«Colpire il traffico di uomini con ogni mezzo»
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ROMA Inizia oggi una settimana decisiva per capire se l’Italia riuscirà a far passare alle Nazioni Unite una risoluzione che prevede l’uso della forza per contrastare il fenomeno del traffico di migranti nel Mediterraneo.
Davanti ai 15 membri del Consiglio di sicurezza oggi Federica Mogherini, Alto Rappresentante per la politia estera della Ue, illustrerà le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo, e avrà il compito di convincere membri permanenti e non permanenti della necessità di arrivare ad una rapida decisione. Per adottare una risoluzione occorre il voto favorevole di 9 membri su 15 e nessun veto da parte dei cinque membri permanenti.
Fra questi la Gran Bretagna, che ha il compito di presentare formalmente la bozza di risoluzione, e la Francia, fanno parte dell’alleanza che poi dovrebbe agire nelle acque territoriali libiche per contrastare il fenomeno del traffico illegale di persone. Scontato il loro parere favorevole, meno quello di Cina, Stati Uniti e Russia, che però al momento si dicono, anche se con diverse sfumature, pienamente consapevoli del problema e della necessità di fare qualcosa.
La nostra diplomazia ovviamente sta accelerando i contatti anche con i Paesi africani nel Consiglio di sicurezza, Ciad Angola e Nigeria hanno finora risposto in modo positivo alle sollecitazioni italiane e dunque anche il loro voto, come quello della Spagna, dovrebbe essere favorevole.
La bozza che circola a New York prevede «l’uso di tutti i mezzi per distruggere il modello di business dei trafficanti di esseri umani». La distinzione giuridica è sottile ma nel documento si citano due tipi di traffico, a seconda che le persone abbiano dovuto pagare una somma di denaro, o meno, per il viaggio.
Il testo, originariamente in italiano, poi tradotto in inglese ed avanzato da Londra — visto che l’Italia non fa parte del Consiglio di sicurezza —, è attualmente in visione presso gli uffici di tutti e quattordici le rappresentanze diplomatiche coinvolte. L’adozione di una risoluzione sarebbe la cornice legale che consentirebbe l’avvio di un’azione così come decisa dal Consiglio europeo: un’azione che potrebbe anche avere il comando dell’Italia (ma al momento non c’è alcuna certezza), che in ipotesi potrebbe anche coinvolgere mezzi della Nato, di cui dovrebbero far parte, insieme a Roma, almeno la Spagna, la Gran Bretagna e la Francia.
Il punto più delicato sono forse le cosiddette regole di ingaggio, se ne discute agli articoli 42 e 43 del capitolo 7 della Carta dell’Onu, prevedono l’uso di «mezzi militari navali, aerei e di terra» per preservare la pace, quando è minacciata. Ma gli interessi in gioco sono diversi e anche gli orientamenti dei vari Stati: Mosca, dove il nostro ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, è stato due giorni fa, sembra abbia fatto capire che è favorevole a una risoluzione che abbia come confine netto le sole acque territoriali libiche e non le coste, e che non preveda l’uso di mezzi aerei. Un altro problema è la consistenza di eventuali mezzi armati di contraerea presenti nelle coste libiche e in mano ai trafficanti di esseri umani. L’uso di elicotteri armati è una delle opzioni allo studio.
Il briefing di oggi della Mogherini potrebbe toccare anche alcuni di questi punti, sicuramente alla Lady Pesc dell’Unione Europea toccherà non solo illustrare quello che un’eventuale coalizione di Paesi europei ha intenzione di fare per fermare il traffico illegale di persone, ma anche rispondere ai tanti dubbi e alle tante richieste che potrebbero essere sollevate da uno o più Paesi del Consiglio di sicurezza. Entro la fine della settimana si capirà se l’iniziativa europea dell’Italia, sostenuta dagli altri Paesi membri della Ue, ha avuto successo anche all’Onu o si è incagliata nel veto, o nel dissenso, di uno o più membri delle Nazioni Unite.
