Sarà reato andare a combattere all’estero
Il capitolo messo a punto dal Viminale prevede «la reclusione da 3 a 6 anni per chi si arruola in organizzazioni terroristiche» e la stessa pena «per chi supporta i foreign fighters , organizzando, finanziando o facendo propaganda di viaggi finalizzati alla realizzazione di attività terroristiche». Condanne pesanti sono state introdotte anche per i cosiddetti «lupi solitari» «che si autoaddestrano all’utilizzo di armi, esplosivi, sostanze chimiche o nocive e tecniche per commettere atti terroristici»: da 5 a 10 anni di reclusione con un’aggravante prevista per chi utilizza allo stesso scopo la rete Internet. Più snella anche la procedura per le espulsioni perché «nei casi di necessità e urgenza,il Questore, all’atto della presentazione della proposta di applicazione delle misure di prevenzione della sorveglianza speciale e dell’obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora può disporre il temporaneo ritiro del passaporto e la sospensione della validità ai fini dell’espatrio di ogni altro documento equipollente».
Le garanzie funzionali
Il presidente del Consiglio, che delega il direttore del Dis, potrà autorizzare gli 007 «a colloqui personali con detenuti e internati, al solo fine di acquisire informazioni per la prevenzione di delitti con finalità terroristica di matrice internazionale». Spetterà «al procuratore generale concedere l’autorizzazione quando sussistano specifici e concreti elementi informativi che rendano assolutamente indispensabile l’attività di prevenzione». Il decreto prevede infatti anche che l’autorità giudiziaria, su richiesta dei direttori dei Servizi «quando sia necessaria mantenerne segreta la reale identità nell’interesse della sicurezza della Repubblica o per tutelarne l’incolumità, autorizza gli addetti a deporre con identità di copertura».
Soldati e Procura
Dopo i «tagli» previsti per l’operazione «strade sicure», era stata la titolare della Difesa Roberta Pinotti a chiedere che il numero dei soldati fosse invece aumentato per garantire la vigilanza dei possibili obiettivi. Il numero complessivo sale a 5.000 con un’attenzione particolare all’evento mondiale che comincerà a Milano il 1° maggio. Via libera anche al nuovo organismo inquirente ampliando i poteri della Direzione Nazionale Antimafia. Il provvedimento prevede l’impegno di «un magistrato, con funzioni di Procuratore nazionale, e due magistrati con funzioni di procuratore aggiunto. I magistrati della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo sono scelti tra coloro che hanno svolto, anche non continuativamente, funzioni di pubblico ministero per almeno dieci anni e che abbiano specifiche attitudini, capacità organizzative ed esperienze nella trattazione di procedimenti in materia di criminalità organizzata e terroristica».
Fiorenza Sarzanini
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