Il mistero dei tumori nella terra degli agrumi “ Scorie radioattive sepolte dagli americani”

Il mistero dei tumori nella terra degli agrumi “ Scorie radioattive sepolte dagli americani”

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LENTINI . La terribile contabilità dei morti qui si tiene in chiesa. Nella parrocchia dell’Immacolata Concezione, don Salvatore Siena celebra il quattordicesimo funerale dall’inizio dell’anno. «Preghiamo per Paolo, anche lui stroncato da un tumore, bisogna fare qualcosa, porre un freno ». Tutti morti di cancro. «Persone, non numeri», gridano i cittadini di questo triangolo in provincia di Siracusa che ha scalato la classifica delle zone più a rischio d’Italia. Più 14 per cento sulla media nazionale, ma il terribile sospetto è che i numeri veri siano peggiori. Per questo la diocesi di Siracusa ha invitato i sacerdoti che celebrano le esequie e conoscono le storie dei defunti a tenere una sorta di registro parallelo delle morti di cancro. «Perché abbiamo il sospetto — spiegano — che i decessi per tumore comunicati ufficialmente siano meno della realtà, visto che i medici quasi sempre scrivono nel certificato che la morte è dovuta ad arresto cardiocircolatorio senza specificare che è solo l’atto finale di una malattia oncologica ». Anche per Manuela è stato così. Aveva otto anni quando una leucemia se la portò via in 33 giorni. Oggi, 27 anni dopo, suo padre Vincenzo Laezza è ancora alla guida dell’associazione dei genitori dei bambini morti di leucemia, a chiedere giustizia. «Sono nato ad Acerra, nella Terra dei fuochi, e mia figlia è morta qui, nella città delle arance, ma qui sotto la terra nasconde montagne di veleni».
Bisogna fare un salto indietro di trent’anni per cercare di capire che cosa possa provocare tante patologie tumorali in questa terra dove di industrie non c’è neanche l’ombra. Perché se ad Augusta, Priolo, Melilli (dove un altro sacerdote, don Palmiro Prisutti legge in chiesa ogni 28 del mese la lunghissima lista aggiornata dei morti di tumore) è facile ipotizzare il nesso con l’inquinamento ambientale provocato dal petrolchimico, quella che raccontano tra Lentini e Carlentini è una storia di misteriosi traffici di rifiuti tossici gestiti dai clan della zona, di scorie radioattive, persino di un aereo della Us force zavorrato con barre di uranio impoverito precipitato nel Biviere di Lentini e andato in fiamme il 12 luglio del 1984, due tre anni prima dell’inizio di questa improvvisa strage silenziosa. «Gli americani della vicina base di Sigonella — racconta l’avvocato Santi Terranova che ha presentato un esposto in Procura per conto dell’associazione dei genitori dei bimbi leucemici — ripulirono subito la zona, portarono letteralmente via le zolle del terreno e risarcirono i proprietari dei campi con cifre quattro volte superiori al valore. Nonè un segreto che quegli aerei fossero zavorrati con barre di uranio impoverito. E lo abbiamo visto per i militari italiani tornati dal Kosovo, le leucemie sono tra le patologie causate da queste sostanze». C’è persino una letteratura scientifica a supporto di questa ipotesi. «Non si sa che effetto avrà sul sistema immunitario dei siciliani di Lentini la radioattività delle scorie nucleari nascoste dagli americani nel suolo», scriveva già nel 1981 un illustre scienziato americano, J. W. Gofman, nel suo libro “Radiation and Human Health”.
In effetti, dove vengano smaltiti i materiali della base di Sigonella è coperto da segreto, ma il sospetto che ci sia anche questo sotterrato in qualcuna delle 27 discariche abusive della zona è forte. La certezza è invece che, almeno negli anni Novanta, qui siano state sepolte tonnellate di rifiuti tossici provenienti dagli ospedali del Nord est. I cittadini mostrano le foto di un Tir bloccato con il suo carico di scatoloni con tanto dei nomi degli ospedali, Trento, Trieste, Gorizia: dentro c’è di tutto, reagenti chimici, materiale radioattivo, lastre, persino organi umani e cartelle cliniche. «Arrivavano nei container via mare e poi li seppellivano qui dove adesso il sindaco vuole autorizzare una nuova discarica — dice Vincenzo Laezza — ma noi siamo pronti a fare le barricate. Almeno fino a quando non faranno i carotaggi e non accerteranno che cosa c’è sepolto sotto quegli agrumeti».
Carotaggi, bonifiche, qui non ne hanno mai fatti e le tante inchieste aperte negli anni si sono concluse con l’archiviazione. Ora il procuratore Paolo Giordano promette di dare nuovo impulso. «Ho costituito un pool ad hoc e mi muovo su tre filoni d’indagine: inquinamento ambientale, rifiuti e depuratori. Certo, non è facile: per la Terra dei fuochi in Campania c’è voluto un pentito che desse indicazioni precise. Ho bisogno di elementi, non posso fare carotaggi a tentoni ». I genitori dei bimbi morti di leucemia non rinunciano alla loro battaglia: «I nostri appelli sono rimasti inascoltati, ora ci rivolgiamo al ministro Lorenzin. Venga a vedere con i suoi occhi».


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