I bulldozer dell’Isis ora abbattono l’antica città di Hatra
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Bulldozer, veicoli pesanti, mazze ferrate e adesso persino esplosivo per distruggere i resti delle antiche civiltà nel cuore della «Mezzaluna fertile». Continua con accresciuta determinazione la campagna dello Stato Islamico (Isis) contro quelle che i suoi ignoranti attivisti, in nome di una distorta lettura del Corano, considerano le culture «idolatre» del passato, nelle regioni ancora sotto il loro controllo. Le ultime cronache raccontano adesso di nuovi vandalismi sistematici sul sito dell’antica città di Hatra, posta nel cuore del deserto sassoso, circa 110 chilometri a sud di Mosul e una settantina dalla superstrada per Bagdad. Ieri mattina gli abitanti nelle vicinanze hanno testimoniato di aver udito almeno «due forti esplosioni» giungere dalla zona dei resti archeologici. Funzionari del ministero del Turismo e delle Antichità iracheno sostengono di avere informazioni fresche circa la presenza di bulldozer e altri veicoli condotti da Isis sul sito con il fine preciso di abbattere le mura massicce, i grandi templi, le statue, le vestigia antiche oltre due millenni.
Hatra è tra l’altro ben nota agli archeologi italiani. Nimrud, l’antica città assira a sua volta devastata da Isis negli ultimi giorni, era stata scavata sin dalla prima metà dell’Ottocento dagli inglesi. Ma Hatra negli ultimi decenni ha visto campagne di scavi e studio organizzate da Roma e dall’Università di Torino. Una parte dei suoi reperti più interessanti era stata distrutta la settimana scorsa, quando Isis ha preso di mira il museo di Mosul.
Il sito, compreso in un’area ricca di resti dalla circonferenza di oltre sei chilometri, riassume un capitolo importante della storia antica della regione. Hatra fu parte dei regni assiri, di quello di Alessandro il Grande, ma soprattutto è stata la capitale dell’impero iraniano dei Parti, nei primi due secoli dopo Cristo, il suo momento di maggior splendore.
I romani provarono ben due volte a conquistarla. Ci tentarono le legioni comandate da Traiano nel 116-7 dopo Cristo e nel 198-9 quelle di Settimio Severo. Ma inutilmente. La doppia cerchia di alte mura difese da almeno 160 torri si rivelò un ostacolo formidabile.
Al suo interno decine di templi dedicati a dei assiri, ellenici, canaaniti, mesopotamici testimoniavano la grande ricchezza religiosa e culturale. Nei suoi palazzi suntuosi, guarniti di colonne alte oltre 30 metri, nel 1973 vennero girate alcune scene de L’esorcista . Pochi anni dopo veniva dichiarata dall’Unesco «patrimonio dell’Umanità».
Lorenzo Cremonesi
Il sito, compreso in un’area ricca di resti dalla circonferenza di oltre sei chilometri, riassume un capitolo importante della storia antica della regione. Hatra fu parte dei regni assiri, di quello di Alessandro il Grande, ma soprattutto è stata la capitale dell’impero iraniano dei Parti, nei primi due secoli dopo Cristo, il suo momento di maggior splendore.
I romani provarono ben due volte a conquistarla. Ci tentarono le legioni comandate da Traiano nel 116-7 dopo Cristo e nel 198-9 quelle di Settimio Severo. Ma inutilmente. La doppia cerchia di alte mura difese da almeno 160 torri si rivelò un ostacolo formidabile.
Al suo interno decine di templi dedicati a dei assiri, ellenici, canaaniti, mesopotamici testimoniavano la grande ricchezza religiosa e culturale. Nei suoi palazzi suntuosi, guarniti di colonne alte oltre 30 metri, nel 1973 vennero girate alcune scene de L’esorcista . Pochi anni dopo veniva dichiarata dall’Unesco «patrimonio dell’Umanità».
Lorenzo Cremonesi
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