La svolta dell’Ue “Operazione militare contro gli scafisti ”
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ROMA . Potrebbe essere la prima “guerra” dell’Unione europea, la guerra agli schiavisti del 21° secolo. Un’operazione di polizia internazionale condotta con mezzi militari, con un obiettivo principale nel mirino: i barconi degli scafisti in Libia, ma anche tutta la struttura di comando e controllo del traffico di esseri umani che attraversa quel paese. Con un obiettivo parallelo e non secondario: quello di essere pronti a colpire anche i miliziani dell’Is, o comunque i jihadisti che in Libia hanno giurato fedeltà al califfato di Al Baghdadi. Per questi obiettivi ieri il governo italiano si è messo al lavoro innanzitutto con i partner europei, per garantire supporto alla proposta e partecipazione a una possibile operazione militare. Il premier Matteo Renzi ha telefonato al presidente Ue Donald Tusk, ma anche al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon per annunciargli le linee guida della proposta italiana che, se approvata dalla Ue, avrebbe bisogno di essere battezzata dal Consiglio di Sicurezza Onu per avere un timbro di legittimità internazionale definitivo. L’obiettivo lo conferma apertamente il ministro degli Interni Angelino Alfano: «Affondare i barconi degli scafisti, impedire che partano. Noi da soli non possiamo farlo ed è in corso un negoziato con Onu e Ue per avere, in un quadro di legalità internazionale l’autorizzazione a questo intervento». Domani, quando a Bruxelles i leader dei 28 paesi europei si incontreranno per un vertice d’emergenza, si troveranno sul tavolo i “10 punti” preparati dal commissario all’immigrazione Dimitris Avramopoulos e approvati lunedì dai ministri degli Esteri. Con l’aggiunta della richiesta italiana di autorizzare operazioni di “polizia internazionale” contro gli scafisti che trovano base in Libia e di rafforzare la missione Triton. «L’ondata emotiva del disastro umanitario di Lampedusa dell’autunno del 2013 portò a Mare Nostrum, cioè a un’operazione soltanto italiana», dice una fonte a Palazzo Chigi, «adesso quello che stiamo provando a costruire è una reazione collettiva, dell’Europa, autorizzata dall’Onu, che tenga insieme gli aspetti del soccorso umanitario con quelli della tutela della sicurezza». Ieri mattina Natasha Bertaud, portavoce in materia di immigrazione della Commissione, ha confermato apertamente della possibile «operazione militare», spiegando che le imbarcazione degli scafisti verrebbero sequestrate e distrutte da «una missione militare e civile dell’Unione europea». La funzionaria ha fatto un paragone con la missione Ue “Atalanta” contro i pirati al largo delle coste somale. A Palazzo Chigi sono già arrivati i primi echi di alcune esitazioni fra alcuni partner europei, ma il pressing è continuato per tutta la serata. Renzi ha parlato con leader europei grandi e piccoli, si è già assicurato il sostegno di Grecia, Francia e Cipro, paesi con cui l’Italia condivide il tema dell’emergenza migranti con quello della stabilizzazione della Libia.
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