L’Isis all’attacco, minacce all’Italia
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ROMA Sta precipitando la situazione in Libia. Nella notte miliziani libici legati all’Isis sono entrati a Sirte, 450 chilometri da Tripoli, la seconda città del Paese, e hanno stabilito il loro quartier generale nel centro della città.
I miliziani hanno letteralmente preso possesso della città di Sirte, occupando Radio Syrte e Mekmedas: entrambe le radio adesso stanno trasmettendo canti jihadisti, versetti del Corano ma anche discorsi di Abu Muhammad Al Adnani, il portavoce dell’Isis.
Il timore è che i miliziani possano proclamare l’emirato islamico di Sirte così come hanno già fatto nella città di Derna. I miliziani dell’Isis hanno occupato pure la tv locale, ma hanno anche attaccato due pozzi petroliferi e dato fuoco ad una raffineria.
Un attacco è stato inviato pure all’Italia, via Twitter. Qalum ur, un sostenitore dell’autoproclamato Califfato, ha postato sul suo account una minaccia senza usare mezzi termini: «La distanza tra Roma e Sirte è di 1.250 chilometri, un missile Scud può arrivare fino in Italia».
La situazione sta precipitando e il nostro ministro degli Esteri Paolo Gentiloni non ha esitato ieri sera: «Se non si trova una mediazione in Libia bisogna pensare, con le Nazioni Unite, di fare qualcosa. In un quadro di legalità internazionale, l’Italia è pronta a combattere».
Già il nostro presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva voluto sottolineare la gravità della tragedia della Libia, sostenendo, deciso: «L’impegno di Bernardino León dell’Onu purtroppo non è stato sufficiente, l’Italia è pronta a fare la propria parte».
Sono ore di paura e la nostra ambasciata a Tripoli è stata molto chiara con gli italiani che vivono lì: «Lasciate la Libia» e non è molto tranquillizzante l’avverbio usato subito dopo, ovvero: «temporaneamente». Nemmeno a Tripoli si possono dormire più sonni tranquilli, dopo che gli islamisti hanno rivendicato l’attacco kamikaze all’hotel Corinthia del 27 gennaio scorso.
L’invito della Farnesina era già stato pubblico sul sito del ministero degli Esteri «Viaggiare sicuri», ma ieri è stato reiterato vista la crescente preoccupazione.
Non solo. I miliziani dell’Isis hanno fatto uso di Twitter anche per annunciare una tragedia che fotografa la situazione di paura.
È infatti su questo social network che gli islamisti hanno voluto annunciare l’uccisione di ventuno copti egiziani rapiti a Sirte tra la fine di dicembre e l’inizio del mese di gennaio.
La notizia non è stata ancora confermata, ma le fotografie dei ventuno egiziani rapiti sono state pubblicate anche sul magazine dell’Isis «Dabiq». E tutto questo deve essere stato più che sufficiente al governo del Cairo per mettere a punto un piano di evacuazione dei cittadini egiziani dalla Libia.
Il presidente egiziano Abdul Fattah al-Sisi ha annunciato personalmente che i suoi connazionali potranno lasciare il Paese attraverso un ponte aereo.
Alessandra Arachi
Il timore è che i miliziani possano proclamare l’emirato islamico di Sirte così come hanno già fatto nella città di Derna. I miliziani dell’Isis hanno occupato pure la tv locale, ma hanno anche attaccato due pozzi petroliferi e dato fuoco ad una raffineria.
Un attacco è stato inviato pure all’Italia, via Twitter. Qalum ur, un sostenitore dell’autoproclamato Califfato, ha postato sul suo account una minaccia senza usare mezzi termini: «La distanza tra Roma e Sirte è di 1.250 chilometri, un missile Scud può arrivare fino in Italia».
La situazione sta precipitando e il nostro ministro degli Esteri Paolo Gentiloni non ha esitato ieri sera: «Se non si trova una mediazione in Libia bisogna pensare, con le Nazioni Unite, di fare qualcosa. In un quadro di legalità internazionale, l’Italia è pronta a combattere».
