Sviz­zera, la lista dei forzieri illeciti

by redazione | 10 Febbraio 2015 9:43

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Una nuova bufera sulla Sviz­zera (e i suoi/nostri eva­sori) si è abbat­tuta ieri dopo che un cir­cuito inter­na­zio­nale di gior­na­li­sti inve­sti­ga­tivi, l’Icij (Washing­ton inter­na­tio­nal con­sor­tium of inve­sti­ga­tive jour­na­lists), ha dif­fuso un elenco di oltre 100 mila nomi della “lista Fal­ciani”: tutti cor­ren­ti­sti della banca bri­tan­nica Hsbc, tra i mag­giori isti­tuti al mondo, che nelle cas­se­forti di Gine­vra hanno tenuto fino al 2008 oltre 100 miliardi di euro frutto spesso di atti ille­citi e cri­mi­nali, miliardi in molti casi evasi al fisco dei pro­pri paesi di pro­ve­nienza. Il con­sor­zio di cro­ni­sti, 140 in 45 paesi, ha lavo­rato per mesi sul dos­sier (per l’Italia ha l’esclusiva il set­ti­ma­nale l’Espresso).

Tra i cor­ren­ti­sti figu­rano nomi di ita­liani illu­stri — dallo sti­li­sta Valen­tino al moto­ci­cli­sta Valen­tino Rossi, fino a Fla­vio Bria­tore — che ieri hanno subito respinto le accuse e spie­gato che i depo­siti sono per­fet­ta­mente rego­lari. Ma i nostri con­na­zio­nali nella lista sono molti di più: oltre 7 mila, con circa 6,5 miliardi depo­si­tati nelle casse della Hsbc, fondi in parte leciti, in parte sot­tratti al fisco. La dimen­sione dello scan­dalo però va ben oltre: non si tratta solo di eva­sione fiscale — di per sé fatto grave — ma l’aspetto più impres­sio­nante è che tra i miliar­dari “ospi­tati” dalla con­fe­de­ra­zione elve­tica risul­tano cri­mi­nali inter­na­zio­nali, dit­ta­tori, com­mer­cianti di “dia­manti insan­gui­nati” e addi­rit­tura orga­niz­za­zioni sospet­tate di terrorismo.

Due­mila nomi sono di com­mer­cianti di dia­manti, pre­ziosi usati spesso per finan­ziare guerre, come è acca­duto in Angola, Costa d’Avorio, Sierra Leone. Ma com­pa­iono tra i clienti anche fac­cen­dieri che hanno pro­cu­rato armi per i mas­sa­cri in Libe­ria, o rifor­nito di ordi­gni paesi come la Tan­za­nia o Tai­wan. Com­pa­iono poi i nomi di com­po­nenti di una ong sau­dita accu­sata di finan­ziare Al Qaeda.

Altri nomi­na­tivi illu­stri: la top model austra­liana Elle Mac­Pher­son, gli attori Chri­stian Sla­ter e Joan Col­lins; il re di Gior­da­nia Abdul­lah II, quello del Marocco Moham­med VI; il nobile arabo Ban­dar Bin Sul­tan, il prin­cipe del Bah­rain Sal­man bin Hamad al Kha­lifa. Ma ci sono anche i piloti di For­mula Uno Fer­nando Alonso e Heikki Kova­lai­nen, il can­tante Phil Col­lins. E altri, inquie­tanti: Rami Makhlouf, cugino del pre­si­dente siriano Bashar al Assad con­si­de­rato la mente finan­zia­ria del regime di Dama­sco. Rachid Moha­med Rachid, mini­stro egi­ziano del Com­mer­cio con l’estero, scap­pato dal Cairo durante la rivolta con­tro Muba­rak; Frantz Mer­ce­ron, ora dece­duto, rite­nuto l’uomo delle tan­genti per conto dell’ex pre­si­dente hai­tiano Jean Claude “Baby Doc” Duva­lier. Selim Algua­dis, uomo d’affari turco, sospet­tato di aver for­nito alla Libia di Ghed­dafi com­po­nenti per armi nucleari; Gen­nady Tim­chenko, miliar­da­rio e amico del pre­si­dente russo Vla­di­mir Putin; Li Xiao­lin, figlia dell’ex primo mini­stro cinese Li Peng, pro­ta­go­ni­sta della repres­sione di piazza Tienammen.

Un elenco infi­nito, ma già alcuni paesi si sono mossi, anche per­ché su alcuni di que­sti nomi, prima ancora che diven­tas­sero di domi­nio pub­blico, le pro­cure lavo­ra­vano da tempo, gra­zie al fatto che Hervé Fal­ciani, ex dipen­dente di Hsbc, aveva for­nito gli elen­chi alle forze dell’ordine.

La Pro­cura di Roma ieri ha fatto sapere che inda­gherà, men­tre quella di Torino — la prima a pren­dere in mano il dos­sier, quando nel 2011 uscì la prima parte della lista Fal­ciani — ha spie­gato che lavora, in col­la­bo­ra­zione con i col­le­ghi esteri e ita­liani, su un elenco di 121 mila nomi.

Ma poco pur­troppo si recu­pera dell’evaso: sugli oltre 7 mila ita­liani, la Guar­dia di finanza ha indi­vi­duato sol­tanto 190 per­sone non in regola con il paga­mento delle tasse, 100 dei quali sono eva­sori totali (3276 le veri­fi­che fiscali effet­tuate, 741 i milioni non dichiarati).

Ben diverso il risul­tato degli inglesi: hanno sco­vato ben 3600 con­tri­buenti eva­sori. Come mai da noi risul­tati così magri? Va ricor­dato che in mezzo c’è stato lo scudo di Tre­monti, cui hanno fatto ricorso ben 1264 nostri concittadini.

La Gran Bre­ta­gna, in com­penso, è finita in mezzo a un ciclone poli­tico: il Labour ha accu­sato il pre­mier David Came­ron di aver nomi­nato sot­to­se­gre­ta­rio al Com­mer­cio un ex pre­si­dente di Hsbc, Ste­phen Green. Came­ron si è difeso spie­gando che è tutto rego­lare e che tocca alla magi­stra­tura lavo­rare su que­sti dossier.

Dalla Spa­gna arriva la noti­zia che Fal­ciani sarà assunto come con­su­lente sulla lotta all’evasione da Pode­mos, in vista delle poli­ti­che di autunno. Men­tre dal Bel­gio è arri­vata una minac­cia: la magi­stra­tura emet­terà man­dati di arre­sto inter­na­zio­nali agli attuali ed ex diri­genti di Hsbc se la magi­stra­tura sviz­zera non col­la­bo­rerà inviando le infor­ma­zioni richieste.

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