Dal Tpp al Ttip, il libero scambio nuoce alla salute

by redazione | 17 Aprile 2015 9:50

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L’Europa nei suoi nego­ziati in corso sul Ttip (Tran­sa­tlan­tic Trade and Invest­ment Part­ner­ship) con gli Stati Uniti potrebbe impa­rare molto dal gemello paci­fico Trans-Pacific-Partnership ( Tpp ), dove alcuni pro­blemi stanno venendo fuori, ad esem­pio dalla que­stione farmaci.
Rap­pre­sen­tanti degli Stati Uniti e di altri undici paesi del Paci­fico si sono riu­niti alla fine di gen­naio per pia­ni­fi­care il futuro delle loro rela­zioni com­mer­ciali attra­verso il Ttp. Seb­bene lo scopo dichia­rato di tali trat­tati sia quello di rimuo­vere gli osta­coli al libero com­mer­cio, appare sem­pre più chiaro che tali ‘osta­coli’ altro non siano che le regole per tute­lare con­su­ma­tori, lavo­ra­tori, ambiente e salute. Potenti imprese mul­ti­na­zio­nali sem­brano aver avuto un peso deci­sivo durante la fase istrut­to­ria di que­ste nego­zia­zioni. Quel che hanno deciso potrebbe por­tare a un dram­ma­tico aumento dei prezzi dei far­maci per cen­ti­naia di milioni di persone.

Fra gli argo­menti discussi dai nego­zia­tori, vi sono alcuni degli ele­menti più con­tro­versi del Tpp – rela­tivi al rego­la­mento della pro­prietà intel­let­tuale. Tali regole potreb­bero con­sen­tire ai colossi dell’industria far­ma­ceu­tica di man­te­nere o aumen­tare i pro­fitti mono­po­li­stici con­nessi alla ven­dita dei far­maci da loro prodotti.

La segre­tezza dei nego­ziati sul Tpp rende que­sti ultimi ter­ri­bil­mente opa­chi e dif­fi­cili da discu­tere. Sap­piamo però che gli accordi com­mer­ciali ven­gono nego­ziati dal Rap­pre­sen­tante per il Com­mer­cio degli Stati Uniti. In teo­ria que­sto dovrebbe agire nell’interesse del popolo ame­ri­cano, ma sto­ri­ca­mente, l’ufficio del Rap­pre­sen­tante ha alli­neato le pro­prie posi­zioni agli inte­ressi delle grandi imprese. Se i colossi del set­tore far­ma­ceu­tico influen­zano le nego­zia­zioni, il Tpp potrà bloc­care la dif­fu­sione sul mer­cato dei far­maci gene­rici. I pro­fitti dei mono­po­li­sti in quel set­tore ver­ranno man­te­nuti, a spese della salute dei pazienti e del bilan­cio di con­su­ma­tori e governi. Ci sono due modi attra­verso cui il Rap­pre­sen­tante per il com­mer­cio può usare il Tpp per man­te­nere sta­bili o addi­rit­tura far salire prezzi e pro­fitti con­nessi alla ven­dita dei farmaci.

Il primo con­si­ste nel restrin­gere la pos­si­bi­lità di com­pe­tere sul mer­cato ai far­maci gene­rici. La rela­zione tra mag­giore com­pe­ti­zione e ridu­zione dei prezzi è assio­ma­tica. Quando le imprese devono lot­tare per acca­par­rarsi i clienti fini­scono per ridurre i prezzi. Quando un bre­vetto arriva a sca­denza, qua­lun­que impresa può entrare sul mer­cato pro­po­nendo la ver­sione gene­rica dei far­maci asso­ciati a quel bre­vetto. La dif­fe­renza di prezzo tra i far­maci gene­rici e quelli di marca è, peral­tro, stra­bi­liante. Solo la dif­fu­sione dei far­maci gene­rici può spin­gere in basso i prezzi. Da quando gli Stati Uniti hanno aperto il loro mer­cato ai far­maci gene­rici nel 1984, la loro dif­fu­sione è pas­sata dal 19 all’84% delle pre­scri­zioni medi­che totali con­sen­tendo al governo e ai con­su­ma­tori ame­ri­cani di rispar­miare più di 100 miliardi di dol­lari all’anno.

La seconda stra­te­gia con­si­ste nel limi­tare la rego­la­men­ta­zione gover­na­tiva sul prezzo dei far­maci. I governi pos­sono inter­ve­nire diret­ta­mente bloc­cando i prezzi per legge, o negando i rim­borsi ai pazienti nel caso di far­maci ecces­si­va­mente costosi: così le aziende sono incen­ti­vate a ridurre il prezzo verso il livello appro­vato dal governo. Que­sto genere d’interventi rego­la­tori è di par­ti­co­lare impor­tanza in mer­cati poco inclini alla con­cor­renza come quello far­ma­ceu­tico. Se le attuali posi­zioni del Rap­pre­sen­tante per il com­mer­cio degli Stati Uniti pre­var­ranno, la pos­si­bi­lità di con­trol­lare i prezzi dei far­maci da parte 0dei paesi par­te­ci­panti al Trat­tato si ridurrà drasticamente.

L’orientamento gene­rale della sezione pro­prietà intel­let­tuale del Tpp va nella dire­zione di una minor con­cor­renza e di un incre­mento gene­ra­liz­zato dei prezzi dei far­maci e i suoi effetti tra­va­li­che­ranno i Paesi ade­renti ai trattati.

Come noto, le imprese del set­tore giu­sti­fi­cano i loro con­ti­nui ten­ta­tivi di spin­gere al rialzo il prezzo dei far­maci con la neces­sità di repe­rire i fondi neces­sari al finan­zia­mento di ricerca e svi­luppo. Ma que­sto è sem­pli­ce­mente falso. Intanto i colossi del far­maco spen­dono molto di più in pub­bli­cità e mar­ke­ting che nello svi­luppo di nuove idee. Inol­tre ecces­sive restri­zioni alla rego­la­men­ta­zione della pro­prietà intel­let­tuale, sco­rag­giano lo svi­luppo di nuove idee limi­tando la pos­si­bi­lità degli scien­ziati di lavo­rare sulle sco­perte altrui e sof­fo­cano la dif­fu­sione e lo scam­bio di cono­scenza che è cru­ciale per l’innovazione. Infine, la gran parte delle inno­va­zioni più impor­tanti viene rea­liz­zata in uni­ver­sità e cen­tri di ricerca finan­ziati dal Governo.
La guerra sul prezzo dei far­maci che si sta por­tando avanti con il Tpp e l’abbandono del prin­ci­pio di pre­cau­zione ci por­tano nella dire­zione sba­gliata. Il mondo intero potrebbe pagare un prezzo salato in ter­mini di peg­giore salute per tutti in cam­bio di mag­giori pro­fitti per le multinazionali.

Con la col­la­bo­ra­zione di Mauro Gal­le­gati. Tra­du­zione di Dario Gua­ra­scio. Copy­right par­ziale The New York Times

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