Marco Galluzzo
Davanti ai 15 membri del Consiglio di sicurezza oggi Federica Mogherini, Alto Rappresentante per la politia estera della Ue, illustrerà le conclusioni dell’ultimo Consiglio europeo, e avrà il compito di convincere membri permanenti e non permanenti della necessità di arrivare ad una rapida decisione. Per adottare una risoluzione occorre il voto favorevole di 9 membri su 15 e nessun veto da parte dei cinque membri permanenti.
Fra questi la Gran Bretagna, che ha il compito di presentare formalmente la bozza di risoluzione, e la Francia, fanno parte dell’alleanza che poi dovrebbe agire nelle acque territoriali libiche per contrastare il fenomeno del traffico illegale di persone. Scontato il loro parere favorevole, meno quello di Cina, Stati Uniti e Russia, che però al momento si dicono, anche se con diverse sfumature, pienamente consapevoli del problema e della necessità di fare qualcosa.
La nostra diplomazia ovviamente sta accelerando i contatti anche con i Paesi africani nel Consiglio di sicurezza, Ciad Angola e Nigeria hanno finora risposto in modo positivo alle sollecitazioni italiane e dunque anche il loro voto, come quello della Spagna, dovrebbe essere favorevole.
La bozza che circola a New York prevede «l’uso di tutti i mezzi per distruggere il modello di business dei trafficanti di esseri umani». La distinzione giuridica è sottile ma nel documento si citano due tipi di traffico, a seconda che le persone abbiano dovuto pagare una somma di denaro, o meno, per il viaggio.
Il testo, originariamente in italiano, poi tradotto in inglese ed avanzato da Londra — visto che l’Italia non fa parte del Consiglio di sicurezza —, è attualmente in visione presso gli uffici di tutti e quattordici le rappresentanze diplomatiche coinvolte. L’adozione di una risoluzione sarebbe la cornice legale che consentirebbe l’avvio di un’azione così come decisa dal Consiglio europeo: un’azione che potrebbe anche avere il comando dell’Italia (ma al momento non c’è alcuna certezza), che in ipotesi potrebbe anche coinvolgere mezzi della Nato, di cui dovrebbero far parte, insieme a Roma, almeno la Spagna, la Gran Bretagna e la Francia.
Il punto più delicato sono forse le cosiddette regole di ingaggio, se ne discute agli articoli 42 e 43 del capitolo 7 della Carta dell’Onu, prevedono l’uso di «mezzi militari navali, aerei e di terra» per preservare la pace, quando è minacciata. Ma gli interessi in gioco sono diversi e anche gli orientamenti dei vari Stati: Mosca, dove il nostro ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, è stato due giorni fa, sembra abbia fatto capire che è favorevole a una risoluzione che abbia come confine netto le sole acque territoriali libiche e non le coste, e che non preveda l’uso di mezzi aerei. Un altro problema è la consistenza di eventuali mezzi armati di contraerea presenti nelle coste libiche e in mano ai trafficanti di esseri umani. L’uso di elicotteri armati è una delle opzioni allo studio.
Il briefing di oggi della Mogherini potrebbe toccare anche alcuni di questi punti, sicuramente alla Lady Pesc dell’Unione Europea toccherà non solo illustrare quello che un’eventuale coalizione di Paesi europei ha intenzione di fare per fermare il traffico illegale di persone, ma anche rispondere ai tanti dubbi e alle tante richieste che potrebbero essere sollevate da uno o più Paesi del Consiglio di sicurezza. Entro la fine della settimana si capirà se l’iniziativa europea dell’Italia, sostenuta dagli altri Paesi membri della Ue, ha avuto successo anche all’Onu o si è incagliata nel veto, o nel dissenso, di uno o più membri delle Nazioni Unite.
Marco Galluzzo
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