L’inchiesta sugli appalti truccati alla Cpl Concordia lascia Napoli e approda a Bologna, per competenza territoriale. Lo ha deciso il Tribunale del riesame del capoluogo campano. Confermati gli arresti in carcere per i due manager Francesco Simone e Maurizio Rinaldi. Restano le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione internazionale e riciclaggio
NAPOLI Con una sentenza che in procura ha colto tutti di sorpresa, il tribunale del Riesame ha disposto ieri sera il trasferimento alla Direzione distrettuale antimafia di Bologna degli atti riguardanti l’inchiesta sulla Cpl Concordia, la cooperativa modenese vincitrice dell’appalto per la metanizzazione dei principali comuni di Ischia.
Il provvedimento è stato emesso al termine dell’udienza relativa al ricorso di due degli undici indagati, il responsabile delle relazioni istituzionali della Cpl, Francesco Simone, e il responsabile di area Maurizio Rinaldi. Per entrambi il giudice ha respinto le istanze, confermando le ordinanze di custodia cautelare — emesse dal gip Amelia Primavera su richiesta dei pubblici ministeri Woodcock, Carrano e Loreto — in cui sono contestati i reati di associazione per delinquere, corruzione, corruzione internazionale, riciclaggio e false fatturazioni. Contestualmente, però, il tribunale ha disposto il trasferimento degli atti a Bologna.
Perché il giudice abbia ritenuto che sia della procura antimafia emiliana la competenza territoriale su una inchiesta imperniata intorno a un appalto assegnato dal comune di Ischia, lo si capirà quando oltre al dispositivo saranno depositate le motivazioni della sentenza. Ed è questo che aspettano in procura, dove oltre alla sorpresa c’è anche la certezza di aver operato correttamente.
Per ora si può solo ipotizzare che il giudice abbia ritenuto che la «sede» dei reati contestati agli indagati non sia Ischia ma Modena, dove la Cpl Concordia ha i suoi uffici centrali. E poiché tra le accuse c’è anche il riciclaggio, che è sempre di competenza dei magistrati antimafia, ecco l’assegnazione della competenza territoriale a Bologna, dove, a differenza di Modena, c’è la Dda.
Resta da chiedersi che succederà a partire da oggi per le altre udienze già fissate davanti al Riesame di Napoli, dove stamattina dovrebbe comparire Nicola Verrini, il responsabile commerciale per l’area Tirreno della Cpl. Come si regolerà il giudice che dovrà esaminarne il ricorso? La sentenza di ieri non comporta automaticamente che tutti gli atti vadano a Bologna, ma l’eventualità che si prospetti questo scenario non si può escludere. E non si può escludere nemmeno che, alla luce della sentenza, i collegi difensivi adottino nuove strategie e sollevino da subito la questione della competenza territoriale.
Che l’inchiesta sulla Cpl fosse destinata a coinvolgere altre procure era prevedibile. Perché, soprattutto se la disponibilità a collaborare espressa da Simone e Verrini sarà confermata con i fatti, è più che probabile che verranno alla luce presunti illeciti avvenuti ben lontano da Napoli e dalla Campania, visto che la Concordia opera su tutto il territorio nazionale. In quel caso sarebbe (o sarebbe stata), la stessa procura di Napoli a trasmettere gli atti agli uffici competenti. Ma non era previsto — né prevedibile — che tutto avvenisse così presto. C’è però anche un’altra eventualità, pur in presenza della sentenza di ieri: e cioè che sia la magistratura di Bologna a dichiararsi non competente. A quel punto a dirimere la questione interverrebbero le sezioni unite della Cassazione.
Fulvio Bufi