Can­na­bis terapeutica, è dietrofront: «Niente tagli»

by redazione | 12 Maggio 2015 8:58

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«Nes­suna chiu­sura», per la sede di Rovigo del Cra, l’unico cen­tro in Ita­lia auto­riz­zato a col­ti­vare pian­tine di mari­juana e a for­nirle allo sta­bi­li­mento chi­mico far­ma­ceu­tico mili­tare di Firenze che da pochi mesi ha avviato la fase spe­ri­men­tale per la pro­du­zione del primo far­maco ita­liano a base di can­na­bis. E «nes­sun ridi­men­sio­na­mento delle ricer­che» scien­ti­fi­che sull’uso tera­peu­tico della canapa. Lo assi­cura il com­mis­sa­rio straor­di­na­rio Sal­va­tore Par­lato repli­cando al mani­fe­sto che dome­nica in prima pagina ha dato la noti­zia dei tagli impo­sti dalla spen­ding review ren­ziana sull’ente pub­blico di ricerca e spe­ri­men­ta­zione in agricoltura.

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La noti­zia della chiu­sura era giunta venerdì sera al diret­tore del cen­tro di Rovigo, ma evi­den­te­mente nem­meno nel governo c’è unità di vedute riguardo una tale ipo­tesi. «Mi impe­gnerò per appro­fon­dire cosa sta suc­ce­dendo, que­sto taglio non rien­tra nei nostri pro­grammi di governo, anzi siamo con­vinti che serve atten­zione alla spe­ri­men­ta­zione con­trol­lata di can­na­bis per scopi tera­peu­tici», ha detto il sot­to­se­gre­ta­rio all’Economia Pie­ro­paolo Baretta, del Pd, in visita a Rovigo dome­nica mat­tina, secondo quanto ripor­tato ieri da alcuni quo­ti­diani locali del Polesine.

Ma è lo stesso Par­lato a spie­gare che «la prima bozza di riforma del nuovo Ente, ancora in discus­sione, pre­vede l’articolazione in 16 sedi prin­ci­pali, com­presa l’amministrazione cen­trale di Roma, e 14 sedi distac­cate». Lo scrive in una nota, il com­mis­sa­rio nomi­nato il 2 gen­naio 2015 con il com­pito di pre­di­sporre «entro 120 giorni dalla data della sua nomina» un piano di riforma del Cra (nel quale è con­fluito l’altro ente pub­blico di ricerca agroa­li­men­tare, l’Inea), per ridurne le «arti­co­la­zioni ter­ri­to­riali di almeno il 50%», come impone la legge 190 del 23 dicem­bre 2014.

I primi incon­tri con i sin­da­cati di cate­go­ria, però, sono pre­vi­sti solo per il pros­simo 20 mag­gio, e Par­lato, che nel merito dovrebbe essere ascol­tato domani in audi­zione infor­male dalla com­mis­sione Agri­col­tura della Camera, spiega che «nel caso spe­ci­fico di Rovigo le atti­vità di ricerca e di spe­ri­men­ta­zione pro­se­gui­ranno come vero e pro­prio “Labo­ra­to­rio di ricerca”».

Dun­que, non la chiu­sura, come scritto nel foglio numero nove del piano (riguar­dante le sedi di Fog­gia e Ber­gamo e quelle distac­cate di Caserta e Bolo­gna, tutte «man­te­nute», men­tre ver­rebbe «chiusa» anche la sede di Osimo, e «accor­pata» quella di Ver­celli) — parole che ave­vano messo in allarme l’intera strut­tura, fiore all’occhiello della ricerca ita­liana sulla mari­juana — ma solo una «diversa deno­mi­na­zione», sca­tu­rita «esclu­si­va­mente dalla spe­ci­fi­cità delle atti­vità, che nel caso di Rovigo è rivolta alla Canapa da fibra e per altri usi, tra i quali il terapeutico».

Nelle ambi­zioni del piano trien­nale di rior­ga­niz­za­zione dell’Ente, aggiunge il com­mis­sa­rio straor­di­na­rio, in realtà c’è l’integrazione e l’estensione degli «obiet­tivi stra­te­gici sulle col­ture indu­striali, tra le quali rien­tra la Canapa, allar­gando le atti­vità di ricerca alla valo­riz­za­zione eco­si­ste­mica nell’ampio con­te­sto dell’uso soste­ni­bile ed effi­ciente delle risorse natu­rali». In que­sta ottica, «le ricer­che in corso sulla Canapa non solo non saranno ridi­men­sio­nate, ma potranno avva­lersi di ulte­riori siner­gie, per una più ade­guata dimen­sione scien­ti­fica della ricerca».

In sostanza il com­mis­sa­rio ras­si­cura il per­so­nale del Cra di Rovigo e degli altri cen­tri che subi­ranno la «razio­na­liz­za­zione» impo­sta dai tagli di Renzi: «La nuova rior­ga­niz­za­zione — con­clude Par­lato — valo­riz­zerà le grandi pro­fes­sio­na­lità dei ricer­ca­tori pub­blici in agri­col­tura ed effi­cien­terà la strut­tura sotto il pro­filo eco­no­mico e amministrativo».

Una pre­ci­sa­zione impor­tante, visto che anche l’Istituto far­ma­ceu­tico mili­tare di Firenze si augura di otte­nere velo­ce­mente l’autorizzazione dell’Aifa, in modo da tra­sfor­mare in far­maco «entro luglio» le prime infio­re­scenze che saranno rac­colte a giu­gno. Al momento, però, spiega il gene­rale Gio­condo San­toni, a capo della “busi­ness unit” fio­ren­tina, «la pro­du­zione di rac­colto è limi­tata in quanto desti­nata alla spe­ri­men­ta­zione e nell’ordine di alcuni chili. Su larga scala è pre­vi­sta per dopo l’estate, una volta ter­mi­nata la spe­ri­men­ta­zione e una volta che avremo atti­vato una nuova serra da 150 metri qua­dri, per un tipo di pro­du­zione più industriale».

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