Già il nostro presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva voluto sottolineare la gravità della tragedia della Libia, sostenendo, deciso: «L’impegno di Bernardino León dell’Onu purtroppo non è stato sufficiente, l’Italia è pronta a fare la propria parte».
Sono ore di paura e la nostra ambasciata a Tripoli è stata molto chiara con gli italiani che vivono lì: «Lasciate la Libia» e non è molto tranquillizzante l’avverbio usato subito dopo, ovvero: «temporaneamente». Nemmeno a Tripoli si possono dormire più sonni tranquilli, dopo che gli islamisti hanno rivendicato l’attacco kamikaze all’hotel Corinthia del 27 gennaio scorso.
L’invito della Farnesina era già stato pubblico sul sito del ministero degli Esteri «Viaggiare sicuri», ma ieri è stato reiterato vista la crescente preoccupazione.
Non solo. I miliziani dell’Isis hanno fatto uso di Twitter anche per annunciare una tragedia che fotografa la situazione di paura.
È infatti su questo social network che gli islamisti hanno voluto annunciare l’uccisione di ventuno copti egiziani rapiti a Sirte tra la fine di dicembre e l’inizio del mese di gennaio.
La notizia non è stata ancora confermata, ma le fotografie dei ventuno egiziani rapiti sono state pubblicate anche sul magazine dell’Isis «Dabiq». E tutto questo deve essere stato più che sufficiente al governo del Cairo per mettere a punto un piano di evacuazione dei cittadini egiziani dalla Libia.
Il presidente egiziano Abdul Fattah al-Sisi ha annunciato personalmente che i suoi connazionali potranno lasciare il Paese attraverso un ponte aereo.
Alessandra Arachi
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Molto bene!andate pure a salvarli Vedrete Tra un po’ che festa ci fanno! Spero tanto che prendano bene la mira e che il missile arrivi dritto in parlamento così’ nessuno piangerà’ le morti di 4 politici corrotti!
Adesso l’ISIS nelle mani del Potere minaccia l’Italia, ma l’Italia sapendo da chi sono manovrati capisce che non deve dare confidenza alla Russia, rischio invio ISIS, la Spagna percepisce lo stesso segnale, e l’ISIS controlla la situazione, se l’Italia guarda ad Est viene azzannata a Sud, deve ubbidire. Non ha scampo, anche se volesse applicare una politica estera indipendente il Potere la farebbe cadere all’istante nell’incubo ISIS. Quando diciamo che gli USA sono più potenti della Russia e della Cina…..hanno a disposizione uomini, organizzazioni di tutti i tipi, da quelle religiose a quelle militari, e se il Vaticano volesse seguire una politica indipendente ecco che per magia l’ISIS inizierà a perseguitarlo. Tanti sono convinti che il Vaticano è il padrone del mondo…….le religioni nel mondo sono delle carte nelle mani dei Giocatori, oggi Banchieri. L’ISIS è un sistema religioso che se volessero lo farebbero arrivare in Italia o nel Sud Europa in brevissimo tempo, ma finchè gli Stati europei ubbidiranno al Padrone tutto sarà sotto controllo e l’ISIS sarà innocuo.
A questo punto credo che preferirei avere Putin come amico che tutti gli altri.
Con tutti gli immigrati clandestini che accogliamo e andiamo a prendere chissà quanti terroristi abbiamo già in casa.
Credo che sia ora di guardarci intorno e farci delle domande.
Chi dobbiamo accogliere?
Provate a guardare “Airport security”, così si accolgono gli immigrati.
Datemi pure del razzista.
Spero che l’isis colpisca Montecitorio palazzo Chigi e le caserme di quei soldatini dei carabinieri a servizio dei politici corrotti visto che sono dei collusi d’altronde nassyria ci insegna!!