PARIGI Per attribuire il seggio di deputato lasciato vacante da Pierre Moscovici, ex ministro delle Finanze diventato commissario europeo, ieri si è votato nella circoscrizione del Doubs, in Franca Contea. E ha vinto, largamente, la candidata del Front National, Sophie Montel. Si qualifica al secondo turno di domenica prossima anche il socialista Frédéric Barbier, mentre l’uomo di Sarkozy, Charles Demouge, è stato eliminato. Era il primo test elettorale dopo gli attentati di Parigi e le grandi marce che l’11 gennaio hanno portato in strada milioni di persone ma non Marine Le Pen, a suo dire vittima dell’ostracismo degli organizzatori. I socialisti al governo e anche l’Ump all’opposizione speravano di scivolare sull’onda di quel momento di unità nazionale, ma non è andata proprio così.
A prima vista la grande emozione collettiva non ha influito sulle tendenze di fondo della politica francese: l’avanzata continua del Front National, primo partito di Francia alle europee con il 25% dei voti; la crescente popolarità della sua leader Marine Le Pen, destinata ad arrivare in testa al primo turno delle presidenziali 2017 secondo gli ultimi sondaggi; e la nuova credibilità anche degli uomini e delle donne meno conosciuti del Front National.
Appena una settimana fa il sindaco Fn di Hénin Beaumont, Steeve Briois, ha ottenuto il premio di «miglior rappresentante locale dell’anno» dai giornalisti politici riuniti nel prestigioso Trombinoscope (nel 2012 l’allora premier italiano Mario Monti venne a Parigi per ricevere il titolo di «europeo dell’anno»). Il premio a Briois è l’ennesima diga anti-Fn che salta, dimostrando da un lato il nuovo radicamento in tutta la Francia di un partito a lungo centrato solo sul carisma dei Le Pen, e dall’altro la disponibilità anche dei media più istituzionali a riconoscerlo. Senza tabù.
L’affermazione del Front National nel Doubs quindi non sorprende. Consigliera comunale di Montbéliard ed eurodeputata, la 45enne Sophie Montel ha raccolto la delusione dei tanti operai dell’industria automobilistica locale (gruppo Peugeot Citroën) colpiti dalla crisi, e anche lo scontento della classe media per le tasse associate all’ex deputato e ministro socialista Moscovici.
L’aspetto più interessante, adesso, non è neanche vedere se Montel vincerà il seggio domenica prossima, ma come: con o senza i voti della «destra repubblicana» dell’Ump, il partito di Nicolas Sarkozy?
Il primo ministro socialista Manuel Valls ieri si è affrettato a fare le congratulazioni al compagno di partito Barbier, «candidato ormai di tutti i repubblicani». Il premier evoca il riflesso automatico in base al quale centrodestra e centrosinistra sono chiamati a votarsi tra loro pur di sbarrare la strada al Front National: principio che vale dalle presidenziali (nel 2002 gli elettori di sinistra votarono in massa Chirac pur di fermare Jean-Marie Le Pen), alle elezioni locali.
Ma il «cordone sanitario» ormai è poco saldo, e infatti il portavoce ’Ump Sébastien Huyghe ha detto che il partito deciderà domani. Ci devono pensare, insomma. Marine Le Pen ancora una volta esulta e invita a «una grande mobilitazione patriottica» domenica per dare al Front National il terzo seggio all’Assemblée nationale.