La Consulta sui test preimpianto «No al divieto per le coppie fertili»

La Consulta sui test preimpianto «No al divieto per le coppie fertili»

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ROMA A un mese dall’udienza del 14 aprile, la Corte Costituzionale lascia trapelare notizie sulla sentenza attesa da migliaia di persone. È stata dichiarata illegittima la norma che vietava la diagnosi preimpianto sugli embrioni a coppie fertili, portatrici di malattie genetiche. Si tratta di una tecnica di fecondazione artificiale: fra i frutti del concepimento ottenuti in provetta vengono impiantati nell’utero solo quelli senza alterazioni genetiche sperando nella nascita di bambini sani. Parliamo di patologie molto gravi, come la talassemia o la fibrosi cistica. Alcune di queste sono causa di disabilità.
Per la legge 40 del 2004 sulla Procreazione medicalmente assistita è il colpo definitivo. Del vecchio impianto sopravvivono poche parti, tutti i divieti sono caduti con l’intervento di tribunali e Consulta. A cominciare, nel 2009, dal divieto di fecondare più di tre ovociti per evitare il congelamento degli embrioni in sovrannumero. Fino allo scorso anno con la pronuncia favorevole alla riammissione dell’eterologa, la metodica che richiede la donazione di gameti estranei ai genitori. Occorre aspettare il deposito delle motivazioni per capire in quali termini la Corte abbia accolto il dubbio di incostituzionalità. I legali delle due coppie da cui erano partiti i ricorsi hanno insistito sul principio della discriminazione. Oggi la diagnosi preimpianto è permessa infatti solo alle coppie infertili che si sottopongono a fecondazione assistita.
Da pochi mesi la composizione della Corte è cambiata. Nuovo presidente, Alessandro Criscuolo. Si è mormorato sul perché ci sia voluto tanto per alzare il sipario sulla pronuncia. Contrasti interni? La volontà di aspettare la fiducia all’Italicum per non intralciare con temi eticamente sensibili il lavoro del governo Renzi? Ieri è circolata la voce secondo cui la Consulta sarebbe tornata a riunirsi per modificare, in senso restrittivo, una precedente decisione. Ma è anche vero che in queste settimane il lavoro è stato intenso, vedi il tema blocco delle pensioni. Per l’associazione Scienza e Vita «si apre una serie di interrogativi senza risposta, in primo luogo la mancanza di rispetto per tutte le vite umane. I disabili hanno minor valore?». Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Coscioni, è una dei tre legali vincitori con Gianni Baldini e Angelo Calandrini: «Gioia e soddisfazione, ci aspettavamo un esito positivo. Diritto alla salute e principio di eguaglianza vanno rispettati». «Una bellissima notizia. La legge italiana è ingiusta», afferma la pd Emilia De Biasi, presidente Commissione Sanità del Senato.
Margherita De Bac


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