La vicenda è avvenuta sabato 4 aprile durante quello che doveva essere un comune controllo di polizia. Un uomo (Walter L. Scott, 50 anni, nero) circolava su una macchina con un faro rotto ed è stato fermato dagli agenti. Una volta fermata la macchina, è sceso e ha cominciato a correre in un piccolo parco vicino. Raggiunto da un agente di polizia, c’è stata una piccola colluttazione e l’uomo ha di nuovo cercato di fuggire. A quel punto il poliziotto gli ha sparato alla schiena, otto volte: non è chiaro se sia morto sul colpo. Inizialmente l’agente (Michael T. Slager, 33 anni, bianco) si era giustificato dicendo di aver sparato per legittima difesa, sostenendo che Scott aveva cercato di rubargli il taser e che la sua vita era stata gravemente minacciata (cosa che avrebbe giustificato la legittima difesa). Dietro il cancello del giardino, però, un uomo ha filmato la scena e le immagini contraddicono la versione del poliziotto: si vede Scott scappare, apparentemente disarmato, e il poliziotto spara quando Scott è già piuttosto lontano, senza che ponga nessuna minaccia. L’agente Slager martedì 7 aprile è stato quindi accusato di omicidio.
Un elemento aggravante del video – che è stato pubblicato dal New York Times che l’ha ricevuto dall’avvocato della famiglia Scott – è il fatto che mostri il poliziotto ammanettare Scott steso a terra e ferito e poi tornare verso il punto dove poco prima si era verificata la colluttazione, raccogliere qualcosa da terra e lasciarla cadere vicino al corpo di Scott. Inoltre, mentre dal rapporto della polizia risultava che gli agenti avessero cercato di rianimare Scott, il video mostra che non è stato fatto nulla per cercare di salvarlo, lasciandolo faccia a terra, ammanettato e insanguinato. Secondo il New York Times Walter L. Scott era stato arrestato una decina di volte per piccoli reati. Suo fratello, citato[2] dal giornale locale Post and Courier, ha detto che forse era scappato perché pensava che gli agenti l’avessero fermato per accusarlo di non aver pagato gli alimenti dei figli, cosa che era già avvenuta in passato. Dopo la diffusione del video il sindaco di Charleston, Keith Summey, si è scusato pubblicamente e ha annunciato il rinvio a giudizio del poliziotto.
Da mesi si discute negli Stati Uniti dei metodi utilizzati dagli agenti di polizia coinvolti in diversi episodi di violenza soprattutto contro uomini neri. Gli ultimi di cui si è parlato in ordine di tempo riguardano la polizia di Los Angeles, che all’inizio di marzo ha sparato e ucciso un senzatetto con problemi mentali[3] sospettato di aver compiuto una rapina, e quello della polizia di Dallas che ha sparato a un uomo nero con disturbi mentali sulla soglia di casa sua[4]. Di tutti questi episodi esistono dei video. Di fronte ai disordini e alle proteste che ne erano seguite, la Casa Bianca aveva raccomandato una serie di misure per cercare di cambiare le pratiche della polizia e migliorare le relazioni tra gli agenti e le minoranze etniche.
North Charleston è la terza città più grande del South Carolina, con una popolazione di circa 100 mila persone. I neri sono il 47 per cento dei residenti e i bianchi il 37 per cento. Il Dipartimento di Polizia è formato per l’80 per cento da agenti bianchi secondo i dati raccolti dal Dipartimento di Giustizia nel 2007, i più recenti che si hanno a disposizione.