Ma non tutti i partiti sono d’accordo. Quando la discussione in aula, sulla spinta del M5S (che aveva chiesto il rinvio del voto), si era avvitata sulla questione De Gennaro e sul G8 di Genova, è intervenuto il ministro della Giustizia lanciando un appello alle forze politiche. «La discussione sulla Diaz non pregiudichi un traguardo per tutto il Paese — ha dichiarato Andrea Orlando — la richiesta che ci ha fatto Strasburgo non è di scrivere una norma su una vicenda specifica. Ma perché vicende come quelle del G8 non si ripetano più». «Un voto più ampio possibile — ha precisato il Guardasigilli — consentirà al governo di andare a Strasburgo con un risultato che è di tutto il Parlamento».
Secondo il deputato di Fi Pietro Laffranco, «dopo la condanna dell’Italia per la Diaz la sinistra vuole introdurre una norma inutile, ingiusta e dannosa perché finalizzata ad intimidire le forze dell’ordine, rendendole impotenti dinanzi al dilagare della criminalità». Il deputato di FdI-An Edmondo Cirielli chiede, provocatoriamente, perché il Parlamento «sia lesto a recepire le indicazioni dell’Ue sul reato di tortura, ma lento a recepire le direttive europee sul risarcimento per le vittime di reati». Critici anche i Funzionari di polizia. «Il testo approvato non ci soddisfa — ha detto Lorena La Spia, segretario dell’Anfp — è stato addirittura peggiorato quello precedente. Sorgeranno molti dubbi interpretativi a causa della sua eccessiva indeterminatezza. Saremo esposti a denunce pretestuose, che rischieranno di indebolire il nostro operato, specie nei contesti più critici. Il testo prevede che possa esserci tortura anche per “vincere una resistenza”. Peccato che la resistenza a pubblico ufficiale sia reato. E che noi siamo costantemente chiamati a vincere la resistenza di chi non vuole rispettare la legge».