L’uccisione del giornalista Buzyna rivendicata dai filonazi dell’Upa

L’uccisione del giornalista Buzyna rivendicata dai filonazi dell’Upa

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Secondo quanto dif­fuso dal poli­to­logo ucraino Volo­do­mir Fesenko, l’«esercito insur­re­zio­nale di Ucraina» avrebbe riven­di­cato la stri­scia di omi­cidi cul­mi­nata nell’assassinio del gior­na­li­sta Buzyna, lan­ciando «un’implacabile lotta insur­re­zio­nale con­tro il regime anti-ucraino dei tra­di­tori e dei servi di Mosca».

Il gruppo, nelle email inviate a Fesenko, sve­le­rebbe anche dei par­ti­co­lari non ancora noti, come ad esem­pio il cali­bro delle pistole usate nelle azioni con­tro i «bastardi anti ucraini e schiavi di Mosca». Ci sono alcune con­si­de­ra­zioni imme­diate: il nome di que­sto gruppo ricalca quello dell’Upa, eser­cito ucraino che col­la­borò con i nazi­sti nella seconda guerra mon­diale e che fu gui­dato da Ban­dera, figura chiave dell’estrema destra ucraina, le cui com­me­mo­ra­zioni sono state recen­te­mente uffi­cia­liz­zate dal governo di Poroshenko.

Si è trat­tato – forse – di un regalo che il governo ha voluto fare a chi gli ha rega­lato il potere, ovvero i neo­na­zi­sti di Maj­dan, ma l’agire indi­stur­bato di que­sti gruppi e il clima che hanno finito per creare a Kiev, non sem­bra favo­rire nean­che chi è al momento alla guida del paese, anzi. La morte del gior­na­li­sta Buzyna è stato l’ultimo evento di una serie di assas­sini che hanno pun­tato con­tro chi ha sem­pre cri­ti­cato quanto acca­duto in Ucraina dal Maj­dan in avanti. Il gruppo che ha riven­di­cato gli omi­cidi avrebbe scritto che «da que­sto momento in poi» si rivol­ge­ranno ai nemici dell’Ucraina «solo nella lin­gua delle armi fin­ché non saranno total­mente annien­tati». Il gruppo ha man­dato una mail di minacce anche al filo­russo «Blocco d’opposizione» nella quale defi­ni­sce gli omi­cidi dei filo­russi «un avver­ti­mento al regime anti­po­po­lare degli oli­gar­chi tra­di­tori» e aggiunge: «Non sta­vamo scher­zando quando dice­vamo o lustra­zione o liqui­da­zione». Nel mes­sag­gio — di cui la poli­zia ucraina sta cer­cando di risa­lire al mit­tente — l’organizzazione nazio­na­li­sta si dice pronta anche all’eliminazione fisica dei rap­pre­sen­tanti delle auto­rità vigenti che «non hanno dichia­rato la legge mar­ziale e lo stato di guerra con la Rus­sia» e «non hanno inter­rotto i rap­porti diplo­ma­tici e com­mer­ciali con l’invasore».

Ieri sull’argomento si sono espressi anche i russi, prima che arri­vasse la riven­di­ca­zione. Per alcune ore, infatti, Mosca è stata accu­sata di aver ucciso il gior­na­li­sta, per desta­bi­liz­zare l’Ucraina. «Assurde e sacri­le­ghe», ha defi­nito que­ste accuse fatte dal del con­si­gliere del mini­stro dell’Interno ucraino Anton Ghe­ra­shenko, il respon­sa­bile per i diritti umani del mini­stero degli Esteri russo, Kon­stan­tin Dol­gov. Più irri­tato invece il com­mento di Mosca, riguardo l’inizio dell’addestramento ame­ri­cano dei sol­dati ucraini. La pre­senza di istrut­tori mili­tari ame­ri­cani in Ucraina «non favo­ri­sce la solu­zione del con­flitto» nel Don­bass «ma, al con­tra­rio, desta­bi­lizza la situa­zione» ha detto il por­ta­voce del Crem­lino, Dmi­tri Peskov, citato dalle agen­zie russe. Ieri l’ambasciatore Usa in Ucraina, Geof­frey Pyatt, ha annun­ciato l’arrivo nella repub­blica ex sovie­tica di para­ca­du­ti­sti ame­ri­cani della 173a bri­gata avio­tra­spor­tata inca­ri­cati di adde­strare i mili­tari ucraini nella base di Iavo­riv, nella regione occi­den­tale di Leopoli.

Infine, numeri della guerra: in un anno di con­flitto più di 6.100 per­sone sono state uccise in Ucraina. Secondo le stime dell’Onu il numero di morti dal mese di aprile 2014 ad oggi è di almeno 6.116 per­sone, mili­tari e civili. I feriti sono 15.474. Il numero effet­tivo delle vit­time potrebbe però essere molto più ele­vato, cen­ti­naia di per­sone sono disperse e cen­ti­naia di corpi sono ancora in corso di recu­pero o di identificazione.



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