Insulti e minacce a Dijana Pavlo­vic

by redazione | 30 Maggio 2015 10:19

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I primi insulti sono apparsi sulla sua pagina Face­book il giorno dopo l’incidente in cui tre ragaz­zini rom hanno tra­volto e ucciso una donna alla peri­fe­ria di Roma ferendo altre otto per­sone. Insulti ses­si­sti accom­pa­gnati da minacce fisi­che.  Dijana Pavlo­vic, attrice e atti­vi­sta rom, vice­pre­si­dente della Fede­ra­zione rom e sinti ita­liani è di nuovo nel mirino di raz­zi­sti e fasci­sti. Qual­che set­ti­mana fa, durante un pro­gramma tele­vi­sivo, il leghi­sta Gian­luca Buo­nanno la definì «fec­cia dell’umanità», parole per le quali ieri Buo­nanno è stato que­re­lato dalla Pavlo­vic. Ora la tra­ge­dia romana ha sca­te­nato di nuovo l’odio con­tro di lei. E insieme agli insulti per­so­nale anche imma­gini di roghi e l’invocazione delle ruspe per abbat­tere i campi rom. «Nei campi si è dif­fuso il ter­rore», spiega Pavlo­vic. «Con que­sto clima il rischio che s ripe­tano epi­sodi di vio­lenza e rap­pre­sa­glia con­tro di noi è altis­simo la stru­men­ta­liz­za­zione poli­tica è pau­rosa, è già acca­duto che que­sto sia stato causa di inci­denti gravi, come è suc­cesso i pas­sato a Pon­ti­celli o a Torino». Si cerca di nuovo di cri­mi­na­liz­zare un popolo intero per un sin­golo fatto — pro­se­gue — La legge è uguale per tutti e tutti devono rispet­tarla. Ma al di là della ferma e più asso­luta con­danna nei con­fronti di chiun­que abbia com­messo que­sto cri­mine, emerge l’intenzione di mas­sa­crare un popolo intero per un fatto com­messo da qual­cuno nes­sun vuole fare finta che non ci sia la cri­mi­na­lità nei campi nomadi, ma se ci sono dei respon­sa­bili per dei sin­goli cri­mini, biso­gna che ci sia la volontà di iden­ti­fi­carli e arrestarli».

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