Caso Mastro­gio­vanni. Torturato e ucciso in ospedale, il pg chiede pene più severe

by redazione | 11 Aprile 2015 8:06

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Con sem­pli­cità e toni pacati ma deter­mi­nati il pro­cu­ra­tore gene­rale della Corte d’appello di Salerno, Elio Fio­retti, ha chie­sto un ina­spri­mento delle con­danne ai sei medici e dodici infer­mieri respon­sa­bili della morte di Fran­ce­sco Mastro­gio­vanni, il «mae­stro più alto del mondo», come lo ave­vano sopran­no­mi­nato i suoi alunni, legato inin­ter­rot­ta­mente ai quat­tro arti per 83 ore nell’ospedale di Vallo della Luca­nia (Sa). Al ter­mine della lunga e arti­co­lata requi­si­to­ria (due ore) ha for­mu­lato la richie­sta di 5 anni e 4 mesi per i medici Michele Di Genio, Rocco Barone e Raf­faele Basso, che erano stati con­dan­nati rispet­ti­va­mente a 3 anni e 6 mesi e 4 anni; per Anna Angela Ruberto 4 anni e 8 mesi (con­dan­nata a 3 anni) e per Ame­rigo Mazza e Michele Della Pepa 4 anni e 4 mesi, (con­dan­nati a 3 e 2 anni). Alla richie­sta del rad­dop­pio della pena Della Pepa e Ruberto, unici pre­senti in aula, sob­bal­zano dalle sedie. Una pesante richie­sta anche per gli infer­mieri (pre­senti solo in 5): assolti nella sen­tenza del 30 otto­bre 2012, Fio­retti chiede per otto di loro 4 anni e 8 mesi e per altri tre 4 anni.

«I fatti acca­duti nell’ospedale di Vallo della Luca­nia — ha esor­dito il pro­cu­ra­tore — rap­pre­sen­tano un grave caso di mala­sa­nità e di cat­tiva gestione della cosa pub­blica». Fio­retti ha rico­struito con cura la vicenda di Fran­ce­sco Mastro­gio­vanni, legato senza alcuna ragione per quat­tro giorni a un letto, senza cure, senza cibo né acqua, senza con­sen­tire ai fami­liari di vederlo. Un incre­di­bile seque­stro di per­sona che non è avve­nuto nel medioevo, ma nell’estate del 2009. E la con­se­guenza natu­rale dell’atroce e inu­mano trat­ta­mento è stata, nella notte tra il 3 e il 4 ago­sto, la morte del paziente, sco­perta incre­di­bil­mente con sei ore di ritardo.

Fio­retti ha detto che la tor­tura, invece della cura dei pazienti era prassi nor­male. Ha par­lato di con­di­zioni agghiac­cianti, ripu­gnanti e ter­ri­bili emerse anche dalle testi­mo­nianze degli altri pazienti. «Il mio com­pito è sem­plice per­ché esi­ste un video, con­sul­ta­bile anche su inter­net, in cui l’inaudita e ille­cita vio­lenza con­su­mata ai danni di Mastro­gio­vanni è di tutta evi­denza, in quanto né i medici né gli infer­mieri hanno garan­tito la cor­retta appli­ca­zione delle norme, per­ché una per­sona rico­ve­rata dev’essere curata e assi­stita. Invece lui è stato sot­to­po­sto a una con­ten­zione che non era affatto neces­sa­ria, senza anno­ta­zione, ille­git­tima e fuori da ogni regola, in quanto Mastro­gio­vanni — come testi­mo­nia il video — era tran­quil­lis­simo». Fio­retti accusa: «Tutti gli impu­tati non ave­vano nes­suna inten­zione di curare il paziente, hanno fatto il minimo tenendo a letto una per­sona legata mani e piedi. Non meri­tano nes­suna atte­nuante per­ché hanno vio­lato i loro doveri pro­fes­sio­nali e di uma­nità». Il pro­cu­ra­tore ha sot­to­li­neato che Mastro­gio­vanni non è stato con­te­nuto per­ché vio­lento, come è stato detto, ma solo per­ché si oppose al pre­lievo del san­gue richie­sto dai cara­bi­nieri per accer­tare l’eventuale uso di droga. Era invece finito in ospe­dale per un ille­cito «T.S.O.» e, ina­scol­tato, aveva invano e pro­fe­ti­ca­mente sup­pli­cato: «Non fatemi por­tare all’ospedale di Vallo per­ché là mi ammazzano!».

Il caso di Mastro­gio­vanni, sot­to­po­sto a una lunga, gra­tuita, inau­dita, imme­ri­tata e degra­dante tor­tura, è l’unico al mondo ad avere un’inoppugnabile docu­men­ta­zione video, in cui è pos­si­bile seguirlo minuto dopo minuto. Una docu­men­ta­zione che è par­ti­co­lar­mente utile pro­prio in que­sti giorni in cui, dopo la con­danna dell’Italia da parte della Corte Euro­pea, si discute timi­da­mente d’introdurre nella nostra legi­sla­tura il reato di tor­tura.
La pros­sima udienza il 15 mag­gio. La sen­tenza è pre­vi­sta per il 18 settembre.

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