza male. Qual­siasi sia il risul­tato delle ele­zioni, cam­biare il governo del paese è un pro­cesso molto com­pli­cato che non sono sicura si possa por­tare a termine.

José Pedro, 65 anni, economista

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1. Per­chè per quelli della mia gene­ra­zione, la prin­ci­pale col­pe­vole della situa­zione in cui si trova il nostro paese ora, Pode­mos rap­pre­senta l’unica ven­tata di aria fre­sca e l’unica pos­si­bi­lità di rige­ne­ra­zione e di cam­bia­mento morale della poli­tica spa­gnola. Ho sem­pre mili­tato nel par­tito comu­ni­sta, anche in clan­de­sti­nità. La sini­stra spa­gnola mi ha deluso pro­fon­da­mente, sia quella “col­la­bo­ra­tiva” (il PSOE), sia quella com­plice (IU). Essi sono stati par­titi pro­ta­go­ni­sti di una tran­si­zione incom­pleta, ste­rile, fatta di bugie e creata ad hoc per spar­tirsi il potere. Una tran­si­zione a due facce: quella del PP e del neo­li­be­ra­li­smo, e quella della social­de­mo­cra­zia inca­pace di ribal­tare la crisi e ascol­tare la fascia più povera della popo­la­zione.
2. Un piano d’emergenza per l’occupazione e stop imme­diato agli sfratti. Io vivo in un paese della Sierra di Madrid dove su una popo­la­zione totale di 4mila abi­tanti, ci sono 1500 disoc­cu­pati di cui 400 per­sone che vivono esclu­si­va­mente della carità dei cit­ta­dini. È pos­si­bile tutto ciò nella quarta potenza eco­no­mica euro­pea?
3. Non abbiamo abbas­sato la mira…O ci met­tiamo a fare poli­tica, oppure saranno gli altri a “far­cela”. A me basta che resti chiara la lotta di chi ha meno con­tro chi ha quasi tutto. Non è pos­si­bile che in Spa­gna il 3% della popo­la­zione abbia in mano i tre quarti delle risorse eco­no­mi­che.
4. È nor­male che sem­bri irrea­liz­za­bile, ma pun­tando a ciò potremo sicu­ra­mente fare più del resto dei par­titi. Un esem­pio? Diciamo di voler com­bat­tere l’evasione fiscale: ci sono nomi e cognomi di per­sone da con­dan­nare, una cosa che si può fare il primo giorno di governo…
5. Ho sem­pre ammi­rato il modo di fare e pen­sare di Mone­dero: par­ti­co­lar­mente attac­cato alla base, a tratti uto­pico, desi­de­roso di demo­cra­zia reale quo­ti­diana. Mi dispiace che non sia più diri­gente di par­tito ma non è impor­tante que­sto. Siamo anime diverse che lot­tano nella stessa dire­zione, non so se que­sto sarà un pro­blema in futuro.
6. Non sono pre­oc­cu­pato dai son­daggi, noi spa­gnoli siamo sto­ri­ca­mente dei bugiardi nelle inten­zioni di voto. Ci credo!

