L’ex dipendente Falciani e la grande fuga con i file
by redazione | 9 Febbraio 2015 9:02
È dal 2008 che Hervé Falciani, l’informatico ex dipendente della Hsbc a Ginevra non fa dormire sonni tranquilli ai manager del colosso britannico, a centinaia di migliaia clienti della banca — molti dei quali con segreti da nascondere — e alle autorità svizzere che da sette anni gli danno la caccia. Lui da allora, dopo aver fornito alle autorità francesi file, numeri di conto, nominativi e una mole gigantesca di materiale bancario segreto della Hsbc Private Bank di Ginevra, collabora con i magistrati di Spagna e Francia, dove vive, e si sposta tra i due Paesi vivendo sotto protezione.
È stato lui a fornire all’Audiencia nacional di Madrid all’inizio del 2014 la nuova lista, frutto di una copiatura di file messa in atto tra il 2006 e il 2008. Nel 2009 aveva fornito ai francesi una prima parte della lista, che comprendeva circa 300 mila nomi di clienti, compresi circa 7 mila italiani. Ora il resto.
Se in Spagna — dove con le sue rivelazioni ha contribuito a far recuperare al Fisco 300 milioni di euro, compresi 200 versati dalla famiglia dell’allora presidente del Banco Santanter, il potentissimo Emilio Botín — il 43enne Falciani, passaporto italiano e francese, è acclamato come un eroe, la magistratura svizzera lo considera un latitante. È accusato di spionaggio economico, sottrazione di dati e violazione del segreto bancario. La Procura di Ginevra lo ha rinviato a giudizio lo scorso 11 dicembre. Contro Falciani era stato spiccato anche un mandato d’arresto internazionale nel 2009 e l’uomo era stato arrestato nell’estate del 2012 a Barcellona. Falciani si sarebbe consegnato spontaneamente dopo che gli americani — che lo avevano ascoltato come testimone — lo avevano informato del rischio di un attentato nei suoi confronti. Falciani venne poi rilasciato nel maggio del 2013 dopo che il tribunale spagnolo respinse la richiesta di estradizione in Svizzera. Analogamente era successo in Francia: prima l’arresto il 22 dicembre 2008, poi la scarcerazione perché le autorità non vollero consegnarlo agli svizzeri.
Dell’esistenza di questi ulteriori 121 mila nomi finora sconosciuti aveva parlato a gennaio 2014 lo stesso Falciani in un’intervista al Sole 24Ore . I file, aveva spiegato, «erano in un cloud» e non sulla memoria fisica del computer consegnato ai francesi. «Dopo il mio arrivo in Francia alla fine del 2008 ho copiato nel mio computer soltanto una piccola parte del materiale: una lista di pochi nomi di cittadini francesi che avrebbero potuto far avviare un’inchiesta giudiziaria. Oggi invece gli spagnoli hanno tutto ciò che c’era nel web». Falciani aveva raccontato anche di avere offerto inizialmente la nuova lista alle autorità italiane, compresi i servizi segreti: «Ma a un certo punto nel 2011 hanno smesso di occuparsene. Uno di loro mi ha detto: “Siamo stati bloccati”».
La prima lista Falciani era stata ottenuta solo dalla Procura di Torino, poi invece la Guardia di Finanza era riuscita a ottenere l’intero elenco dei 7 mila italiani. Ma sono stati pochi — all’incirca 9 milioni — i soldi versati dai presunti evasori. C’è ancora dibattito nei tribunali italiani sul valore legale delle informazioni della lista Falciani: essendo stati trafugati hanno provenienza illecita, quindi sono inutilizzabili dal Fisco.
Fabrizio Massaro