Le suore «scalano» le prigioni Usa

Le suore «scalano» le prigioni Usa

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NEW YORK Hanno dato nuovo significato al termine «investimento socialmente responsabile». Le suore dell’ordine internazionale Institute of Sisters of Mercy of the Americas, attraverso un proprio fondo, hanno investito nei titoli di uno dei settori più discussi e discutibili del business americano, le prigioni a scopro di lucro. Improvvisa conversione alla religione del profitto o ad un selvaggio spirito imprenditoriale? Nulla di tutto ciò. Anzi: l’obiettivo del fondo, il Mercy Investment Services Inc. gestito da sorella Valerie Heinonen, è esattamente quello che ispira il nome dell’ordine, la misericordia. Compra azioni di galere per cercare di migliorarle, di innescare riforme a favore dei diritti umani e delle condizioni di vita dei carcerati.
La campagna d’investimento delle suore americane, ricorrendo ai mezzi della finanza più sofisticata, è di lungo periodo tanto da poter fare invidia a Warren Buffet: è dal Duemila che le Sisters of Mercy rastrellano pazientemente azioni sul mercato. «Ciò che vogliamo è che in queste società sia stabilita una politica dei diritti umani», ha spiegato di recente Heinonen al canale televisivo CNN. E che questa politica, ha continuato con determinazione, venga rispettata. Negli anni il fondo si è anche battuto per legare i compensi dei dirigenti al rispetto di adeguate pratiche sociali.
La sfida fatta propria dalle suore è tutt’altro che facile. Negli Stati Uniti sono centinaia le carceri e i centri di detenzione degli immigrati posseduti e gestiti, interamente o in partnership con le autorità pubbliche, da aziende private. Spesso con risultati che suscitano le denunce delle associazioni umanitarie. I due colossi del settore sono la Geo Group e la Corrections Corporation of America, dove investitori di ogni genere hanno iniettato negli anni miliardi di dollari scommettendo sulla continua crescita del «business» delle sbarre in un paese che detiene molteplici record di incarcerazione facile oltre che di condanne a morte. Una scommessa spesso vinta: il titolo di Geo Group, incoraggiato da grandi profitti, è salito di ben il 130% in tre anni.
Ma le suore non stanno a questo gioco della domanda e dell’offerta, né alle scommesse sulla pelle dei detenuti quando si tratta di diritti e dignita’. In particolare degli immigrati: i carcerati federali senza cittadinanza sono concentrati in 13 grandi centri di minima sicurezza in mano a privati dove si sono moltiplicate denunce di maltrattamento, malnutrizione e assenza di assistenza medica e legale. In più occasioni negli ultimi anni sono stati teatro di rivolte. E il recente arrivo di ondate di bambini e giovani illegali che spesso finiscono in luoghi di detenzione ha dato un volto ancora più drammatico alla «crociata finanziaria» delle Sorelle della Misericordia.



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