Rsa, urne senza Fiom a Pomigliano

by redazione | 19 Febbraio 2015 10:58

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Sono comin­ciate ieri mat­tina le ele­zioni delle Rsa nello sta­bi­li­mento Fiat Chry­sler di Pomi­gliano d’Arco e al polo logi­stico di Nola, le urne rimar­ranno aperte fino a domani: i lavo­ra­tori, per la prima volta dal 2010, potranno sce­gliere i pro­pri rap­pre­sen­tanti sin­da­cali ma solo tra quelli pro­po­sti da Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Asso­cia­zione capi e qua­dri. Esclusi dal voto la Fiom e i sin­da­cati di base per non aver siglato il con­tratto Fca. I metal­mec­ca­nici della Cgil potranno comun­que eleg­gere le pro­prie Rsa tra­mite una vota­zione interna. La dif­fe­renza è che per loro l’attività deve essere com­pressa in otto ore al mese men­tre per le altre orga­niz­za­zioni sem­brano non esserci limiti, tanto che in fab­brica in molti rac­con­tano che c’è per­sino chi fa atti­vità esterna pagata dai lavo­ra­tori Fca.

Che ci sia qual­cosa di poco chiaro nella dina­mica tra i sin­da­cati fir­ma­tari e l’azienda lo sosten­gono anche il Comi­tato di lotta cas­sin­te­grati e licen­ziati Fiat e il Si Cobas di Napoli: ieri mat­tina hanno depo­si­tato un espo­sto al tri­bu­nale di Nola per chie­dere di far luce su un sospetto voto di scam­bio, in occa­sione delle ele­zioni delle Rsa. «Gli istanti – si legge nel docu­mento — sono venuti a cono­scenza che circa una qua­ran­tina di ope­rai, già facenti parte del Polo Logi­stico di Nola, sono stati con­tat­tati da tale Andrea Allocca da Somma Vesu­viana, dele­gato sin­da­cale della Fim-Cisl, il quale avrebbe loro pro­messo l’assunzione in azienda a con­di­zione che si fos­sero pre­ven­ti­va­mente iscritti alla suin­di­cata orga­niz­za­zione sin­da­cale. Certa cosa è che tutti gli ope­rai che si sono iscritti, e/o con­tat­tati alla pre­detta orga­niz­za­zione sin­da­cale sono siste­ma­ti­ca­mente riassunti».

A Nola ven­nero spo­stati in 310, dopo sei anni inin­ter­rotti di cassa inte­gra­zione, Fca ha atti­vato 60 posta­zioni, secondo i ricor­renti circa in 40 sareb­bero stati rias­sor­biti gra­zie alla Fim. «I sin­da­cati fir­ma­tari — scri­vono i rap­pre­sen­tanti del Comi­tato e di Si in un comu­ni­cato — rie­scono a estor­cere agli ope­rai un con­senso che altri­menti sarebbe venuto meno da tempo, visti i ritmi di lavoro for­sen­nati, minacce di licen­zia­mento e inti­mi­da­zioni a chi non si piega ai dik­tat dell’azienda, l’esclusione per decreto di tutte le sigle sin­da­cali che si oppon­gono al piano Mar­chionne (per­sino alla Fiom è stato impe­dito di par­te­ci­pare al rin­novo delle rap­pre­sen­tanze) e lo scan­dalo delle migliaia di cas­sin­te­grati in attesa di un rein­te­gro pro­messo da tempo immemore».

Le tute blu della Cgil denun­ciano la gestione del con­tratto di soli­da­rietà, varato da un anno, uti­liz­zato come un’arma di ricatto messa in mano alle sigle fir­ma­ta­rie: «Sulle linee è par­tita mas­sic­cia la cam­pa­gna elet­to­rale che si gioca a colpi di pro­messe per andare in tra­sferta a Melfi e moduli per le assun­zioni sem­pre nello sta­bi­li­mento lucano – spiega Ciro D’Alessio, dele­gato Fiom a Pomi­gliano -. Pro­messe di rota­zioni più fre­quenti, per­messi malat­tia, per­sino i regali di Natale per i figli dei dipen­denti sono diven­tati merce di scam­bio. Quando riu­sciamo a con­vo­care un’assemblea siamo costretti ad assi­stere al tea­trino dei dele­gati sin­da­cali e di figure azien­dali in pre­si­dio fuori ai reparti, capi e team lea­der in giro per le linee a con­si­gliare ai lavo­ra­tori di non andare all’assemblea della Fiom. Abbiamo per­sino subito la per­qui­si­zione degli zaini».

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