Pirelli, accordo su riassetto e nuovi soci Arriva l’Opa ChemChina da 7 miliardi
Per effetto del riassetto gli attuali soci si diluiranno. Anche l’alleato russo Rosneft scenderà e la quota di maggioranza andrà ai cinesi. La governance, invece, resterà saldamente in mano a Tronchetti fino al 2021. Il presidente della Pirelli avrà autonomia gestionale. Sede e tecnologie resteranno italiane. Tronchetti avrà anche la facoltà, entro quattro anni dal riassetto, di riportare il gruppo in Borsa. Un gruppo diverso da come è oggi. ChemChina è stata scelta non solo come alleato industriale ma anche come partner per i pneumatici «industrial», che Pirelli scorporerà per metterle insieme a quelle della controllata di ChemChina, Aeolus, e creare il quarto gruppo al mondo in questo segmento. Alla Bicocca resterebbe il «premium» per auto e moto che ha margini più alti e in Borsa verrebbero valutati a multipli più elevati.
Ieri il ministro dell’Industria e del commercio russo Denis Manturov, a Milano per un incontro legato all’Expo, si è detto «felicissimo di collaborare con la Cina». Manturov siede nel consiglio di sorveglianza della joint-venture tra la Pirelli e la Rostec in Russia, e dunque in questa vicenda ha un ruolo non solo istituzionale. Dell’operazione ieri ha parlato anche il viceministro dello Sviluppo, Claudio De Vincenti, auspicando che «Pirelli rimanga una grande impresa radicata nel nostro Paese e che sviluppi la competitività dell’Italia nel mondo». «È positivo — ha aggiunto — che l’Italia attiri investimenti dall’estero».
Federico De Rosa
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