La scuola si ferma, tutti i sindacati contro le nuove regole
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Sciopero generale dei lavoratori della scuola il prossimo 5 maggio contro il ddl varato dal governo. Lo hanno comunicato i sindacati di categoria durante la manifestazione delle Rsu che si è svolta ieri a Roma. Unici a non aderire Unicobas, Anief e Usb che confermano l’astensione già programmata per il 24 aprile perché, spiegano, «il 5 maggio potrebbe essere già troppo tardi». All’annuncio dei sindacati replica via Twitter il ministro per l’Istruzione Giannini: «Manifesto rispetto per chi sciopera», scrive. Ma aggiunge che il governo sta «cercando di costruire consenso» su una «riforma culturale rivoluzionaria».
Non la pensano così i rappresentanti dei lavoratori della scuola. «Non si fanno le riforme con le consultazioni online. La vera scuola è quella della Costituzione, della partecipazione e della collegialità. Tutte cose che mancano del tutto nel disegno di legge del governo», ha detto Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl.
Ancora più dure le critiche espresse dai leader di categoria: «Quando si mette mano a questioni senza averne conoscenza e competenza si finisce come l’apprendista stregone e si rischia di fare danni incalcolabili. Questo sta facendo Renzi sulla scuola», ha detto Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola. Mentre Mimmo Pantaleo, per la Flc Cgil, chiede «al presidente della Repubblica di intervenire perché stanno mettendo sotto i piedi la Costituzione italiana».
La Uil Scuola, invece, sottolinea, attraverso il segretario Massimo De Luca, la necessità di «un piano di assunzioni che sia fatto per decreto».
«Il governo ascolti la piazza», ha aggiunto il coordinatore nazionale della Gilda Rino Di Meglio, mentre il segretario generale dello Snals Confsal, Marco Paolo Nigi, ha spiegato che «la scuola non vuole più farsi prendere in giro».
Sempre in tema di vertenze, ieri Renzi ha incontrato a Pompei (dove è intervenuto a una manifestazione sull’Expo) i lavoratori della Whirlpool, dopo che l’azienda ha annunciato un piano che prevede 1335 esuberi, e ha garantito il proprio in difesa dei loro posti di lavoro.
Ancora più dure le critiche espresse dai leader di categoria: «Quando si mette mano a questioni senza averne conoscenza e competenza si finisce come l’apprendista stregone e si rischia di fare danni incalcolabili. Questo sta facendo Renzi sulla scuola», ha detto Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola. Mentre Mimmo Pantaleo, per la Flc Cgil, chiede «al presidente della Repubblica di intervenire perché stanno mettendo sotto i piedi la Costituzione italiana».
La Uil Scuola, invece, sottolinea, attraverso il segretario Massimo De Luca, la necessità di «un piano di assunzioni che sia fatto per decreto».
«Il governo ascolti la piazza», ha aggiunto il coordinatore nazionale della Gilda Rino Di Meglio, mentre il segretario generale dello Snals Confsal, Marco Paolo Nigi, ha spiegato che «la scuola non vuole più farsi prendere in giro».
Sempre in tema di vertenze, ieri Renzi ha incontrato a Pompei (dove è intervenuto a una manifestazione sull’Expo) i lavoratori della Whirlpool, dopo che l’azienda ha annunciato un piano che prevede 1335 esuberi, e ha garantito il proprio in difesa dei loro posti di lavoro.
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