Nicol, 39 anni, peru­viano, dipen­dente di un’impresa edile

Nicol

1. Io e molti altri fra­telli lati­noa­me­ri­cani siamo venuti qui qual­che anno fa pro­prio per­chè stan­chi della cor­ru­zione dila­gante nei nostri paesi. Cre­de­vamo che l’Europa fosse un’isola felice in que­sto senso, men­tre ora dob­biamo quo­ti­dia­na­mente fare i conti con i casi di cor­ru­zione in Spa­gna, ormai all’ordine del giorno. Mi sento metà peru­viano e metà spa­gnolo, per que­sto ini­zio già a pen­sare alla mia pen­sione, ai miei figli, ai ser­vizi pub­blici per la mia fami­glia: sono qui per difen­dere i diritti dei miei figli.
2. Credo che l’emergenza sia la cor­ru­zione. La mafia! Tu che sei ita­liano di mafia dovre­sti saperne…
3. Que­sto è quello che dice la stampa, che sta met­tendo in atto una mac­china del fango incre­di­bile con­tro Pode­mos, acco­stan­doci a paesi come Cuba e il Vene­zuela. Sì, abbiamo cam­biato qual­che punto ma che non era così significativo…Mi chiedo quale sia la gran dif­fe­renza tra il Vene­zuela e la Spa­gna, qui con la ley mor­daza ti danno 3mila euro di multa per mani­fe­stare in piazza… Vi ren­dete conto che il nostro primo mini­stro è uno schermo al pla­sma a cui non si pos­sono fare domande?
4. In una situa­zione come quella in cui versa la Spa­gna sem­brano uto­pie ma è solo difen­dere diritti fon­da­men­tali.
5. Credo che i nostri diri­genti siano diversi dagli altri, e Mone­dero lo ha dimo­strato chia­ra­mente. Sicu­ra­mente lo hanno col­pito molto le accuse di eva­sione fiscale mosse dal mini­stro Mon­toro. Non ci sono divi­sioni interne, la stampa le sta pro­vando tutte per pro­vo­carle ma non ce la farà.
6. Ho un pò di timore per­chè gli altri par­titi stanno gio­cando al mas­simo le pro­prie carte, per­chè non vogliono che il loro sistema venga distrutto. Mi spa­venta la com­pe­ti­zione con Ciu­da­da­nos, un partito-farsa capi­ta­nato da una decina di ex popo­lari imputati.

Eva, 24 anni, stu­den­tessa di ser­vizi sociali

Eva

1. Da diversi anni ho perso fidu­cia nella poli­tica, che ha smesso di occu­parsi delle per­sone e si è chiusa nei pro­pri affari di palazzo. Dopo aver par­te­ci­pato atti­va­mente al 15-m, Pode­mos è nata come rispo­sta natu­rale alle richie­ste di quel movi­mento.
2. Smet­terla con gli sfratti, è una ver­go­gna, una gra­vis­sima infra­zione delle leggi comu­ni­ta­rie.
3. Non credo stiamo abbas­sando la nostra scom­messa poli­tica. Stiamo solo pas­sando attra­verso delle tappe di matu­ra­zione neces­sa­rie. Quando arriva il momento di pren­dersi delle respon­sa­bi­lità poli­ti­che biso­gna essere seri e fare pro­po­ste serie. Sennò c’è il rischio di tor­nare a delu­dere la gente. È il momento di rac­co­gliere tutti i sogni e le emo­zioni dei mesi pas­sati per costruire pro­getti con­creti da met­tere sul tavolo della sfida poli­tica.
4. Forse all’inizio, com’era nor­male che sia.
5. A dimo­stra­zione dell’eterogeneità del par­tito, io non avrei mai imma­gi­nato un giorno di con­di­vi­dere la mili­tanza poli­tica con mia madre. Credo che le migliori idee escano pro­prio da dibat­titi come quelli interni a Pode­mos e i suoi cir­coli, que­sta è la sana demo­cra­zia: non abbiamo paura delle discus­sioni. Si sta dando una let­tura sba­gliata delle dimis­sioni di Mone­dero. Sape­vamo fin dall’inizio che sarebbe stato dif­fi­cile man­te­nere unito un par­tito così varie­gato e ampio, ma Mone­dero in que­sto non c’entra.
6. È già un gran risul­tato aver por­tato que­sta incer­tezza nei risul­tati e aver attac­cato così dura­mente il sistema bipar­ti­tico. Ciò che ci dà spe­ranza è il grado d’indecisione di quasi metà dei votanti: que­sto vuol dire che se fino a ieri vota­vano PP o PSOE, ora si stanno chie­dendo se non valga la pena ten­tare con Pode­mos. E noi abbiamo l’obbligo di pro­vare a convincerli.

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