Bruxelles, accordo con Atene Prestito esteso per altri 4 mesi

by redazione | 21 Febbraio 2015 12:52

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BRUXELLES La Grecia ha accettato solo quattro mesi di tempo rigidamente condizionati al rispetto degli impegni pretesi dalla Germania. Su questa base l’Eurogruppo dei 19 ministri finanziari ha trovato a Bruxelles l’accordo di massima sul processo da seguire per estendere i prestiti necessari al governo di Atene per evitare l’insolvenza.

Il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, ha annunciato che la Grecia invierà «una prima lista di riforme lunedì». Poi partirà una «revisione delle condizioni», che considererà l’uso da parte di Atene della «flessibilità contenuta nel programma» e che va conclusa «entro aprile». Nei quattro mesi di estensione dovrà essere concordato un nuovo piano di salvataggio della Grecia.
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha parlato di «tutti vincitori» e di «vittoria dell’Europa». Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha sostenuto di essere riuscito a conciliare «il rispetto delle regole e il rispetto della democrazia». Ma il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha fatto capire di aver imposto ad Atene tutte le sue condizioni. L’Eurogruppo ha specificato che «la Grecia si impegna ad astenersi dal ritirare qualunque misura o da modifiche unilaterali delle politiche e delle riforme strutturali che possano avere un impatto negativo sugli obiettivi di bilancio, la ripresa o la stabilità, come valutato dalle istituzioni». Schäuble ha rimarcato che «la Grecia non riceverà ulteriori pagamenti fino a che il programma attuale non sarà concluso con successo».
Le pressioni del presidente della Bce Mario Draghi, che ha fornito informazioni preoccupanti sulle possibili conseguenze per le banche greche di uno stallo nei negoziati, hanno favorito l’accelerazione.
Dijsselbloem ha ritardato di circa tre ore l’inizio dei lavori per incontrare separatamente Schäuble, Varoufakis e i rappresentati della «troika» dei creditori (Draghi per la Bce, il francese Pierre Moscovici per la Commissione europea e la francese Christine Lagarde per il Fondo Monetario Internazionale).
Lo scontro tra Berlino e Atene si è sviluppato in relazione all’opposta linea politica della cancelliera tedesca di centrodestra Angela Merkel rispetto al premier greco di estrema sinistra Alexis Tsipras. Merkel ha garantito al suo elettorato l’imposizione di rigidi vincoli di bilancio e misure di austerità ai Paesi mediterranei con debiti eccessivi. Tsipras ha vinto le elezioni proprio promettendo la fine delle misure di austerità richieste dalla troika dei creditori, che ha accusato di aver aggravato la recessione e la disoccupazione impoverendo milioni di greci.
Alla fine ha prevalso il rapporto di forza e di potere. La Germania, ormai abituata a guidare a suon di diktat l’attività dell’Ue e a mettere ai vertici delle istituzioni comunitarie soprattutto fedelissimi di Merkel, non ha concesso quasi nulla nell’estensione di quattro mesi. Nel successivo programma si vedrà. La Grecia, superindebitata e senza alleati disposti a scontrarsi con Berlino, ha raccolto principalmente comprensione da ministri convinti dell’effetto fallimentare del piano della troika nei cinque anni di attuazione. Ma Varoufakis ha dovuto cedere.
Se il processo si concluderà come concordato all’Eurogruppo, verrà stabilito un precedente concreto che sostanzialmente limita la sovranità degli Stati Ue con alto debito sottoposti a piani di salvataggio di Bruxelles.
Ivo Caizzi
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