L’Isis all’attacco, minacce all’Italia

by redazione | 14 Febbraio 2015 11:38

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ROMA Sta precipitando la situazione in Libia. Nella notte miliziani libici legati all’Isis sono entrati a Sirte, 450 chilometri da Tripoli, la seconda città del Paese, e hanno stabilito il loro quartier generale nel centro della città.
I miliziani hanno letteralmente preso possesso della città di Sirte, occupando Radio Syrte e Mekmedas: entrambe le radio adesso stanno trasmettendo canti jihadisti, versetti del Corano ma anche discorsi di Abu Muhammad Al Adnani, il portavoce dell’Isis.
Il timore è che i miliziani possano proclamare l’emirato islamico di Sirte così come hanno già fatto nella città di Derna. I miliziani dell’Isis hanno occupato pure la tv locale, ma hanno anche attaccato due pozzi petroliferi e dato fuoco ad una raffineria.
Un attacco è stato inviato pure all’Italia, via Twitter. Qalum ur, un sostenitore dell’autoproclamato Califfato, ha postato sul suo account una minaccia senza usare mezzi termini: «La distanza tra Roma e Sirte è di 1.250 chilometri, un missile Scud può arrivare fino in Italia».
La situazione sta precipitando e il nostro ministro degli Esteri Paolo Gentiloni non ha esitato ieri sera: «Se non si trova una mediazione in Libia bisogna pensare, con le Nazioni Unite, di fare qualcosa. In un quadro di legalità internazionale, l’Italia è pronta a combattere».
Già il nostro presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva voluto sottolineare la gravità della tragedia della Libia, sostenendo, deciso: «L’impegno di Bernardino León dell’Onu purtroppo non è stato sufficiente, l’Italia è pronta a fare la propria parte».
Sono ore di paura e la nostra ambasciata a Tripoli è stata molto chiara con gli italiani che vivono lì: «Lasciate la Libia» e non è molto tranquillizzante l’avverbio usato subito dopo, ovvero: «temporaneamente». Nemmeno a Tripoli si possono dormire più sonni tranquilli, dopo che gli islamisti hanno rivendicato l’attacco kamikaze all’hotel Corinthia del 27 gennaio scorso.
L’invito della Farnesina era già stato pubblico sul sito del ministero degli Esteri «Viaggiare sicuri», ma ieri è stato reiterato vista la crescente preoccupazione.
Non solo. I miliziani dell’Isis hanno fatto uso di Twitter anche per annunciare una tragedia che fotografa la situazione di paura.
È infatti su questo social network che gli islamisti hanno voluto annunciare l’uccisione di ventuno copti egiziani rapiti a Sirte tra la fine di dicembre e l’inizio del mese di gennaio.
La notizia non è stata ancora confermata, ma le fotografie dei ventuno egiziani rapiti sono state pubblicate anche sul magazine dell’Isis «Dabiq». E tutto questo deve essere stato più che sufficiente al governo del Cairo per mettere a punto un piano di evacuazione dei cittadini egiziani dalla Libia.
Il presidente egiziano Abdul Fattah al-Sisi ha annunciato personalmente che i suoi connazionali potranno lasciare il Paese attraverso un ponte aereo.
Alessandra Arachi
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