PARIGI In una sala del Cremlino, Angela Merkel, François Hollande e Vladimir Putin hanno parlato per cinque ore da soli, senza consiglieri, fino a tarda sera per trovare una soluzione accettabile per tutti. Ma non è stato raggiunto alcun accordo, se non quello di continuare i negoziati: domani i tre leader si riparleranno per telefono, assieme al presidente ucraino Poroshenko.
Le foto ufficiali dell’incontro documentano un’atmosfera tesa: intorno alle 22 Merkel, Hollande e Putin hanno lasciato il palazzo presidenziale senza rilasciare dichiarazioni.
La vittoria militare nell’Ucraina orientale è ormai alla portata dei separatisti filorussi armati e sostenuti da Mosca, gli Stati Uniti e anche qualche alleato europeo dell’Est sono tentati allora dal fornire armi al governo di Kiev per ribaltare la situazione sul terreno; Francia e Germania vogliono un cessate il fuoco immediato e poi un accordo generale per evitare una guerra totale. È questa la posta in gioco che ha convinto il presidente francese e la cancelliera tedesca a compiere un primo viaggio giovedì in Ucraina per incontrare il presidente Poroshenko, e a spingersi fino a Mosca ieri per trattare con Putin, l’uomo che manda i suoi tank oltre confine ma parla di «guerra civile ucraina» come se la questione non riguardasse la Russia.
L’iniziativa diplomatica franco-tedesca, che segna un inedito attivismo internazionale di Angela Merkel, era nata un po’ per bruciare sul tempo il segretario di Stato americano John Kerry che sembrava pronto a concedere le armi chieste dal governo di Kiev, e un po’ era la risposta alle idee fatte circolare nei giorni scorsi da Putin. Secondo il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung , Putin sarebbe pronto a concedere il cessate il fuoco immediato in cambio del riconoscimento dell’autonomia alle regioni separatiste, su un territorio più vasto di quello ipotizzato finora. La sensazione è che il tempo giochi a favore della Russia e dei separatisti, non solo per le vittorie ottenute in battaglia.
La situazione economica dell’Ucraina è fortemente degradata, la moneta locale ha perso di colpo metà del suo valore sul dollaro giovedì quando la banca centrale ha smesso di sostenerla avendo esaurito le riserve in valuta estera. La recessione è arrivata a sfiorare il 7 per cento nel 2014 e un altro 4 per cento è previsto per il 2015, mentre in Russia il crollo del rublo sembra essersi fermato e gli effetti delle sanzioni dell’Occidente appaiono meno devastanti rispetto a qualche settimana fa. Non è detto quindi che l’argomento di Merkel e Hollande per convincere Putin a fare concessioni, ovvero il varo di altre sanzioni, riesca a spaventarlo.
Il presidente Obama aspetterà qualche giorno prima di prendere una decisione sul riarmo dell’Ucraina, in modo da lasciare ancora spazio all’iniziativa di pace franco-tedesca: è l’ultima spiaggia per evitare la sconfitta di Kiev, o il trasformarsi in guerra totale di un conflitto che in 10 mesi ha già fatto oltre 5300 vittime.
Stefano Montefiori