Expo, i costi impazziti del Padiglione Italia

Expo, i costi impazziti del Padiglione Italia

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MILANO . Alla fine Giuseppe Sala assicura che anche il padiglione che sarà il simbolo dell’Italia a Expo aprirà il primo maggio. Ma la consegna è da brividi: 30 aprile, il giorno prima. Il tour che faranno i visitatori tra mostre e ristorante «sarà garantito», dice il commissario unico. Nonostante alcuni piani del palazzo principale che comprendono gli uffici e l’auditorium, però, saranno terminati a manifestazione iniziata. Questione di priorità. Perché la corsa non è ancora finita. In ogni caso c’è già una certezza: per riuscire a trasformare un cantiere in uno spazio visibile al pubblico i costi aumenteranno. Tutto il padiglione, composto da Palazzo Italia e da altri edifici lungo il cosiddetto cardo, tra costruzione e allestimenti sarebbe dovuto costare 63 milioni di euro pubblici. Arriverà a 92 milioni: quasi 30 milioni, il 50% in più, necessari per rivedere il progetto e poi per aggiungere operai che lavorano 24 ore su 24, mezzi e materiali. Spese extra che, spiega Sala, «saranno coperte dagli sponsor privati. Il bilancio del padiglione è in pareggio».
Ci ha voluto mettere la faccia, Sala. Su tutta l’area ci sono 6.500 operai e la maggior parte dei padiglioni, spiega il commissario, sarà terminata «tra il 20 e il 25 aprile». Si dice sicuro: «È così in ogni Expo. Le strutture sono in gran parte finite all’esterno. Le criticità sono poche: riguardano i padiglioni di Nepal, Turchia, Russia, forse Estonia». E anche per quelli «se devo fare una scommessa dico che arriveranno in tempo». Se non sarà così, dice il commissario, «c’è un unico responsabile della brutta figura e sono io, ma sono certo che non avverrà». Il mantra è: «Il primo maggio saremo pronti». Un’inaugurazione a cui, a cominciare da Sergio Mattarella non ci saranno molti capi di Stato.
Questione (anche) di sicurezza. Certo, i ritardi e gli scandali ci sono stati. Ma, adesso, si sfoga, «sono costernato dal clima che si è generato» intorno all’evento.
Il cda di Expo ha affrontato ieri la questione tempi e costi di Padiglione Italia. La gran parte (24 milioni) dei 30 di aumento riguarda l’azienda principale (coinvolta nell’inchiesta di Firenze sulle gradi opere) che sta costruendo le strutture: Italia costruzioni. È con questa impresa che è stato raggiunto un accordo economico che dovrà passare al vaglio dell’Anac e dell’Avvocatura dello Stato. Italia costruzioni partiva da una commessa di 28 milioni (18,5 per Palazzo Italia e 9,2 per il cardo); potrebbe arrivare a 52 milioni. Nel conto vanno messi 16 milioni di lavori extra per modificare il progetto e 8 milioni di “maggiori oneri”. Se la struttura non sarà consegnata in tempo, però, l’impresa perderà il 20 per cento. Lo stesso Sala ammette problemi lungo il cardo – dove ci sono gli spazi di Regione Lombardia e la mostra di Confindustria. Ma con un’accelerazione, promette, le parti visitabili dovrebbero in gran parte farcela. Mancano 28 giorni.


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  [Foto Simona Granati]
Nel 2000, la privatizzazione dell’acqua in Bolivia offrì uno spettacolo degno del Guinness dei primati. Nella regione boliviana di Cochabamba l’acqua fu privatizzata, compresa l’acqua della pioggia. Ci fu allora un’insurrezione popolare, e la sommossa cacciò dal paese l’impresa californiana che aveva avuto l’acqua in regalo, con pioggia e tutto, e aveva portato le tariffe alle stelle. A Cochabamba scorse il sangue, però la dignità  popolare recuperò, con la lotta, il più indipensabile dei beni di questo mondo.

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