Vertice Juncker-Tsipras: “Intesa possibile”

by redazione | 14 Marzo 2015 17:20

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Alexis Tsipras prova ad abbassare i toni della polemica tra Grecia e Germania mentre Jean Claude Juncker, finora uno dei politici Ue più vicini ad Atene, sollecita il premier ellenico a passare dalle parole e ai fatti e ad accelerare sulle riforme. «Troveremo un compromesso onesto con i creditori — ha detto ieri il premier ellenico — . Noi stiamo facendo la nostra parte, spero lo stesso facciano loro». «Noi non siamo contenti dei progressi fatti finora — gli ha tirato le orecchie il presidente della Commissione Ue — Lavoreremo comunque per quel possiamo per una soluzione positiva, escludo un default. L’uscita dall’euro del paese sarebbe una catastrofe». Meno convinto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble: «É la Grecia che deve decidere se rimanere o no. E visto che nessuno sa quali siano le idee dell’esecutivo ellenico, non si può escludere a priori un suo addio alla moneta unica».
I tamburi di guerra, insomma, non smettono di rullare. A far storcere il naso alla diplomazia europea è stata la protesta ufficiale dell’ambasciata greca a Berlino per i presunti “insulti” di Schaeuble contro l’omologo del Partenone Yanis Varoufakis. “Atene non può continuare a scaricare i suoi guai sulla Germania”, ha tagliato corto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Una giornata non facilissima — sul fronte rovente dei social network — l’ha vissuta ieri lo stesso Varoufakis. Il settimanale francese Paris Match ha pubblicato un ampio reportage molto glamour sull’esuberante ministro e consorte, ritratti nella loro splendida casa ateniese vista Acropoli. Immagini che fanno un po’ a pugni con la realtà locale e che hanno scatenato una rivolta su Twitter. Lui, come tradizione, ha tirato dritto e — in una conferenza stampa a Cernobbio — ha ribadito ottimismo sui negoziati con i creditori. «Abbiamo fatto il possibile per rispettare i pagamenti in calendario a marzo e ad aprile — ha spiegato — Ora ci auguriamo che la Bce mostri la stessa flessibilità che ha avuto con il governo Samaras: a loro in piena crisi hanno consentito di emettere più titoli di Stato». Atene intanto ha rimborsato ieri regolarmente un’altra tranche di 350 milioni all’Fmi cui entro fine mese dovrà girarne altri 750.
A un’uscita della Grecia dall’euro non vuol pensare il commissario Ue Pierre Moscovici: «Sarebbe l’inizio della fine», ha detto tranchant. Pure il ministro del Tesoro Italiano Pier Carlo Padoan è convinto che «si debba fare di tutto per tenerla nella moneta unica». Con Atene l’eurozona è più forte». Si vedrà. L’unica certezza per ora è che le polemiche di questi giorni hanno lasciato il segno. Il 52% dei tedeschi, secondo un sondaggio di Zdf, vuole Atene fuori dall’euro. Il 12% in più del mese scorso. Cifre che rendono ancora più in salita la strada per un’intesa. Il nodo resta quello della liquidità. Il governo ha iniziato a mettere le mani nei conti correnti dei fondi pensione (circa 2 miliardi di liquidità). A fine mese però scadono 4 miliardi di titoli di Stato e non sarà facile rinnovarli se la Bce non allenterà i limiti alle banche elleniche sui titoli di stato.
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