Prescrizione lunga, primo sì. Ncd si astiene

by redazione | 25 Marzo 2015 10:26

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ROMA Anche sui tempi di prescrizione dei reati inizia l’inversione di tendenza. Dopo aver avviato al Senato il ritorno del reato di pericolo per il falso in bilancio, la maggioranza (seppur divisa, dopo la rivolta del Ncd) ha varato in prima lettura alla Camera la riforma che concede più tempo alla «pretesa punitiva dello Stato» e, in particolare, aumenta notevolmente i tempi di prescrizione della corruzione. Per questo reato, basato su un patto di omertà tra due o più soggetti, i tempi massimi per svolgere il processo si impennano a oltre 21 anni. E proprio sull’entità dell’aumento della prescrizione per la corruzione si è consumato lo strappo tra il Pd e il Ncd di Alfano che ora si chiama Area popolare. I centristi, dunque, dopo aver votato in Commissione contro il testo sulla prescrizione, in Aula si sono astenuti: il provvedimento è passato con 274 sì (Pd, Sc, Popolari per l’Italia, Centro democratico), 26 no, (Forza Italia in ordine sparso), 121 astenuti (M5S, Sel, Ap, Lega).
La mezza retromarcia di Area popolare è arrivata grazie all’apertura del Guardasigilli Andrea Orlando che si impegna ad accogliere le richieste (al ribasso sui tempi di prescrizione) che il Ncd presenterà al Senato: «Daremo battaglia», avverte Angelino Alfano. Mentre la capogruppo Nunzia De Girolamo va oltre: «Penso che Renzi debba fare i conti con i numeri e non credo che al Senato siano gli stessi che alla Camera». Il viceministro della Giustizia Enrico Costa (Ncd), che ha votato secondo le indicazioni del governo per «senso delle istituzioni» anche contro l’emendamento del suo partito, parla di «normale, fisiologica e costruttiva dialettica nella maggioranza: sulla prescrizione abbiamo superato una fase importante ma non è quella definitiva.
L’affondo del Ncd non ha comunque rovinato la festa al Guardasigilli Andrea Orlando che ha messo un’altra bandierina sul tabellone delle riforme sulla giustizia da offrire al premier Renzi e si è pure concesso di annunciare l’arrivo entro fine anno di 2.250 nuovi cancellieri nei tribunali italiani. Come dire, che i tempi di prescrizione più lunghi (sospensione automatica dei termini di due anni dopo la condanna di primo grado, e di un anno dopo l’appello) viaggiano di pari passo con gli investimenti strutturali e per il personale. Politicamente, Orlando si però rifugiato in corner: «È sbagliato dire che la maggioranza si è spaccata perché alla fine il voto di astensione del Ncd dimostra che c’è ancora disponibilità a continuare il confronto».
Molto soddisfatta la presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti (Pd) che è riuscita, grazie a un emendamento di Alessia Morani (Pd), a imporre anche una battaglia di civiltà: per gli abusi sui minori la prescrizione inizierà a decorrere dal momento in cui la vittima compie i 18 anni (convenzione di Istanbul). Davide Ermini, responsabile Giustizia del Pd, ha invece polemizzato con i grillini parlando di «inutile presenza del M5S: se fossero più umili forse riuscirebbero a fare qualcosa».
Infine l’Associazione nazionale magistrati che sposa le tesi dei grillini: «Bene la riforma ma non basta. Per noi la prescrizione deve essere interrotta quanto meno con sentenza di primo grado come avviene in altri Paesi», ha detto il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli. Il provvedimento ora passa al Senato dove, annuncia Roberto Cociancich (Pd), «il testo deve essere calendarizzato quanto prima». Anche perché se il partito di Alfano vuole «dare battaglia» bisognerà pur affrontare quello che il relatore del testo alla Camera, Stefano Dambruoso (Sc), ha segnalato come il cuore dle problema: «Ha una sua ratio allungare della metà il termine di prescrizione per la corruzione perché questo reato viene scoperto con più difficoltà perché fondato su un accordo illecito quasi sempre privo di un denunciante».
Più che amara la considerazione di Michele Anzaldi (Pd): « Con questa riforma, il processo di Calciopoli avrebbe avuto 3 anni in più per non finire prescritto».
Dino Martirano
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